Giulia Cecchettin, la sorella con l’anello al naso sembra uscita da un centro sociale: “Filippo non è un mostro, è figlio del patriarcato”.
“Non è un mostro, lo hanno additato come un mostro, come un malato. Lui non è un mostro, perché un mostro è un’eccezione che esce dai canoni normali della società. Lui è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro”, dice a Diritto e Rovescio.
È vergognoso come la sinistra adoperi le vittime per fare propaganda contro la maggioranza o per inveire contro il genere maschile, esacerbando a piacimento il conflitto tra i sessi, come se colpevole dell’uccisione di Giulia sia la collettività maschile e non il suo assassino.
— Azzurra Barbuto (@AzzurraBarbuto) November 19, 2023
“E’ un insieme di azioni volte a limitare la libertà della donna: controllare un telefono, essere possessivi, fare catcalling. Non tutti gli uomini sono cattivi, mi viene detto. In questi casi sono sempre uomini e gli uomini traggono beneficio da questa società. Gli uomini devono essere ostili a comportamenti che possono sembrare banalità ma sono il preludio al femminicidio, che non è un delitto passionale. E’ un delitto di potere, è un omicidio di Stato perché lo Stato non ci tutela e non ci protegge”. Bisogna finanziare i centri antiviolenza, se le persone vogliono chiedere aiuto devono essere in grado di farlo.Per Giulia non fate un minuto di silenzio ma bruciate tutto, ossia rivoltate il sistema, fate in modo che Giulia sia l’ultima vittima”, conclude.
“#FilippoTuretta è un figlio sano della società patriarcale che è pregna della cultura dello stupro"
La sinistra ha trovato una candidata perfetta per le prossime elezioni europee.
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 19, 2023
Comprendiamo il suo dolore ma non può essere la tribuna contro gli italiani e la deresponsabilizzazione degli assassini.
Un delirio. E il solito concetto da centro sociale di incolpare la società e deresponsabilizzare l’individuo. La colpa è sempre di qualcun altro, mai di chi commette un reato, nel mondo al contrario di questi avanzi da centro sociale. Il fatto che un demente abbia ucciso sua sorella non le dà licenza di offendere gli italiani, compreso suo padre, definendoli “pregi di cultura dello stupro”. Gli stessi discorsi fatti verso altri sarebbero perseguiti come ‘odio razziale’. In questo caso lo definiscono ‘femminismo’, è solo ignoranza e incapacità di comprendere la realtà.
L’obiettivo del femminismo tossico è proprio quello di criminalizzare l’uomo in quanto tale (ovviamente bianco, italiano ed etero) e conseguentemente di svirilizzarlo per scardinare i valori della nostra civiltà.
L’uomo e la donna devono essere scudo e spada per garantire una… pic.twitter.com/dSSwTJWqcR
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 19, 2023
Comprendo il suo dolore ma gli assassini di sua sorella sono quelli che hanno distrutto i valori e le nostre radici cristiane ( che invitano ad amare il prossimo, a rispettare le donne, a pregare per i propri nemici). Sono quei nemici dell Italia che hanno , con il liro voto, ridotto il nostro bel paese ad una cloaca..dalle stelle alle stalle..da Dio a satana ( la ragazza ha stampata sulla maglietta il pentacolo rovesciato con il caprone.. cioe’ il simbolo di Lucifero).
ripete quello che ha sentito da altri (per esempio dalle cosiddette “prof” nella cosiddetta scuola). Peraltro non esiste civiltà, in alcuna parte del mondo, che non sia o sia stata patriarcale (la nostra era patriarcale) per millenni, ad eccezione di poche tribù sottosviluppate, per esempio dell’Amazzonia.
Sono d’accordo con entrambi.
Per vizio ideologico confondono il patriarcato col machismo tossico; quest ultimo ha sempre avuto finalità coercitive, come mandare uomini in guerra.
Mentre io ricordo che i nostri nonni esercitavano quel patriarcato liberale, dove un padre di una figlia femmina aveva il potere di avallare o no un matrimonio: prima doveva capire se il futuro genero avesse intenzioni serie, se avesse un lavoro e sarebbe stato in grado di aver cura e provvedere alle necessità della figlia.
Il patriarcato protegge le donne, il femminismo invece le espone al pericolo. E poi, patriarcato non è sinonimo di maschilismo (che è tossico quanto il femminismo, in quanto manifestazione di una concezione distorta della virilità), ma di sana virilità del maschio, in questo caso del capofamiglia. Nonché di delicatezza e protezione verso le donne.
L’abbattimento del patriarcato col Sessantotto è avvenuto solo ed esclusivamente nei paesi occidentali e al solo scopo di distruggere la razza bianca alle sue fondamenta. Nel resto del mondo, soprattutto paesi islamici e in Africa, è ancora vivente. Anzi, è proprio nei paesi islamici e africani dove è radicato il maschilismo e la donna viene trattata come un essere inferiore. Qua da noi, culla della civiltà, non è mai successo ma ovviamente i progressisti, abili nel mistificare ogni verità storica, raccontano di presunta cattiva condizione femminile fino a mezzo secolo fa.