Scusi direttore @fcancellato, le segnalo che manca un’informazione importante: i “due 15enni accusati di violenza sessuale” sono due nordafricani minori #migranti che erano ospiti di un centro di accoglienza.#stupro #Bologna pic.twitter.com/k9DbAPXy3u
— Francesca Totolo (@fratotolo2) October 4, 2023
Giulia Leone è intervenuta per aiutare una coetanea aggredita da due ragazzini di 15 anni: «L’ho consolata e fatta parlare con il suo fidanzato. Il complice che faceva il palo mi guardava ma bisogna aiutarsi».
«Quel tratto di strada, andando da piazza Verdi verso casa, l’avrò percorso migliaia di volte. Tutti i giorni, con il sole o in piena notte. Paura come adesso non l’ho avuta mai». Giulia Leone è siciliana, ha meno di trent’anni, di cui sette spesi a Bologna. Prima ha lavorato, adesso sta studiando. È lei che nella notte del 28 settembre, attorno alle 3.30, è intervenuta e ha salvato da una violenza ancora più terribile di quella già subita una trentaduenne, come lei di origini meridionali. Se non fosse passata di lì, i suoi molestatori sarebbero andati avanti, lasciando ferite ancora più difficili da rimarginare rispetto allo choc e al senso di orrore rimasto nella vittima. Per quei fatti ora sono rinchiusi all’istituto penale minorile due 15enni tunisini che erano di stanza a Villa Aldini, fermati con l’accusa di violenza sessuale in concorso:
Minori appena sbarcati stuprano e spacciano in tutta Italia: gli diamo 100 euro al giorno
«Ero uscita con gli amici e stavo tornando a casa, camminavo in direzione della stazione. Ho visto due ragazzi dimenarsi dietro alle piante davanti a un ristorante, all’angolo tra via delle Belle Arti e via delle Moline. Non capivo se si trattasse di tossicodipendenti o se stessero bloccando una persona sotto di loro».
«Prima mi sono fermata a guardare con paura, poi ho sentito la sua voce e sono intervenuta. Ho urlato cosa stessero facendo, mi sono fatta coraggio e li ho spinti via. Uno dei due era accovacciato su di lei e non voleva saperne di levarsi, mentre l’altro le bloccava le mani. Per fortuna quando hanno capito che stava arrivando ancora gente sono scappati via».
Questa è Villa Aldini, la residenza di lusso che ospita i migranti stupratori a Bologna
«Mi sono messa a urlare e tre ragazze che non conoscevo sono corse subito. Una di loro ha fotografato il “palo”, che dopo un po’ è tornato indietro. Quando ho saputo che li avevano arrestati ho tirato un sospiro di sollievo, è stata la notizia migliore che potesse arrivarmi».
«Malissimo. L’ho rivestita, consolata, piangeva. Mi ha chiesto di chiamare il suo compagno che era fuori città, non aveva il coraggio di parlare. Lui è stato molto sensibile e ci ha aiutato tanto a tranquillizzarla. Poi mi sono assicurata che tornasse a casa e sono andata. È stato davvero pesante».
«Avevo paura, il ragazzo che faceva da palo si è girato a guardarmi un paio di volte, anche se era troppo impegnato. Dal suo sguardo grondava adrenalina, in quel momento sembrava un animale, mi hanno fatto un’impressione assurda. Però non ci ho pensato un attimo, dovevo fare qualcosa. Bisogna aiutarsi, le donne devono essere le prime a collaborare».
«È l’ambiente che si respira in città, troppa gente che sfoga così i suoi istinti. Se prima dicevo alle mie amiche tornate da sole a casa, adesso non mi sentirei di consigliarlo a nessuno, né io di farlo. Ora avrò più paura a camminare in quella zona».
ai miei tempi piazza verdi era il ricettacolo dei drogati stavano li buttati a terra come il rusco , ma non davano fastidio a nessuno, puntualmente venivano allontanati tutte le volte che la bologna bene andava a farsi le seghe nel cimitero del teatro nazionale li adiacente!
non davano fastidio a nessuno , ne si sono mai permessi di offrire o cercare di vendere roba ! e pure ci andavo spesso! li c’era un mensa con molte gallinelle da sventrare! se la volevi eri tu che dovevi chiedere…..
gli spacciatori italiani erano umili, non scimmie, comunque è da tipica troia di sinistra andare a camminare in certi posti di notte e da sole, credono che strillando ci sia smepre il coglione di magistrato ritardato pronto per dar loro piena ragione, o il collettivo dei parassiti loro pari pronto a dare loro man forte
e sti cazzi!
continuate cosi, magari i negri, vi accoppano tutte magari iolande comprese, e ci togliamo da intorno ai maroni almeno un problema, ma non vi preoccupate nella vostra bella bara… vi metteremo le belle scarpette rosse , da priSSIpeSSINE con le mutandine pure quelle rosse…
a no, quelle no!, i negri ve le hanno tolte a “moccichi”
coglionastre!
Rusco in dialetto Emiliano vuol dire spazzatura. Vedo che lorenzoblu ha trascorso del tempo nella città felsinea, perché di solito sono solo i “locali” che definiscono così l’immondizia. Il “rusco” non sono più i drogati, ma quelli che gli vendono la droga.
vero!, comunque li ci vengo spesso, ci sono stato la settimana scorsa, ciao