Altra toga rossa blocca espulsione tunisino: “La Tunisia è un postaccio”

Vox
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Riflettiamo sul concetto di ‘Paese NON sicuro’, perché anche nel caso fosse vero, e non lo è, questo significherebbe che, siccome i tunisini rendono il loro paese non sicuro, allora dobbiamo farli vivere tra noi per rendere anche il nostro non sicuro come il loro. Il che mostra perfettamente l’ideologia anti-italiana che sta dietro le scelte di questi presunti magistrati. Individui asserviti ad un’ideologia globalista.

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La soluzione è semplice: si militarizza la gestione dell’immigrazione clandestini. I militari prelevano i clandestini e li chiudono in centri attrezzati – carceri speciali – dai quali poi usciranno solo per essere rimpatriati con voli militari. L’accesso a tali centri militari viene interdetto ai civili di ogni tipo, compresi i presunti magistrati civili. Del resto il clandestino è di per sé un nemico in senso classico perché invade il territorio.

Poi, ovviamente, è tempo di denazificare la magistratura in senso putiniano. Il magistrato deve essere responsabile delle proprie decisioni davanti al Parlamento e al sovrano, che è il Popolo.




3 pensieri su “Altra toga rossa blocca espulsione tunisino: “La Tunisia è un postaccio””

  1. Dai, l’hanno detto che dobbiamo accogliere tutta l’Africa. Tutta? Beh, i veri morti di fame per ora no perché non hanno mezzi né energie per spostarsi, ma più avanti potrebbero prelevarli a forza e ricollocarli.

    Sarà interessante vedere cosa succederà quando il WEF porterà a compimento il piano di ricattarci con l’acqua, scatenando siccità in giro per il mondo (detto da loro, non sono riusciti a punturare il mondo intero perché la gente vede il problema ecologico come distante e astratto – il che dovrebbe fare riflettere visto che non dovrebbe esserci correlazione tra punture e green, ma tant’è – e magari con la mancanza di acqua, o progetto blu, riusciranno a farci capire).

    A occhio si profila un futuro molto prossimo rosso sangue.

I commenti sono chiusi.