Gli sbarchi vanno fermati. Ma la più grande minaccia al nostro futuro arriva dall’immigrazione regolare. Dai ricongiungimenti familiari. I clandestini stuprano, i regolari insorgono come nelle città francesi.
Si stanno già preparando a fare lo stesso in Italia. C’è già, nelle città del nord, una massa critica che potrebbe replicare le violenze francesi.
L’Italia senza italiani: ecco le città dove sono già maggioranza
Più che il numero è il ‘tempo’ che manca perché facciano le stesse cose. La maggioranza di loro non è nata qui, quindi l’odio che provano verso la nostra società è minore. Più vivono tra noi, più ci odiano.
Lo hanno già fatto a Torino durante il lockdown:
I figli degli immigrati hanno devastato Torino: “Infiltrati per spaccare tutto”
La situazione demografica è lontana dal dramma francese, ma è solo questione di tempo:
I numeri di Meloni islamizzano l’Italia: saranno maggioranza entro 2050
Questi numeri ci dicono che, comunque, avremmo la possibilità di evitare la sostituzione etnica. A differenza di altri Paesi come la Francia e l’Inghilterra. Se solo il governo attuale approvasse due leggi: abrogazione ricongiungimenti familiari e ritorno allo ius sanguinis integrale. E limitando i flussi di lavoratori ai soli stagionali o, almeno, ad un piano di lavoratori a tempo che ruotano ogni tot anni. Per evitare il radicamento in Italia che è invasione e sostituzione.
Perché gli immigrati iniziano a fare meno figli. E anche qui, se il governo imponesse in costituzione il welfare solo per i cittadini, si potrebbe dare impulso alla nostra natalità e deprimere quella degli invasori.
Quello che si evince da questo report, oltre al 1.470.640 stranieri che hanno acquisito la nostra cittadinanza – con però circa il 10 per cento che sono discendenti di italiani che l’hanno acquisita per ius sanguinis e quindi italiani a tutti gli effetti -, è che l’integrazione non esiste e mai esisterà.
Infatti, i cosiddetti matrimoni misti che tanto piacciono ai cultori del meticciato globale, sono per la maggior parte matrimoni tra immigrati e nuovi italiani.
L’Emilia Romagna ha il più alto numero di nati da stranieri: il 24% circa del totale. Sono numeri da sostituzione etnica. Numeri non distanti da quelli lombardi e veneti.
Ma la Meloni vuole altri regolari: 500mila in tre anni con decreti flussi e 200mila l’anno con ricongiungimenti familiari. Per farci diventare come la Francia.
GUERRA d’ETIOPIA: l’ITALIA torna IMPERO
://youtu.be/xkIBrwPDpSI
Guardate a 5:14-18
Papa Francesco, davvero 4.7 milioni di africani in arrivo sono solo “propaganda allarmista”?
Scenari dell’istituto europeo: “Le grandi ondate devono ancora iniziare“. Intanto sono già nati “stati narco-islamici ” nelle città. Ci siamo ridotti a leggere la cronaca di un suicidio annunciato
[Coincidenza! ieri ho inserito il collegamento a questo video e ieri ho trovato questo articolo:
Come la Svezia è diventata un Narco-Stato
://youtu.be/qa00RL8be1w]
Giulio Meotti, 26 settembre 2023
“Quando centinaia di migranti africani sono fuggiti dal centro di trasferimento di Porto Empedocle lo scorso fine settimana e hanno iniziato a vagare per le panetterie e i negozi della città chiedendo cibo, il sindaco si è rivolto ai social media [reti sociali]. ‘Ci sono 2.000 migranti stipati in una struttura destinata a 250 persone’, ha detto alla gente del posto terrorizzata. I ripetuti tentativi di fuga erano inevitabili”.
Si apre così la storia di copertina dello Spectator a firma di Christopher Caldwell, già autore per Garzanti dell’Ultima rivoluzione dell’Europa, uno dei libri migliori e che hanno precorso i tempi.
“Nell’isola di Lampedusa erano arrivati 11.000 migranti nel giro di cinque giorni” scrive Caldwell. “C’erano 6.000 migranti in una struttura destinata a 600 persone. Gli africani subsahariani combattevano con i nordafricani. ‘Procurarsi il cibo è un problema’, ha detto un migrante a un giornalista. ‘Se non combatti, non hai cibo’. I trasporti pubblici erano fermi mentre le autorità requisivano gli autobus per spostare i migranti. La gente del posto – e un numero crescente di politici italiani – definisce quella che sta accadendo come un’invasione. Gli arrivi di migranti sono raddoppiati quest’anno arrivando a 130.000 e l’enormità della crisi sta per scuotere la politica europea nel profondo”.
Per quanto schiacciante possa sembrare ora la situazione, “è solo un mero assaggio dei problemi che attendono” scrive Caldwell. “La popolazione europea sta diminuendo, e velocemente. Nei paesi in cui la maternità è fuori moda da molto tempo – tra cui l’Italia – ogni generazione nativa è solo due terzi più grande [???] della precedente. Poiché l’Europa è ricca e pacifica, i migranti si precipiterebbero in ogni caso a riempire il vuoto, ma l’Africa, soprattutto a sud del Sahara, sta crescendo a un ritmo mai visto in nessun continente. L’Africa sub-sahariana ha superato la soglia del miliardo di abitanti nel 2015, ma è destinata a raddoppiare, raggiungendo i 2,12 miliardi entro il 2050. A quel punto la popolazione sarà dieci volte quella del 1950. La politica italiana appare già diversa rispetto a una settimana fa. Giorgia Meloni è entrata in carica promettendo una linea dura sull’immigrazione. Ma ha abbandonato la politica che l’ha portata al potere, governando come una moderata filo-UE, anche sulle questioni relative all’immigrazione. Ospite della Meloni a Lampedusa nel fine settimana è stata la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen. Le due sollecitano una ‘razionalizzazione’. Prevedono una migliore cooperazione con la Tunisia e una distribuzione più efficiente dei richiedenti asilo in tutti i 27 paesi dell’Unione Europea. Ma gli elettori italiani si preoccupano meno del fatto che i trafficanti mentano ai migranti piuttosto che del fatto che li portino con sé. Gli elettori non vogliono percorsi legali e corridoi umanitari. Vogliono un blocco navale. Ricordate il 2015? In Germania, il primo partito di destra nella storia del paese dopo la Seconda guerra mondiale è entrato nei parlamenti. In Gran Bretagna cresceva il malcontento nei confronti dell’UE. Negli Stati Uniti Donald Trump era salito alle primarie repubblicane. E in Italia, nel 2018, una coalizione di populisti di destra e di sinistra ha preso il potere. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha perseguito una politica volta a eliminare il traffico di immigrati, collaborando con elementi sgradevoli della guardia costiera libica e combattendo le fondazioni pro-immigrazione e nei tribunali italiani. Ciò ha reso Salvini per breve tempo uno dei politici italiani più popolari dei tempi moderni”.
[…] La crisi siriana del 2015 è scoppiata in una regione, il Medio Oriente, dove la crescita della popolazione aveva da tempo superato il suo picco. L’Africa, demograficamente parlando, è un pozzo senza fondo. Di conseguenza, il potenziale di una perturbazione radicale è più elevato. Quindi l’Austria ha rafforzato la sorveglianza del confine con l’Italia. La Germania, che riceve molti più migranti rispetto ad altri stati, ha ritirato un accordo per accettare migranti dall’Italia: 400.000 nuovi arrivati avranno presentato domanda di asilo politico entro la fine di quest’anno, e la pazienza con la migrazione si sta esaurendo. Alternative für Deutschland [Alternativa per la Germania], il partito radicale che ha iniziato a concentrarsi sulle questioni relative all’immigrazione nel 2015, ha superato il 20 per cento nei sondaggi a livello nazionale. Il ministro-presidente bavarese Markus Söder ha chiesto un ‘limite di integrazione’ di 200.000. Ciò che sta accadendo ora a Lampedusa è un problema di civiltà più che di congiuntura. È legato alle priorità mal riposte dell’Occidente e alle valutazioni distorte delle minacce. Lampedusa era una frontiera imperiale, un luogo dove il mondo libero e il terzo mondo erano in comunicazione [???]. Era una risorsa per il mondo libero [???]; ora questo è meno certo. Vista dai posteri, l’invasione della Libia lanciata da Barack Obama, Nicholas Sarkozy e David Cameron nel 2011, che ha aperto un corridoio per il traffico su larga scala di migranti, probabilmente verrà considerata come una minaccia più grande al ‘modo europeo di vivere’ rispetto all’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin lo scorso anno. Nel lungo momento in cui il ruggito si attenua, la politica europea sull’immigrazione determinerà la politica della prossima generazione. Ci saranno quelli che temono che ci sia poca difesa contro l’imminente ondata [d’italofagi orchi invasori] di immigrati. Ci sarà chi proporrà (come il compianto romanziere Jean Raspail [Giovanni Raspaglio], autore de ‘Il campo dei santi’) che li combattiamo sulle spiagge. Come ha affermato il mese scorso l’ex presidente francese [orcaccio italicida] Nicolas Sarkozy, ‘la crisi migratoria non è nemmeno iniziata’”.
L’ultimo scenario del Vienna Institute for International Economic Studies non lascia ben sperare: entro il 2030 arriveranno da 2.9 a 4.7 milioni [d’italofagi orchi invasori] di migranti dall’Africa e dal Medio Oriente (3.4 milioni nello scenario moderato).
“Lo tsunami demografico proveniente dal Sud del mondo, mentre la popolazione del Nord diminuisce, è nelle sue fasi iniziali, e la maggior parte delle persone può vedere chiaramente cosa succede quando i leader [capi] insistono su un codice morale che suggerisce che inostri obblighi verso gli stranieri sono grandi quanto quelli verso i nostri stessi cittadini” scrive sul[lo] Wall Street Journal Gerard Baker, ex direttore della grande testata americana. “Non sopravviverà alla reazione politica in corso sia in Europa che in America, come anche i democratici statunitensi e gli eurocrati di Bruxelles stanno lentamente iniziando a capire”.
Queste sono le Canarie (Spagna) oggi. L’Europa è presa d’assalto e per qualche strana ragione gli “europeisti” se ne impipano. Elon Musk commenta così le immagini dalla Spagna: “D-Day” [Giorno dello sbarco].
Tre giorni prima di tutti i giornali italiani ho raccontato lo scontro fra l’Italia e la Germania sul finanziamento alle ong dell’immigrazione clandestina. Poi la Corte europea di giustizia che condanna la Francia per i respingimenti. Infine, Papa Francesco che liquida il grande sconvolgimento in corso come “propaganda allarmista”.
La Germania, i giudici UE e il Papa. Non è facile fermare l’immigrazione con tre simili poteri contro.
Il celebre politologo Pierre Manent analizza il viaggio del Papa a Marsiglia e scrive su Le Figaro: “I suoi predecessori avevano mostrato un’attenzione viva e amichevole verso le diverse nazioni europee, sapendo quanto la storia della Chiesa e del Cristianesimo fosse intimamente intrecciata con la storia delle nazioni europee. La visione di Papa Francesco sullo stato del mondo è politica. Ai suoi occhi le migrazioni, quelle di cui l’Europa è la principale destinazione, sono il fenomeno più significativo del nostro tempo e in relazione al quale vanno valutate tutte le questioni che ci agitano. Le vecchie nazioni europee hanno l’obbligo primario di fare di tutto per agevolare i movimenti migratori e l’insediamento delle popolazioni che chiedono semplicemente ‘ospitalità’. Colpisce la leggerezza con cui Papa Francesco considera gli attaccamenti umani. L’essere umano ama, spesso appassionatamente, le famiglie, le città, le nazioni, le forme di vita, nelle quali è cresciuto e ha ricevuto la sua educazione. Attaccamenti pericolosi, come ogni cosa umana, ma senza i quali non è mai stato fatto nulla di grande al mondo. Abbiamo il dovere di indifferenza verso le nostre famiglie, le nostre nazioni, la nostra stessa Chiesa? Molti cristiani furono indotti a mostrare una simpatia attiva non solo per il movimento operaio, che era perfettamente legittimo, ma anche per il movimento comunista e il regime comunista. Un fenomeno simile si sta verificando oggi. I migranti [gli erranti turisti per sempre, gl’italicidi orchi apolidi], come i proletari del passato, sono per alcuni cristiani il luogo di incontro tra terra e cielo. [Israele è il luogo d’incontro tra terra e cielo. Lo Stato nazionale] E come in passato ci rifiutavamo di prendere in considerazione il legame tra una parte dei proletari e il comunismo, oggi respingiamo come empietà il legame tra immigrazione e Islam. La ‘civiltà’ che Papa Francesco dichiara possibile e vuole ardentemente renderci desiderabili, riguarda innanzitutto le nazioni europee. Sono loro che invita a scomparire per diventare migliori. Né la Cina, né la Russia, né l’India, né i paesi musulmani, sono preoccupati dai suoi appelli. È attorno al Mediterraneo che si dovrà compiere la grande opera. Il ragionamento [l’orrido delirio europeicida] che porta alla cancellazione delle nazioni implica necessariamente anche la cancellazione della Chiesa. Perché dovrebbe conservare la sua forma, il suo principio interiore, i suoi sacramenti, tutte queste caratteristiche che lo contraddistinguono? Perché restare nella Chiesa quando essa ci chiede di fonderci con l’umanità?”.
Un consiglio allora ai ragazzi di Lampedusa: non appena sarete ammessi nel continente europeo, dirigetevi verso questo minuscolo staterello chiamato “Città del Vaticano” e invitate il Papa a implementare un programma pilota stile Lampedusa sul suo territorio. Naturalmente, tutti i simboli cristiani dovranno essere rimossi dalle mura e dalla cupola della basilica per non offendere i nuovi arrivati, la stragrande maggioranza dei quali sono musulmani. L’accoglienza non deve essere “incondizionata”?
Domenica c’è stata la prima visita papale nella seconda città più grande della Francia in mezzo secolo: Marsiglia. E come è cambiata Marsiglia in quel periodo? La “figlia maggiore della Chiesa” ha quasi del tutto abbandonato il Cattolicesimo. Migliaia di bellissime chiese medievali sono ridotte a mausolei inutilizzati e svuotati della loro fede, quando non sono abbattuti. Ogni giorno almeno due chiese sono vandalizzate: distrutte, bruciate, le statue sacre decapitate. Ogni quindici giorni uno di questi luoghi di culto viene distrutto.
Perché non fa qualcosa al riguardo, Sua Santità, visto che anche il Dalai Lama ha detto che l’Europa “diventerà musulmana o africana” con questa immigrazione?
Perché la morte della Chiesa, a differenza della politica europea sull’immigrazione, dipende dal Papa. E, se riuscirà a farcela con tutti i “rifugiati”, altri 4.7 milioni, il numero degli atti di vandalismo aumenterà vertiginosamente e l’epidemia di profanazione delle chiese accelererà. Ma senza dubbio, l’Islam gli sarà grato per avergli aperto la strada quanto lo è verso quelle patetiche statue senza testa.
Non serve una sfera di cristallo per sapere cosa accadrà al confuso immigrazionismo di Papa Francesco: lo ha già spiegato Laurent Dandrieu in Le Grand Malaise [La grande inquietudine]. La Chiesa cattolica sarà ritenuta responsabile della “decivilizzazione” e del cambiamento. Le chiese si ritroveranno sempre più vuote e le ordinazioni sacerdotali sempre più rare.
Comincio allora a nutrire un po’ di disprezzo per un uomo che ritiene che sia giusto assistere al suicidio della Cristianità europea dicendo ai popoli europei: “Sparite e andrete in paradiso”.
Ma della Cristianità ormai se ne infischiano tutti, vescovi in testa. Però [per] i popoli europei [pegl’Italiani] la sicurezza dei propri figli (chi ancora ne fa) dovrebbe stargli a cuore. E ci siamo ridotti a leggere la cronaca di un suicidio annunciato.
Quest’anno Marsiglia, la città scelta dal Papa per parlare di immigrazione, ha registrato 40 omicidi. Tutti legati al traffico di droga. Il principale narcotrafficante di Marsiglia, Mohamed Djeha, è stato arrestato in Algeria. E in alcuni quartieri l’insicurezza è tale che (da Le Figaro) i servizi postali sono stati interrotti. Il giornalista Philippe Pujol scrive che “ci sono più kalachnikov a Marsiglia che a Kabul”.
Qui il video
Per compiere gli arresti nei “territori perduti” della città, la polizia si traveste da musulmani. Come Fauda, la serie Netflix sull’antiterrorismo israeliano.
A meno di un’ora dalla capitale dell’Unione Europea [impero], le bande criminali combattono intanto per le strade o si bombardano a vicenda gli avamposti. Reporter [giornalisti, inviati speciali] di cronaca, polizia e pubblici ministeri sono comprati o uccisi. Celle di tortura vengono allestite in container [contenitore o cassone metallico] e quando le bande vogliono inviare un messaggio organizzano un’esecuzione pubblica o lanciano un razzo.
È così che si fanno le cose, non a Bogotà o a Beirut, ma ad [in] Anversa, racconta Politico.
L’immigrazione islamica dell’Europa è iniziata nelle città portuali. E tra le principali città portuali c’erano Rotterdam, Marsiglia e Anversa, che sono diventate i centri della crisi europea della cocaina.
I marocchini che arrivavano nelle città europee le usavano come base con i loro parenti che coltivavano marijuana in patria. Mentre l’Islam sopprimeva spietatamente l’uso dell’alcol, l’uso dell’hashish si è diffuso tra gli eserciti invasori della nuova religione. E con il Marocco che è uno dei maggiori produttori mondiali di hashish, i nuovi immigrati hanno fondato imperi della droga.
Le bande hanno preso il controllo dei porti. Il porto di Anversa è sotto il controllo di un sindacato di estrema sinistra che chiude allegramente il paese e si scontra violentemente con la polizia durante i suoi scioperi, ma sa bene che è meglio non opporsi alle bande musulmane. Si dice che figure di spicco del sindacato siano state corrotte e i lavoratori portuali che si rifiutano di trasportare la cocaina dalle navi siano scomparsi.
Nel 2020 è emersa anche una stanza segreta di tortura in un container con una poltrona da dentista, manette, pinze e bisturi, tutto incluso. Un deputato belga è scampato a un sequestro.
Le bande musulmane non vanno per il sottile. Il fatto che ne sentiamo appena parlare è dovuto alla politica corrotta e al terrore.
Nei Paesi Bassi hanno inviato un messaggio ai media lanciando un razzo anticarro contro una rivista e sfondando con un furgone l’atrio del più grande quotidiano del paese, dandogli fuoco. Reporter e blogger [gestore di sito personale o sitista] sono uccisi e sono state lanciate minacce di rapimento contro tutti, dalla principessa al primo ministro Mark Rutte.
La “Mocro Maffia”, che controlla un terzo del mercato europeo della cocaina, è stata costruita da immigrati marocchini nei paesi del “Benelux”. I resoconti dei media tengono a descrivere la maggior parte degli autori di un attacco come “di origine olandese” o da qualche altra parte dell’Europa per offuscare la questione dell’immigrazione. Con un’organizzazione criminale marocchina musulmana le cui radici in Europa risalgono agli anni ’60, è ovvio che molti dei suoi membri più giovani fossero già nati in Europa: alcuni sono di seconda generazione nati in Europa.
Quando Robert Mink Kok, un importante trafficante olandese di droga che aveva preso in considerazione l’idea di diventare avvocato prima di dedicarsi al ben più lucroso crimine, è stato preso di mira, le autorità hanno fatto irruzione nei suoi complessi in Libano, un centro della droga di Hezbollah nella valle della Bekaa, dove hanno trovato razzi anticarro. Volevano portare due tonnellate di cocaina in Europa.
La maggior parte dei boss della droga, come Ridouan Taghi, un tempo l’uomo più ricercato nei Paesi Bassi, sono musulmani nordafricani. E in Olanda, l’Iran usa le gang marocchine e albanesi per eliminare i dissidenti.
Gli immigrati non si integrano, ma parti dell’Europa si stanno integrando nel Libano e nel Marocco. I porti che un tempo portavano gli immigrati musulmani in Europa sono ora controllati da boss immigrati che stanno costringendo l’Europa a rispettare le loro regole.
Svezia
Non si tratta solo di Belgio e Paesi Bassi: l’anno scorso la Svezia ha avuto 90 attentati.
Da mesi, le bande musulmane in Svezia hanno iniziato a lanciarsi bombe a mano ed esplosivi fatti in casa. Anche se i membri delle bande musulmane continuano a spararsi a vicenda, a loro piace anche lanciare esplosivi contro i condomini.
Ogni giorno o quasi c’è un morto o un ferito.
Alla fine di agosto si sono verificate quattro esplosioni in un’ora in diversi edifici di Göteborg, dove vive il 10 per cento della popolazione di coloni musulmani del paese. A differenza del Belgio e dei Paesi Bassi, le bande svedesi e le loro armi provengono dai resti dell’ex Jugoslavia: bosniaci e albanesi portati come rifugiati formavano bande e contrabbandavano armi dai familiari in le proprie patrie. A loro si unì la banda “Black Cobra”: un’organizzazione irachena, libanese e “palestinese” che si espande fuori dalla Danimarca.
Le autorità attribuiscono parte delle lotte intestine nella scena delle bande musulmane svedesi a Rawa Majid, noto anche come la “volpe curda”, che opera dalla Turchia. Majiid era arrivato in Svezia da bambino come rifugiato per costruire un enorme impero criminale e pianificare attacchi. Gli assassini sono particolarmente indiscriminati. “Se ce n’è più di uno sulla scena, sparate a tutti, donne, bambini, non importa“, ha ordinato un membro della banda.
Lo stato di terrore è grave, ma forse ancora più grave è il ruolo crescente delle mafie musulmane in politica. Alcuni capibanda corrompono tutti, dagli agenti di polizia agli ispettori ai politici locali. Altre bande hanno coinvolto i propri membri nelle elezioni, consegnato mandati di voti e trasferito i propri membri in cariche pubbliche. Non si sa fino a che punto i funzionari pubblici eletti siano compromessi, ma alcuni stanno cominciando a chiamare “narcostati” località e persino intere città.
I membri delle bande musulmane combattono apertamente per il territorio. E i proventi del denaro vengono riciclati attraverso le imprese familiari. La cultura delle bande hip-hop, incrociata con il Corano e le moschee, sta trasformando le città europee in narco-stati islamici.
Racconta sullo Spectator Paulina Neuding, la più coraggiosa e onesta giornalista svedese: “A Botkyrka, sud-ovest di Stoccolma, il sindaco, Ebba Östlin dei socialdemocratici, è stato improvvisamente deposto dopo che a una riunione sono apparsi nuovi membri del partito, molti dei quali si sono rivelati essere collegati alle bande criminali. Il partito socialdemocratico nega qualsiasi infiltrazione e dice semplicemente che c’è stata insoddisfazione interna per la leadership [guida, conduzione, direzione, comando] di Östlin. Ma le indagini dei giornalisti hanno scoperto che la nuova leadership è, per lo meno, in una posizione in cui ha un debito di gratitudine verso i criminali. Sono in combutta con la mafia o gli estremisti islamici. Tale è la reazione nazionale alle accuse di infiltrazione di bande che Gunnar Strömmer, ministro della Giustizia, ha annunciato indagini su come le entità criminali cercano di influenzare i funzionari eletti e le assemblee politiche. A Göteborg, la seconda città più grande della Svezia, anche il comune è sotto pressioni dei criminali. Nell’estate del 2021, un rapporto basato su interviste a 50 lavoratori comunali hanno mostrato che le famiglie e le bande criminali erano riuscite a convincere i dipendenti del comune a distogliere lo sguardo quando la droga veniva venduta apertamente o venivano immagazzinate armi e droga in proprietà comunali. ‘Sono abbastanza pessimista nel breve termine’, ha detto Ulf Kristersson, il primo ministro svedese. ‘Sarà molto, molto brutto’. Ma quanto? Il pluripremiato giornalista Federico Moreno, lui stesso cresciuto a Botkyrka, lo ha riassunto così: ‘Quando le bande governano le strade, presto vogliono possedere la politica’”.
Ha ragione Bernard Kouchner, l’ex capo di Medici senza frontiere e ministro degli Esteri francese, che oggi dice: “È facile per il Papa parlare di dovere morale, ma l’Europa non esisterà più se il problema dell’immigrazione si porrà in maniera massiccia e si porrà”.
Segnatevi questa cifra: 4.7 milioni. Si porrà. E, stando così le cose, non saremo pronti. Servirebbe un Papa a cui sta a cuore il futuro dell’Europa e della Francia quanto delle Filippine, una Germania che non vuole distruggere l’Europa per espiare il nazismo e giudici che non lavorano a un golpe [atroce sovversione italicida] culturale contro i popoli europei.
Chissà se saremo così fortunati.