Rossella, marocchino l’ha sgozzata: «Basta ti prego», e lui infieriva in nome dell’integrazione

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Le vere vittime di questa tragedia sono i due figli della donna. Orfani perché qualcuno fa entrare queste bestie e perché altri le frequentano nonostante gli avvisi dei ‘razzisti’.

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«Basta, basta, ti prego fermati». Uno dei vicini ha sentito Rossella Nappini, 52 anni, uccisa nell’androne di casa ieri pomeriggio al Trionfale, urlare a squarciagola, implorando il suo ex africano di avere pietà di lei.

Invece quell’immigrato, ora arrestato, ha infierito sulla donna come un ossesso, colpendola più volte con una lama all’addome e alla gola.

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«Rossella l’avevo vista il giorno prima, passavo con il motorino e lei stava attraversando. Sembrava confusa, come stordita. L’ho quasi messa sotto – racconta uno dei residenti di via Giuseppe Allievo, la via in cui la donna era tornata ad abitare con la madre ottantenne – lì per lì le ho detto che era stata fortunata, invece a ripensarci adesso, sarebbe stato meglio che l’avessi investita, così magari sarebbe finita in ospedale e non veniva ammazzata come un cane».

Dalla naturopata sulla via Rossella andava spesso per acquistare dei bendaggi: «Ultimamente aveva sempre dolori forti alla schiena, poi ogni tanto si lamentava per un braccio mezzo rotto – ricorda la specialista – non sapevo nemmeno facesse l’infermiera. Forse tutti quegli acciacchi li aveva per via del suo lavoro, o chissà. Non voglio nemmeno pensarci…». E’ l’integrazione.

Le vere vittima di questa tragedia sono i poveri figli della donna.




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