Era stata la vittima, sempre un minore, a riconoscere Dahirvè, ora 18enne, dai social e a collaborare alle indagini dei carabinieri che lo hanno arrestato con un complice.
Entrambi sono stati portati nel carcere minorile di Roma invece che rimandati in Africa.
Il ragazzo pestato aveva perso conoscenza e aveva avuto sette giorni di prognosi per un trauma cranico. Aveva poi riconosciuto appunto dai profili social l’aggressore e un amico come esponenti del movimento trapper della zona di San Siro.
Prima si sono infilati in ascensore con lui, alla fermata della metropolitana lilla Segesta. Per non lasciargli scampo, in tre contro uno. Poi lo hanno minacciato: “Dacci i soldi e il cellulare”. Infine, per essere più persuasivi, una volta fuori lo hanno colpito con calci e pugni: un pestaggio talmente brutale che la vittima, un sedicenne, è stramazzata a terra priva di sensi. E i suoi aggressori sono scappati, spaventati, senza rubare nulla. Erano le 22.30 dello scorso sabato 7 gennaio.
A distanza di sette mesi e mezzo due di loro, diciassettenni all’epoca dei fatti e ora appena maggiorenni, nati in Italia da famiglie marocchine, tipico esempio dell’immigrazione regolare tanto cara alla demente, sono stati arrestati dai carabinieri e accompagnati al carcere minorile di Roma su disposizione del Tribunale per i minorenni di Milano, con l’accusa di tentata rapina e lesioni. L’ordinanza di custodia cautelare è stata eseguita lunedì dai carabinieri di Milano Porta Magenta. Uno dei due arrestati sarebbe un trapper molto conosciuto dagli adolescenti afroislamici: Dahirvé è il suo nome d’arte, ma è noto anche come Vegeta_Grr, ed è attivo nel quartiere islamico di San Siro.
In una bizzarra biografia su internet viene presentato come “un rapper italo-marocchino cresciuto nel quartiere San Siro”. Entrambi i delinquenti hanno un precedente per un furto commesso insieme nel 2020. La vittima, soccorsa al San Carlo, ha riportato un trauma cranico da lesioni con 7 giorni di prognosi. Una volta ripresosi, il ragazzo ha denunciato l’accaduto ai carabinieri riuscendo anche a indicare l’identità di uno dei suoi aggressori, riconosciuto come trapper.
Se non abroghiamo i ricongiungimenti familiari e non torniamo allo ius sanguinis integrale siamo fottuti.
da condannare e poi da espellere insieme alle loro famiglie e a tutti i parenti sino al sesto grado
Anche la negretto infierisce. Gesù ci ha dato il comando del perdono e della preghiera, a noi cristiani, ma io “comando” al generale che da bravo “Figliuolo” della patria, faccia piazza pulita. Qui si sta se si lavora, paga le tasse e rispetta le leggi e non mi interessa se sono italiani di 20° generazione. Poi non esiste italiano di seconda generazione, cos’è,? Si dice italiano di origini straniere, specificando lo stato.