“La discriminazione positiva” scrive il #Corriere, ovviamente contro i bianchi meritevoli
La Corte Suprema degli Usa ha stabilito ieri che la razza non potrà essere più usata come fattore di valutazione per le ammissioni determinando così lo stop alle “quote nere”. pic.twitter.com/12ZNbT36xN
— Francesca Totolo (@fratotolo2) June 30, 2023
I suoi sei giudici conservatori hanno deciso, contro il parere dei tre progressisti, incostituzionali le procedure di ammissione nei campus che tengono conto della razza dei candidati e che, de facto, avevano finito per discriminare gli studenti bianchi.
Diverse università altamente selettive avevano introdotto criteri razziali ed etnici nel loro processo di ammissione alla fine degli anni ’60 per “correggere le disuguaglianze derivanti dal passato segregazionista degli Stati Uniti e per aumentare la quota di studenti neri, ispanici o indigeni nelle loro iscrizioni”. Questo non sarà più possibile.
Queste politiche, note come discriminazione positiva, sono sempre state fortemente criticate negli ambienti conservatori che le considerano opache e vi vedono il razzismo alla rovescia.
Richiamata a più riprese dal 1978, la Suprema Corte aveva vietato le quote, ma aveva sempre autorizzato le università a tener conto, tra l’altro, dei criteri razziali. Ora non più.
Se conterà solo il QI, le università americane somiglieranno alle piscine dell’Alabama del 1950. Con in più i gialli.
La stessa cosa anche nelle skuole italiane dove tutte laureate in cazzologia si fanno chiamare dirigenti, si come no di sta coppa, tutte laureate in buste lettere e postino, cazzo mai un fisico un matematico oun ingegnere… Tutte inutili e tutte a mettere i voti a cazzo come il 9 agli impallinatori…. Skuola di inutili zoccole analfabete
Ormai le lauree italiane, vendute, letteralmente, un tanto al chilo, valgono poco e difatti poco vengono considerate. Si lamentano che un laureato faccia il lavapiatti, il cameriere, o il netturbino, ma non valutano che per molti di questi ‘dottori’, è già anche troppo impegnativo.