Accetta passaggio da africano, viene massacrata di botte e violentata: lui è spacciatore ex profugo minore

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Questo è sbarcato in Italia da presunto minore e da allora ha prima scroccato in hotel per piccoli invasori e poi è diventato uno spacciatore. Come altre migliaia come lui.

Un 23enne egiziano pericoloso, noto alle forze dell’ordine per casi di spaccio di sostanze stupefacenti ma anche per aver posto in essere aggressioni, che fino a pochi giorni fa, aveva fatto di “Casematte”, nell’area dell’ex ospedale psichiatrico a Collemaggio (L’Aquila), un luogo dove trovare riparo. Si tratta del ragazzo che una settimana fa ha massacrato di botte una 31enne aquilana al termine di un tentativo di stupro avvenuto al culmine di una serata tranquilla in compagnia della mamma della vittima e di altri amici all’interno di una kebabberia al Corso stretto, locale, estraneo alla vicenda giudiziaria.

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Ieri il Gip del Tribunale ha convalidato l’arresto in carcere del giovane egiziano in passato ospite presso un centro di accoglienza per minori in città, prima di rivestire i panni di uno spacciatore piuttosto violento pronto a fuggire in nave per la Tunisia oppure per Barcellona, se gli agenti della Seconda Sezione della Squadra mobile della Questura dell’Aquila, coordinati dal sostituto procuratore della Repubblica, Marco Maria Cellini, non lo avessero individuato e fatto acciuffare a Civitavecchia, dai colleghi della Polfer che lo avevano controllato pochi minuti prima. Attività di polizia giudiziaria non facile visto che il ragazzo al momento dell’aggressione indossava un cappellino e una maglia che copriva in parte un tatuaggio notato dalla vittima.

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Le telecamere lo hanno immortalato mentre ha accompagnato la giovane al bancomat per prelevare la somma di 50 euro presso lo sportello Bper sotto i Portici.

Poi l’invito a riaccompagnare la ragazza in auto dalla madre. Giunti a Costa Masciarelli il tentativo di violenza poi le lesioni a scopo di rapina. Pugni talmente forti e ripetuti al volto della 31enne che portato alla rottura di un anello con scritte in arabo, indossato dal rapinatore, rinvenuto poi dagli investigatori. E proprio da fonti confidenziali nell’ambito dello spaccio di droga (del quale è bene ribadire l’assoluta estraneità della giovane aquilana 🤡 che tra l’altro ha dichiarato di non conoscere affatto l’egiziano) si è risaliti a tempo di record alla sua identificazione.

Di qui il blitz a Casematte luogo nel quale gli agenti della Squadra mobile, pensavano di trovarlo o rinvenire indizi utili sulla sua possibile ubicazione, ma nulla di tutto questo. Quindi il forte sospetto che fosse nel frattempo fuggito all’estero. I tabulati telefonici, lo scambio di informazioni tra agenti di polizia, le stesse banche dati hanno poi chiuso il cerchio, riuscendo nell’attività di localizzazione a Civitavecchia, luogo nel quale per una strana coincidenza erano in partenza di lì a pochi minuti, una nave per la Tunisia e un’altra per Barcellona. Resta infine ancora ricoverata in ospedale la ragazza che ha avuto una prognosi superiore ai 40 giorni per una serie di gravi fratture riportate al volto.