Crosetto era stufo di passare il suo tempo tra parate e l’invio di armi all’Ucraina, voleva un blitz tutto suo.
Italian special forces hunt down hijackers on Turkish ship in Capri. The criminals have been caught! They are Afghans, Iraqis and Syrians, armed with knives. pic.twitter.com/XHioX5cZqP
— RadioGenova (@RadioGenova) June 10, 2023
E alla fine, il ‘blitz’ di ieri, ideato da quel genio di Crosetto, è servito solo a portarci in casa un altro paio di decine di clandestini diretti in Francia:
Nave turca dirottata: i clandestini sono già tutti in hotel a spese vostre, Stato barzelletta
Ora il governo manda anche le forze speciali per evitare che finiscano altrove.
Questo è un governo di pazzi scatenati. Usano la forza non per respingere l’invasore, ma per portarcelo in casa.
Quello che sta facendo il permalosetto Crosetto,
e’ riempire l’Italia
man mano che si svuota di italiani.
Tutto quello che i media dicono o non dicono,
esiste oppure non esiste.
Dei media fanno parte anche internet,
perché oggi chi non si adegua alla narrativa ufficiale, viene censurato.
Pertanto:
quello che non viene detto =>non esiste.
Nessuno vi dirà che in Germania si registra un eccesso di mortalità del 40%.
E dall’altra parte una riduzione di natalità, perché sempre più coppie fanno meno figli, dato il disagio economico.
Nei paesi africani ed islamici
non sono non hanno fatto vaccini, e non hanno eccessi di mortalità,
ma ci sono famiglie che arrivano a fare 600 figli, grazie alla poligamia .
Scordatevi questo mondo come lo conoscete
il futuro del mondo e’ nero.
Quant’è abnorme la babbuassaggine di questi zuzzurelloni?
Quanto è catastrofica questa stramaledetta epoca?
Leggete questa agghiacciante intervista! una congerie di contraddizioni condite da pusillanimità e accidia.
Quest’intervista è materiale psichiatrico!
Non hanno il coraggio, la forza, l’intelligenza neanche di fare una leggina antianglofonofilia!
Già nel titolo c’è una contraddizione.
”«Basta inglesismi. Ma ”radical chic” si può ancora dire»
Il deputato di Fdi [”i” minuscola]: «Nessuna multa ai cittadini, la mia proposta è per aziende e Pa. Imitiamo la Francia sulla difesa della lingua»
[nell’intervista ha detto il preciso contrario, ossia che non vuole imitare i francesi]
[…] «La presento da tre legislature, magari questa è la volta buona», sospira. Magari sì. [sono al governo!] Ma nonostante la rinnovi da tempo, ora che Fratelli d’Italia è al governo la sua proposta è stata elevata a emblema del revanscismo della destra, e da giorni è oggetto di pesanti sberleffi.
[chiunque derida è un selvaggio infantile perché disprezza la sublime melodia dell’elegantissima lingua italiana] […]
Rampelli, dunque vuole impedirci di parlare in inglese?
[che senso ha questa domanda?]
«No, voglio che la Pubblica amministrazione, le grandi società, le multinazionali e le partecipate dello Stato parlino italiano e si facciano capire dagli italiani. Perché il loro linguaggio è incomprensibile; soprattutto lo è per le persone meno istruite, gli anziani e i giovanissimi che non hanno ancora iniziato il loro ciclo di studi o per coloro che invece l’hanno dovuto terminare anticipatamente».
E allora ci spieghi: quando sarebbe proibito l’utilizzo di parole straniere?
«Viste le falsità che sono circolate in questi giorni, mi permetta di precisare: ogni cittadino era, è e resterà libero di esprimersi nella lingua che vuole. [che senso ha questa risposta? In Italia si deve parlare in italiano!] Le sanzioni – che accompagnano fatalmente ogni legge – sono applicate soltanto a quegli enti, a coloro i quali possono scrivere leggi, regolamenti, convenzioni, documenti, contratti o fare proposte commerciali e quindi hanno il dovere di farsi comprendere».
Facciamo qualche esempio. Se un Comune e un’azienda stipulano un contratto, nel testo non ci può essere la parola «green»?
«Sarebbe auspicabile dato che la parola ”green” ha un corrispettivo in lingua italiana che si può serenamente utilizzare. Ma ormai il termine è internazionalizzato e quindi non sanzionabile [e invece è sanzionabilissimo perché si può dire ”verde”!]. Io non voglio mica italianizzare i termini stranieri [che tremenda pigrizia! che orribile checchezza! Italianizzare è un importantissimo dovere civico! È un’importantissimo dovere patriottico!] anche se i francesi lo fanno: francesizzano ogni anno tutti i vocaboli che sono entrati nel gergo comune. E c’è una commissione ad hoc che fa questo lavoro. La mia non è una proposta autarchica, non voglio italianizzare niente. [malissimo! che checca! che ignavo!]. In ogni caso la parola ”green” ha un corrispettivo nella lingua italiana e non c’è alcuna ragione al mondo per fare i fighetti e non utilizzarla».
Non ho capito. Se un Comune mette la parola «green» dentro un contratto quindi si piglia la multa o no?
«No, perché è un vocabolo internazionalizzato, perde la sua natura originaria. Come pizza».
Io per l’uso di green la multa la darei, ma grazie al cielo non decido io [in quest’epoca vige il culto della deresponsabilizzazione ]. A proposito: a chi spetta controllare, cioè vigilare sulla lingua?
«In questi dettagli la legge non entra, [!! e allora a che cosa serve?!?!] ci sarà un decreto attuativo che preciserà meglio. Però è prevista l’istituzione di un comitato scientifico che dovrà occuparsi di promuovere la lingua italiana e di monitorarne l’evoluzione. Ne fanno [faranno?] parte la Dante Alighieri, la Treccani, l’Accademia della Crusca e poi altre realtà istituzionali. Il ministero di riferimento sarà quello della cultura. E infatti sarà il ministro della Cultura o un suo delegato a coordinare il lavoro di questo comitato, ci sarà anche la partecipazione del ministero degli Esteri».
C’è chi dice che la sua proposta non serva, ma servirebbe investire di più sulla scuola: è lì che si dovrebbe imparare bene l’italiano.
«Il benaltrismo è uno sport molto diffuso in Italia. Una cosa non esclude l’altra. La verità è che siamo arrivati a un punto di non ritorno. […] ho sentito un linguista spiegare che quando metà dei termini presenti sul dizionario italiano verranno da una lingua straniera, l’italiano sarà tecnicamente collassato, sterile. Noi continueremo a parlarlo [?], ma non si diffonderà più. Ebbene, negli ultimi anni c’è stato un incremento del 773% […] di vocaboli stranieri, prevalentemente inglesi, nel vocabolario italiano. Quindi mi pare che ci si debba interrogare».
Non sarà troppo tardi ormai?
[che mostruosa arrendevolezza!
perché non sigilliamo i Sacri Confini della Madrepatria?
Anche perché intellettualini e politucoli non hanno la forza neanche di difendere la lingua italiana!
Dichiarano che l’italiano rischia l’estinzione e questa è la loro miserabile reazione, l’assenza di qualsiasi reazione!
superpassività!
Che nauseante disprezzo di sé!]
«La Francia insegna che intervenire si può, certo ci si deve applicare»
[non ci serve l’insegnamento degl’italicidi orchi francesi!]
Però loro hanno iniziato decenni fa, prima della rivoluzione digitale, dei social…
[Però loro hanno 19 milioni di orchi invasori, in gran parte islamici]
«Può darsi che in alcuni casi contrastare l’invadenza della lingua americana sia più difficile, ma questo non può essere un alibi per non fare niente e vedere la nostra lingua svanire nel nulla [gl’Italiani stanno svanendo nel nulla. E ora reggetevi molto, molto forte alla sedia perché ora arriva un incredibile colpo di genio!!]. Questa difesa la dobbiamo al mondo intero. La lingua italiana non è degli italiani: è universale. [l’orrido delirio apolidista non poteva mancare!!!] Non esiste che noi si possa essere così distratti da consentire questa sorta di invasione da parte della lingua dominante, che è diventata ancora più forte a causa della globalizzazione. Paradossalmente Malta, Cipro, l’Ungheria, il Portogallo, la Slovenia e nazioni più piccole, con meno abitanti e con una tradizione linguistica culturale diversa – non voglio definirla minore – tutelano la loro lingua fin dalla Costituzione, nel modo più solenne possibile, e noi no. Questa è una anomalia».
La Francia ha una legge simile, ma ha multe molto più basse. Non sono troppo salate quelle che vuole imporre lei?
«La Francia ha multe più basse perché la legge è del 1993, le tariffe sono datate. In ogni caso la mia è una proposta, non una legge già approvata: se questo può essere un punto da ridiscutere e da migliorare, io sono ben disponibile a farlo. Mi faccia dire una cosa però»
Dica.
«[…] qui si tratta di colpire, eventualmente, grandi società e multinazionali che operano in Italia: vogliamo parlare di Amazon? Il Garante della concorrenza le ha propinato una multa da un miliardo e 200 milioni pochi mesi fa per abuso di posizione dominante. Questi sono i soggetti di cui parliamo. Che vogliamo fare? Dare multe da 40 euro, come per un divieto di sosta, alle multinazionali che si ostinano a parlare inglese a casa nostra e a discapito della comprensione per i cittadini italiani significa rendere inefficace la legge».
Mi faccia capire. Se Amazon volesse pubblicizzare, che so, una serie televisiva con cartelloni in inglese potrebbe farlo?
«No, perché l’idea è quella di fare una legge che induca i grandi… Stavo dicendo player, vede il riflesso condizionato? I grandi giocatori del mercato a utilizzare in Italia, se stanno operando qui, la nostra lingua».
Quindi dovrebbero utilizzarla anche negli spot [annuncio; ://aaa.italofonia.info/spot-1/], persino [persino?] quelli televisivi?
«Guardi, fino a qui abbiamo preso la questione dal punto di vista dell’identità culturale, ma forse dobbiamo cambiare prospettiva. Dobbiamo guardare a questa faccenda dal punto di vista sociale. In Italia la metà almeno dei cittadini non conosce la lingua inglese. Ma sono appunto cittadini, pagano le tasse e hanno il diritto di capire che cosa c’è scritto in tutte le comunicazioni che li coinvolgono, anche quelle di carattere commerciale. Di recente ho visto un manifesto dell’Aeronautica militare – dunque parliamo della difesa, e non esiste niente di più patriottico – scritto in inglese. Qualche anno fa feci una interrogazione parlamentare perché addirittura la Marina militare fece un bando di reclutamento in lingua inglese: Be cool and join the Navy. Pazzesco. Siamo arrivati a un punto in cui il senso di responsabilità deve prevalere, senza distinzioni fra destra e sinistra. Le altre nazioni che hanno difeso la loro lingua madre sono governate da partiti di orientamenti diversi, eppure hanno messo in campo gli strumenti necessari a difendere il loro patrimonio».
Vero, la difesa della lingua è una questione molto seria. Però il rischio di rendere tutto un po’ caricaturale esiste eccome. [il rischio esiste soltanto per le checche che si vergognano, per chi è affetto e affli tto dal complesso d’inferiorità] Ed emergono alcune contraddizioni. Per esempio: il programma di Fratelli d’Italia è ricco di termini inglesi.
«E cosa c’entra? Ripeto: nella proposta non c’è alcun divieto per i cittadini, associazioni, partiti a utilizzare parole inglesi. Qui il punto è la relazione fra attori pubblici e privato che operano commercialmente sul mercato italiano. A cominciare dalla Pubblica amministrazione, che rappresenta un vero paradosso: già non si fa capire perché utilizza un incomprensibile burocratese e se utilizza pure parole in lingua straniera… Viene il sospetto lo faccia apposta per non farsi capire».
Chiaro. Diciamo però che i politici dovrebbero dare l’esempio.
«In questi giorni è stato chiamato in causa varie volte il governo, si è detto che vogliamo fare questa legge poi però diciamo Made in Italy [Prodotto in Italia]. Anche questa è una assurdità. La mia proposta non tocca chi opera nel campo della internazionalizzazione. Made in Italy è una formula che serve a commercializzare con più efficacia all’estero i prodotti italiani. Quando si esce dai confini nazionali si usa la lingua dominante».
Ecco, dominante è la parola giusta. Se usiamo l’inglese è perché si è imposta l’egemonia culturale americana. Provare a rendersi un po’ più indipendenti mi sembra sacrosanto, però continuiamo a sentire anche da destra continue professioni di atlantismo…
«Mi sembra un collegamento un po’ forzato. Esiste una realtà che non possiamo certo negare: dal 1989 in avanti la globalizzazione ha portato non soltanto gli stessi prodotti in tutto il pianeta ma anche una lingua unica, omologata [omologante], una lingua dominante, quella americana. Ma questa non è una ragione sufficiente per arrendersi».
[…]
Alla fine forse tutta l’ironia che è stata fatta ha avuto il merito di portare la questione al centro del discorso.
«[…] adesso basta ridere, perché la questione della difesa della lingua è molto seria. Qui si tratta di rendere la democrazia e le sue procedure accessibili alla popolazione. Il problema è che c’è un atteggiamento molto fighetto di alcuni ambienti che amano usare l’inglese, anche se si tratta di un inglese che gli inglesi non capiscono. Roba da radical chic».
Ma come radical chic? Qui scatta la multa…
«E ridagli… Sto alla sua battuta, ma è termine non traducibile letteralmente, quindi mi oppongo. Vabbè, facciamo ”da salotti buoni”»
[e invece si deve tradurre eccome: bor(ghese)gonfio, bor(ghese)tronfio]
[…]
I suoi collegi di partito sosterranno questa proposta? Ho sentito qualcuno avanzare dubbi.
«Dopo tutte le cose che sono state dette su questa proposta sarebbero venuti dubbi anche a me. Però, dopo aver spiegato il contenuto, non vedo perché qualcuno non dovrebbe sostenerla. L’ultima volta che l’ho presentata è stata firmata da tutti.»”
[Sono tremebondi perfino su questa quisquilia!!!]
Francesco Borgonovo, La Verità, Domenica 9 aprile 2023, pagina 10.
In cima alla pagina si legge ”Pensiero forte”.
Intervista lunghissima, la più lunga che abbia mai letto su ”La Verità”.
Sarebbe utile anche intervistare il patriota Giulio Meotti per porgli domande sulla sostituzione italicida, sull’italicida islamizzazione.
Che terribile fatica la difesa di questa quisquilia!
Una leggina antianglofonofilia che, forse, neanche si farà!
Che schifo d’intervista!
Tuttavia molto utile per capire quanto tremenda sia la checchezza del governucolo.
I selvaggi orchi ultraregressisti si oppongono perfino a questa blandissima leggina.
Non sanno difendere nessuna loro idea, perché, non essendone convinti, non hanno nessun’idea!
Hanno la testa vuota!
Tutti, sia politucoli sia intellettualini di (?) ”destra” (di opposizione? come li si può chiamare?) sono sconvolti e paralizzati da un micidialissimo complesso d’inferiorità.
Ora siamo sapevoli di quanto terrificante sia la checchezza di questi babbuassi?
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