Anche i giornali del Governo: “Con Meloni Italia è il campo profughi d’Europa”

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Anche i giornalisti della destra al governo iniziano ad avere un ‘lievissimo sospetto’:

Temo l’Unione Europea anche quando porta doni. Sia chiaro, non è un pezzo sovranista, euroscettico o quant’altro, è la pura previsione del futurofatta sull’esperienza del passato. Forse, per la precisione, sarebbe opportuno aggiungere, temo questa Ue, di Von der Leyen e Panzeri, di Timmermans e Scholz, della Lagarde, del dimissionario Sanchez e di quel che è rimasto diMacron;ma anche di quel turista della democrazia che è il nostro Gentiloni. Quel che mi fa storcere il naso, da profondo conoscitore della prassi più che dei concetti, perché la prima è sempre nobile e i secondi ne sono l’inevitabile applicazione pratica che ci finisce quasi sempre in saccoccia, è che sia alle viste un accordo su come regolare l’arrivo di imponenti flussi di clandestini dal Mediterraneo, Africa ma anche Medio Oriente. Parrebbe che la Ue abbia in serbo per noi una straordinaria offerta, stile supermercati, che non a caso non convince Fratelli d’Italia: ce ne pagano tre, ma ne teniamo dieci.

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Partiamo dai fatti: la proposta indecente che dovrebbe essere fatta all’Italia al vertice previsto tra un paio di settimane dovrebbe essere il pagamento al nostro Paese di 22mila euro per ogni immigrato clandestino che si tiene. Io ti pago, e poi cavoli tuoi, nulla voglio sapere di cosa farai di questa massa umana, delle condizioni di lavoro che le offrirai, di quanti moriranno per i disagi, delle conseguenze sociali e criminali che pagherai. Sei stato pagato, era tutto nel prezzo, compreso un aumento di arrivi magari determinati da sciagurate politiche belliche o industriali che gli altri Paesi – occidentali e non – potranno prendere e in grado di destabilizzare ulteriormente lo scacchiere sub-sahariano. I soldi rendono ghiotti e sono una tentazione difficile da respingere, ma è necessario farlo. Se accettassimo, diventeremmo dei piccoli Erdogan, il dittatore turco che ha barattato per sei miliardi l’anno con l’Europa la vita di milioni di profughi siriani, iraniani, bengalesi, che premono sui suoi confini per entrare in Europa e della cui sorte nessuno si interessa, tantomeno noi che ne compriamo il cartellino e poi lo mettiamo nelle mani di un satrapo islamico.

È innegabile che questo governo, presentandosi con la promessa di attuare il blocco navale per fermare gli arrivi e non riuscendo a farla, abbia nell’immigrazione clandestina uno dei propri talloni d’Achille. La strategia di contrasto pare definita nel creare infrastrutture attraverso le quali il Continente Nero possa sfruttare le proprie risorse, lavorarle in loco sotto la nostra guida competente e poi rivendercele. È il cosiddetto Piano Mattei, arduo da realizzare, ma la sola strada che può portare a una soluzione definitiva. Accettare la lauta mancia di 22mila euro a migrante, tutte le rotture incluse e a nostro carico, ricorda invece la sciagurata decisione del governo Renzi, che probabilmente senza rendersi conto di cosa stava facendo, si impegnò con l’Europa a gestire le “risorse”, così le chiamava la Boldrini, in arrivo nel Mediterraneo in cambio di un piccolo regalino nei parametri di Maastricht, quello sforamento che avrebbe consentito al Rottamatore di regalare 80 euro in busta paga a dieci milioni di dipendenti e stravincere il voto Europeo. Tutti felici e contenti furono: i clandestini, accolti con tappeti rossi e dislocati in centri di accoglienza che speculavano sul loro soggiorno, spesso con profili criminali come quello della suocera di Soumahoro, la sinistra che si dimostrò inclusiva e buonista, Renzi che ebbe le casse piene per distribuire e farsi votare e gli imprenditori che ebbero stagionali da non confermare. A distanza di nove anni, è da quella infornata che arrivano le baby gang extracomunitarie, le periferie sotto controllo, il degrado urbano, i salari non competitivi degli italiani, l’abbassamento dei servizi del Welfare, la maggiore violenza sulle strade. Per inciso, il governo Renzi rottamò anche la Missione Mediterraneo Sicuro, l’unica nella quale imbarcazioni ufficiali degli Stati pattugliavano il mare e salvavano i migranti. Costava troppo, mentre i soldi dovevano servire ad altro.

In realtà la famigerata missione di cui parla questo giornalista era Mare Nostrum e fu inventata da Letta. Con lui avemmo il record di sbarchi. Renzi portò solo avanti il lavoro. E ora Meloni sembra puntare a battere tutti i record di sbarchi.

Di certo, non risolvi il problema con fantomatici piani di sviluppo per l’Africa: sono i benestanti ad imbarcarsi, più si sviluppano e più ne partono. Ma questo non puoi spiegarlo a teste poco pensanti come Tajani. E, a questo punto, anche a Meloni.