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In assenza dello Stato, il cui lavoro è ormai solo quello di riempirci di immigrati più o meno
legali, come segnale di legalità, nel primo pomeriggio di ieri ronde di patrioti hanno sfilato sul lungolago di Peschiera.
«Come mai siete qui?», chiedono ai patrioti i soliti giornalisti. «Perché siamo cittadini di Verona che vogliono difendere il territorio e l’italianità», è la risposta lapidaria. Non vogliono aggiungere altro, se non le meritate parole ostili verso i giornalisti: «Con voi non parliamo perché vi disprezziamo». Severi ma giusti.
Le intenzioni sono evidenti: intervenire in caso di violenze degli stranieri, a cui non risparmiano occhiatacce e insulti. Ai pochi che si erano avventurati in zona sperando in una replica delle violenze dell’anno prima.
Giusto maltrattare i giornalisti, almeno finché questi ultimi smetteranno di fare gli scribacchini un tanto a riga per i criminali globalisti, riappropriandosi della loro professione: dire la verità, indipendentemente dai desiderata dell’editore, o di quei delinquenti professionali che hanno acquistato le case di produzione di giornali e telegiornali vari. E un giorno, non basterà dire: abbiamo solo eseguito gli ordini.