Bruna, il trans di Milano all’asilo: “Non mi potete fermare, torno qui e ammazzo”

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Se avessimo un governo serio, questo domattina sarebbe su un aereo verso il Brasile. Invece verrà anche risarcito per qualcosa che non ha subito e rimarrà in Italia ad importunare bambini e minacciare di uccidere davanti agli asili.

Parla il vigile vittima del linciaggio mediatico dei media transofili che ha osato manganellare il trans Bruna che importunava bambini di tre anni davanti ad una silo.

Tutto inizia alle 8.15 in via Giacosa: l’agente e il collega, entrambi in forza in un Comando decentrato, intervengono su chiamata di un altro equipaggio. Sono esperti, nel Corpo rispettivamente dal 1999 e dal 2008: pattugliano insieme da 12 anni un’area che va da Loreto a Dergano e in carriera hanno ricevuto tre encomi per aver sventato due suicidi e per aver aiutato un collega preso a bastonate in viale Tunisia. La segnalazione via radio parla di un cittadino “che inveisce contro le persone e in particolare nei pressi del plesso scolastico “Casa del Sole” e che mostra nudità in presenza di donne e bambini frequentanti l’istituto”, si legge in una relazione finita agli atti dell’inchiesta della Procura. Nel mirino del trans A.M., stando a quanto risulta, finiscono pure due addetti dell’Amsa, “minacciati più volte dallo stesso soggetto e obbligati ad allontanarsi dall’area in cui dovevano svolgere il loro servizio pubblico di pulizia”.

“Non mi potete fare un cazzo, se mi portate via domani torno qui e ammazzo qualcuno”, per poi mordersi la mano e cominciare a sputare sangue “gridando di avere l’Aids e di infettare tutti”.

E ha ragione lui. Subito difeso da quel sistema criminale che ha ridotto le nostre strade in latrine a cielo aperto.

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Dopo diversi tentativi falliti di mediazione e un intervento respinto dei sanitari del 118, i due ghisa decidono di accompagnare A.M. in via Custodi e la fanno entrare non senza difficoltà in auto: i sedili posteriori sono separati da quelli anteriori con una lastra di plexiglas. Durante il tragitto, di circa cinque chilometri, con un’altra macchina di supporto, la trans scalcia e dà testate contro il divisorio: “Voi due non arrivate vivi a stasera, io sono pazza”.

In via Castelbarco, a poche centinaia di metri dalla sede del Radiomobile, gli agenti non sentono più un fiato: si voltano e vedono il trans accasciato, come colpita da un malore. “Abbiamo deciso subito di fermarci – ha spiegato l’agente a chi gli ha parlato –. Di recente, ho fatto un corso per utilizzare il defibrillatore automatico: mi sono ricordato che ogni secondo è prezioso, e quindi ho pensato che quella persona avesse bisogno”. Questo è l’unico errore che ha commesso.

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Infatti, appena aperta la portiera, A.M. ha dato un calcio ed è sceso, per poi colpire l’agente alla gamba. In quel momento, è partito l’inseguimento a piedi, durante il quale il trans ha spintonato un altro ghisa. Il primo a raggiungerla, dopo aver preso il passaggio da un ragazzo in motorino, è il collega dell’agente: il trans continua a sputare, lui le dà un colpo alle gambe per buttarlo a terra e poi usa lo spray urticante.

Poi arriva l’altro, che colpisce più volte. Giustamente.

Il segretario del Sulpl Daniele Vincini lo difende: “Il colpo alla testa è uno. Era meglio che non ci fossero, ma se li guardate bene sono tutti colpi indirizzati solo a prendere l’attenzione e il soggetto ha avuto zero giorni di prognosi e non ha avuto problemi di tipo fisico”.

Questa vicenda ci spiega chiaramente cosa sia la grande massa dei giornalisti italiani: la più bassa forma di vita in circolazione.




2 pensieri su “Bruna, il trans di Milano all’asilo: “Non mi potete fermare, torno qui e ammazzo””

  1. Due sono i problemi serissimi in ItaGlia: 1) i partiti di “sinistra” (cioè dei globalisti del capitale, in quanto infiltrati da borghesi o nobilotti, che però si spacciano di sinistra per poter meglio agire indisturbati essendo “amici del popolo angariato”…) 2) i giornali” di sinistra”, sempre posseduti proprio dai suddetti. Entrambi si sentono intoccabili in quanto protetti dalla Gayropa: cioè dalla NATO, di cui l’UE è facciata… Tutto questo piano di distruzione è portato avanti dalla NATO tramite la Gayropa, ONU (piena di negri e muslimici che comandano e fanno i piani di ripopolamento…) e compagnia bella. Tutto ciò non finirà mai finchè non si eliminano NATO & c, o perlomeno non avranno una bella ridimensionata: anche per questo motivo Vlad deve vincere, considerato che sia impossibile liberarsi dalla NATO con le sue basi e inutile eliminare PD & soci.

  2. ”Questa vicenda ci spiega chiaramente cosa sia la grande massa dei giornalisti italiani: la più bassa forma di vita in circolazione.”

    ”Una vita, una vita, nel servizio pubblico televisivo fino a considerarlo come il proprio salotto di casa. Contratti facili. Partigianeria politica e ideologica esibita. Ora arriva il “fascismo”.”
    ://twitter.com/giuliomeotti/status/1661812337140006934

    All’estero, pazzia tirannia e censura sono molto, molto più feroci, micidiali e implacabili che da noi.

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