Il Vaticano è un anacronismo che deve cessare di esistere. Una ferita nel cuore della Patria che prospera solo grazie al servilismo dei nostri politici.
La Chiesa moderna è un’associazione di parassiti, a cominciare dai vescovi: individui che mai hanno lavorato in vita loro e vivono da sempre a scrocco profittando della circonvenzione di vecchie ereditiere e truffando i contribuenti con la truffa legalizzata dell’8 per mille.
E hanno l’ossessione di rendere l’Italia una cloaca multirazziale. Primo fra tutti l’imam mascherato da vescovo Zuppi: quello che passa più tempo in moschea che in una chiesa.

“Abbiamo bisogno di migranti per vivere”. All’assemblea dei vescovi italiani in corso a Roma, il cardinale Matteo Zuppi è tornato sul suo cavallo di battaglia.
“È la triste società della paura”, ha affermato l’arcivescovo di Bologna, esigendo un’accelerazioni sulle regolarizzazione dei clandestini e sullo ius culturae.
Dopo aver menzionato il tema della natalità, il presidente Cei ha detto: “L’accoglienza della vita nascente si accompagna alle porte chiuse a rifugiati e migranti. È la triste società della paura. Chiudere le porte a chi bussa è, alla fine, nella stessa logica di chi non fa spazio alla vita nella propria casa”. Poi l’ulteriore osservazione sull’importanza degli stranieri. “Abbiamo bisogno di migranti per vivere: li chiedono l’impresa, la famiglia, la società”. Nel suo discorso ai vescovi, Zuppi ha quindi aggiunto un’osservazione che ha fatto drizzare le orecchie ai cronisti. Sempre riferendosi ai migranti, ha infatti osservato: “Non seminiamo di ostacoli, con un’ombra punitiva, il loro percorso nel nostro Paese!”.
“C’è un livello di difficoltà burocratica che rende difficile il percorso d’inserimento, i ricongiungimenti familiari, il tempo lungo per ottenere i permessi di soggiorno, mentre si trascurano i riconoscimenti dei titoli di studio degli immigrati (che pure sono un valore per la nazione) o ancora si rimanda una decisione sullo ius culturae”, ha argomentato Zuppi, tornando su temi rispetto ai quali la Cei si era espressa anche in passato.
“Intanto la regolarizzazione del 2020 attende in parte di essere ancora espletata. Non è dare sicurezza, anzi esprime la nostra insicurezza”, ha bacchettato Zuppi, di nuovo critico.
L’opposto di quello di cui l’Italia ha bisogno: dobbiamo seminare ostacoli e costruire muri per respingere l’invasione. Dobbiamo abrogare i ricongiungimenti familiari, coi quali ogni anno entrano 200mila piccoli teppisti afroislamici che tanto piacciono ai vescovi. E dobbiamo tornare allo ius sanguinis intragrale.