Le Ong vanno al Parlamento Ue a protestare contro i bastoncini tra le ruote messi contro di loro dal governo Meloni dopo l’emanazione del de-cretino Piantedosi per “la regolamentazione dell’operato delle navi della flotta civile”.

E quest’oggi un rappresentante di Medici senza frontiere, Juan Matias Gil, capo missione della nave Geo Barents, si è presentato al Parlamento Ue a protestare perché il governo sceglie in totale autonomia i porti da destinare allo sbarco.

I pirati del mare della Geo Barents, che prima del decreto passavano settimane coi clandestini a bordo prima di essere a pieno carico, ora si lamentano perché possono prendere un carico alla volta e poi passano un paio di giorni per raggiungere un porto italiano.

“Noi siamo oggetto di criminalizzazione, siamo diffamati, c’è ostracismo nei nostri confronti. L’abbiamo visto con l’ultimo decreto Piantedosi in Italia per minimizzare i termini in cui possiamo operativi in mare”, ha lamentato il pirata spagnolo Juan Matias Gil.

Prima dell’entrata in vigore di questo decreto salvavamo 300 persone in ogni missione che realizzavamo. Oggi c’è una riduzione del 40% delle persone salvate. Possiamo aspettarci molti più morti perché c’è stata normalizzazione degli attacchi nei nostri confronti e non c’è un’alternativa a questa nostra azione con un mandato chiaro di salvataggio delle vite”, ha concluso Gil.

Al posto vostro ci pensano quelli della Guardia costiera, tranquilli. Comunque è evidente il motivo della lamentela: prima erano a pieno carico, ora no, e quindi il traffico non conviene.

Ci sono i ragazzi di Wagner liberi dopo Bakhmut. Verrebbero volentieri in gita nel Mediterraneo ad occuparsi di gestire il blocco navale. Siamo certi che milioni di italiani pagherebbero di tasca propria l’ingaggio.