Importiamo 100mila africani l’anno solo coi ‘ricongiungimenti familiari’

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A proposito degli stupri e delle violenze che negli ultimi mesi vedono come protagonisti i figli di immigrati. Quanti ne abbiamo importati in questi anni?

I ricongiungimenti familiari vanno aboliti. Si viene in Italia per lavorare, e ne bastano per questo poche centinaia l’anno per lavori particolari e con permessi temporanei. Quella in atto è invece un’immigrazione di ripopolamento. La stessa che ha ridotto la Francia ad una sorta di periferia nigeriana.

A questo dato vanno aggiunti altri venti/trentamila degli ultimi tre anni.

Ma la piaga dei ricongiungimenti familiari porta in Italia centinaia di migliaia di mantenuti in cerca del reddito di cittadinanza anche oltre l’Africa.

Già nel 2019:

Il dato nazionale è ancora peggiore.

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E’ un’immigrazione di parassiti, nel senso etimologico del termine: entità che non producono ma che drenano risorse dall’ospite. Che lavora per loro.

E’ questo che sta accadendo in Italia.

Nell’ultimo anno, infatti, i permessi di soggiorno rilasciati sono stati quasi tutti per ricongiungimento familiare o richiedenti asilo. Mentre meno di diecimila sono stati i permessi di lavoro, la maggioranza dei quali era costituito da lavoratori stagionali. Pochissimi i lavoratori qualificati.

Questo significa che meno della metà dei 30mila posti messi a disposizione dal governo sono stati sfruttati. E che poco più del 5% degli immigrati viene in Italia a lavorare. Quindi: perché li facciamo entrare? A cosa diavolo servono?

Ma, nonostante questo:

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Meloni sbraca su tutta la linea: decreto flussi per 82mila immigrati 🤡

In pratica: gli immigrati, in Italia, vengono a farsi mantenere, non a lavorare.

E questo è un processo che sta andando avanti da anni. Tanto che, ora, il rapporto costi-benefici dell’immigrazione in Italia e’ totalmente squilibrato sui costi.

Gli immigrati in Italia sono, ad oggi, oltre 5 milioni. Escluso il milione di irregolari, che non avendo il permesso di soggiorno, in quanto clandestini, non pagano i contributi.

Non che i regolari li paghino:

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La maggior parte degli immigrati non lavora. E’ la componente formata dai familiari a carico.

Quindi per ragioni di eta’, o perche’ troppo giovani, o perche’ troppo anziani, che non lavorano, pesando pero’ sul nostro welfare. E’ l’errore di permettere gli ingressi per ricongiungimento familiare. In Francia, questa politica, ha completamente mutato il panorama etnico del Paese. Stiamo facendo lo stesso errore.

E poi, ovviamente, ci sono disoccupati o gente che risulta disoccupata e che lavora in nero. Di conseguenza, andando a vedere nel dettaglio, solo una parte minoritaria degli immigrati ha un posto di lavoro regolare e contribuisce veramente alla ricchezza del Paese.

Tra gli immigrati il tasso di occupazione è pari a 57,8%: significa che il 42,2% vive alle nostre spalle. Un dato incredibilmente alto per chi dovrebbe essere qui a ‘pagarci le pensioni’.

Come non ce la pagheranno gli oltre 135mila che, ancora, vivono in centri di accoglienza a spese nostre.

Uno dei punti da riformare è quello dei ricongiungimenti: importiamo fancazzisti che vanno a creare un esercito di disadattati per future banlieus. Se proprio abbiamo bisogno di immigrati che lavorano – pochissimi – allora facciamo entrare solo quelli, non le nonne e i nipoti: perché altrimenti è immigrazione di ripopolamento. Di sostituzione etnica.