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Italiano di 94 anni salva donna da stupro del solito africano
Il nero dello stupro a Milano ha cittadinanza americana, è un cosiddetto ‘afroamericano’. Come se significasse qualcosa. A dimostrazione, anzi, che non conta dove nasci, ma il sangue che ti scorre nelle vene.
“Cercavo la stazione ferroviaria”. L’aggressore è un cittadino americano di 29 anni e cerca di difendersi con la sua bizzarra versione dei fatti.
“O mi libero o muoio”. Sono queste le parole della dottoressa di 44 anni che ha subìto un tentativo di violenza in via Washington, a Milano, dopo il suo turno in ospedale lo scorso 10 maggio. Un’esperienza da far gelare il sangue. La donna ha raccontato i drammatici momenti in un’intervista al programma Rai “La vita in diretta”. Con gli occhi tumefatti, ha ripercorso quegli istanti. Un incubo iniziato quando un uomo è entrato in casa sua approfittando della porta lasciata aperta per qualche secondo. Poi l’ha aggredita e picchiata. La donna è riuscita a liberarsi dandogli un pugno sulle parti intime, finché un vicino 94enne, sentendo le urla, è arrivato in suo aiuto con una scacciacani.
“Quando al mattino mi guardo allo specchio, vedo questi occhi viola, gonfi di sangue, mi sento fortunata di essere ancora qui. Perché sono viva” ha raccontato la vittima. “Lui non parlava, mi picchiava. Pensavo di non farcela, pensavo di morire qui”. La 44enne ha raccontato di non aver chiuso la porta di casa, “tanto entro solo un attimino, cosa mi può succedere”. Erano le due del pomeriggio. “Uno si sente abbastanza tranquillo e invece non è così” ha detto la vittima.
In un attimo dentro casa sua si è materializzato un uomo. Che ha chiuso la porta ed è passato all’azione. “Ho visto un personaggio che vorrei cancellare per sempre dalla mia mente. Lui non parlava, grugniva, il suo scopo non era la rapina. Non voleva rubare niente, mi voleva solo far del male. Mi ha spinto, mi dava calci in testa e io mi difendevo il viso con le mani. Probabilmente il suo scopo era farmi svenire. Ero qui accovacciata, sdraiata e io mi difendevo con tutte le forze. A un certo punto mi è salito sopra. E quando è salito ho pensato proprio: questa persona non mi avrà mai, non mi toccherà, non mi violenterà. Piuttosto reagisco: gli ho dato un pugno nelle parti intime, l’ho visto cadere indietro”.
La donna è riuscita a fuggire verso la porta, trovandola però chiusa. “L’aveva chiusa lui” ha spiegato ai microfoni della Rai. “Mi aveva blindata in casa. Aveva tutte le possibilità di violentarmi, di fare quelle che voleva. Il cuore mi tremava, batteva tantissimo. Una volta che sono uscita ho detto: sono salva”. Quindi la vittima fa un’ultima, amara, constatazione: “Non siamo più tranquilli, poteva capitare a una signora anziana, una ragazzina. Abbiamo bisogno di protezione”.