Sessanta clandestini dalla Germania assaltano questura di Belluno: “Vogliamo asilo”

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Lo Stato italiano è una barzelletta.

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Sono arrivati con un pullman, altri in treno: ieri mattina intorno alle 7 di fronte alla Questura, in via Volontari della Libertà, c’erano una sessantina di clandestini che hanno bussato, esigendo asilo politico.

Erano talmente tanti, un record per Belluno, che alla fine la polizia ha chiesto il supporto dei carabinieri: si stavano creando situazioni pericolose per la viabilità visto che il marciapiede non riusciva più a contenerli.

È stato avvisato anche il prefetto di Belluno, che ha preso atto della situazione. “Ha preso atto”.

Parla il questore Giuseppe Maggese: «Evidentemente, rispetto ad altre realtà dove il pubblico è molto più grande, qui a Belluno la tempistica è meno drammatica che altrove e questo aspetto illude che qui si faccia prima – spiega il capo della questura di Belluno -. Ma così non è. C’è da attendere anche qui: viviamo momenti di emergenza».

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Con borse, zaini e ombrelli sostavano di fronte in attesa di essere accolti. Si tratta di pakistani: erano arrivati dalla zona di Torino. Quindi non erano appena entrati in Italia. Forse, dopo il passaparola di connazionali, hanno scelto Belluno per la richiesta di asilo politico, visto che quelle pratiche qui hanno tempi molto più spediti che altrove, soprattutto che nelle grandi città. Ma anche a Belluno la procedura richiede almeno tre giorni: gli agenti devono procedere all’identificazione, fotosegnalamento prendendo le impronte digitali. È solo allora che si può sapere se il clandestino ha già presentato domanda altrove o gli è stata bocciata e se quindi non è candidabile a quel tipo di richiesta.

La barzelletta è anche dei pakistani clandestini possano anche solo chiedere asilo in Italia invece di venire presi e caricati sul primo aereo. Lo Stato italiano fa ridere.

Come evidenziato nelle altre occasioni quasi tutti arrivano da altre province, o anche di ritorno da paesi europei come la Germania.

Il questore Giuseppe Maggese ricorda che non è la prima volta, «ma oggi sono arrivati in massa». E spiega che «le priorità vanno agli sbarchi di Lampedusa, agli ucraini, queste persone che erano a Belluno questa mattina sono coloro che sono entrati nei valichi, avrebbero dovuto fare domande altrove». Il questore aggiunge anche un passaggio: «Qui probabilmente c’è anche qualcuno che inquadra queste persone e li indirizza in luoghi minori, che danno indicazioni del tipo “andate a Belluno, a Sondrio” e così via». E come si comporta quindi il personale della polizia in questi casi? «Non è facile. Cerchiamo di affrontare il fenomeno in maniera pratica. Abbiamo preso i nominativi, ma dal nostro punto di vista stiamo già smaltendo le pratiche con il personale a disposizione», chiude il questore Maggese.

Invece di difendere le frontiere fanno i burocrati.