Era il 2018:
Domani e lunedì a Brescia ci saranno le elezioni comunali. Ed è pieno di candidati stranieri nelle liste dei candidati sindaci. Tanti nel Pd, ovviamente. Ma qualcuno anche in quelle di chi millanta di volere difendere l’etnia italiana:
Si stanno infiltrando. Con politici che dovrebbero difenderci che vanno a chiedere i voti nelle moschee.
Brescia è destinata, se non fermiamo l’immigrazione, ad essere la prima grande città italiana a maggioranza islamica. Per il momento si ‘accontentano’ di prendersi interi quartieri dove le baby gang impongono la sharia ai locali.
Si stanno prendendo la tua regione, Salvini. E sono tutti ‘regolari’. Quindi tuoi fratelli.
Terza città italiana per numero assoluto di musulmani, prima in termini relativi: 6% della popolazione totale, rispetto al 3% della media nazionale. Tutto in pochissimi anni.
Anche se non esistono, al momento, periferie paragonabili a Saint-Denis o a Molenbeek, i musulmani bresciani «sono sparsi attorno all’anello stradale cittadino, soprattutto quelli che lavorano nell’industria siderurgica».
La presenza islamica in città è massiccia e contribuisce in maniera significativa al degrado. Un degrado che avanza e occupa le strade delle attività commerciali di via Milano, via Corsica e via Volta. Storico crocevia commerciale, anche il centralissimo quartiere del Carmine ha assistito alla nascita di numerose attività islamiche.
Volto di questa islamizzazione a tappe forzate è Talat Chaudhry, eletto due anni fa al Consiglio di quartiere di Via Cremona:
Brescia sta per cadere. Quasi il 25 per cento della popolazione è non italiano. Di questi, 1/4 è islamico. Questa è un’invasione con altri mezzi.