Picchiata col bastone a 11 anni da bengalese: in lacrime e piena di lividi

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Importano i loro figli coi ricongiungimenti familiari, che usano per rastrellare sussidi pubblici e per riempirci di invasori. Devono essere abrogati.

«Eravamo intenti a preparare la sala per il servizio al pubblico quando all’improvviso è entrata nel nostro locale quella ragazzina, piangeva era terrorizzata». Il gestore e i dipendenti della pizzeria “Lievito” di via Torrevecchia a Primavalle non hanno esitato neanche per un attimo. Hanno accolto la piccola, 11 anni appena. Hanno capito subito la gravità della situazione e l’hanno rassicurata mentre attendevano l’arrivo delle forze dell’ordine le uniche in grado di gestire veramente la situazione. «Non parlava molto – raccontano dal locale – abbiamo comunque preferito lasciarla con una dipendente che ha aspettato con lei al piano di sopra».

La bambina era appena scappata di casa per sottrarsi alle bastonate del papà. Aveva lividi sulle braccia e sulle gambe, come le hanno riscontrato poco dopo i sanitari del pronto soccorso dell’ospedale San Camillo dove è stata medicata, ha spiegato ai suoi soccorritori che quello era il «metodo educativo» abituale adottato dal genitore, un quarantacinquenne del Bangladesh. Metodo che l’uomo, da quanto ricostruito dagli inquirenti, avrebbe adottato anche con la moglie e un’altra figlia e in più occasioni. Insomma una condotta abituale.

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L’undicenne, martedì pomeriggio, era in casa. Doveva fare i compiti ma il padre non era soddisfatto. L’uomo ha quindi preso il bastone di legno e lo ha agitato in aria per colpirla. Una scena ormai consueta in famiglia. La ragazzina ha prima urlato e scongiurato il papà di lasciarla in pace, poi approfittando di un suo momento di distrazione, ha aperto la porta di casa ed è scappata in strada. Avrebbe percorso qualche centinaia di metri prima di irrompere nel ristorante aperto in zona da poco più di un anno. Tremava, chiedeva aiuto, cercava un rifugio sicuro. Erano all’incirca le 18,30. «Non parlava granché – ripetono da locale – ma di certo sembrava avere molta paura».

La situazione si fa più chiara quando il 112 invia sul posto una pattuglia dei carabinieri. I militari si rendono conto che quanto descritto dalla bambina potrebbe non essere un fatto episodico. Vengono rintracciati entrambi i genitori. La piccola ha anche una sorella di poco più grande. In ospedale i medici sembrano confermare i sospetti: sugli arti superiori e inferiori ci sono ecchimosi che appaiono anche datate nel tempo, non risalenti alle ore immediatamente precedenti alla fuga. I primi accertamenti secondo le indicazioni del cosiddetto “codice rosso” che riguarda casi di maltrattamenti e violenze su minori, vengono immediatamente condivisi con la procura minorile. Non c’è tempo da perdere. Nell’abitazione dell’undicenne viene effettivamente rinvenuto il bastone di legno utilizzato per le percosse, che viene sequestrato e messo agli atti delle indagini. Intanto i giudici minorili firmano il primo provvedimento: undicenne, madre e sorella debbono essere messe sotto protezione, affidate a un centro d’accoglienza ad hoc. Nei confronti del bengalese, incensurato, invece scatta la denuncia per maltrattamenti in famiglia.

Picchiata con il bastone scappa di casa a 11 anni in lacrime e piena di lividi