25 Aprile, oggi lo Stato celebra le Marocchinate: non c’è stata alcuna LiberaZione

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L’unico Stato al mondo che celebra una guerra persa e l’occupazione che da allora non è mai finita. Se siamo ‘liberi’ dal 1943, come mai, da allora, sono presenti sul nostro territorio basi americane? Ordigni nucleari americani? Semplice: siamo una colonia. E questo celebrano i fantocci di Washington come Mattarella.

E’ stupefacente che un paese governato da un manipolo di mummie eterodirette da oscure élites finanziarie, si illuda di “festeggiare” un giorno che, alcuni ma non tutti, considerano di “liberazione” dalla dittatura.

Forse viviamo un’epoca democratica? Forse la nostra è democrazia? E’ “dittatura” solo quando il capo del governo si affaccia da un balcone indossando una divisa e non, quando la mezza figura d’un mediocre politicante deruba il popolo della propria identità, traghettando famelici clandestini nelle sue strade, nelle sue case? Quando decide di inviare armi ad un Paese straniero mentre la maggioranza del popolo è contraria?

Oggi, come ogni anno, si trascina la solita pantomima dei “liberatori” in doppiopetto gracchianti parole insulse e vuote. Stavolta non marceranno i “partigiani” che partigiani non sono mai stati, a meno di precoci e improbabili guerriglieri “novenni”. E, anche lì, dovremmo fare una bella selezione, prima di trovare veri soldati.

Col libretto rosso in mano, nel 2020 hanno cantato ‘Bella Ciao’ dai loro balconi. Per festeggiare una liberazione che non c’è mai stata.

Come ogni anno, le inutili parole di quel privilegiato che ignora la democrazia e vive sul colle più alto di Roma, attraverseranno l’etere per perdersi e non essere, da nessuno, ricordate.

I nuovi schiavi, senza tema di ridicolo, celebrano la festa della liberazione, in cattività. Schiavi delle banche, schiavi dell’euro, schiavi di poteri che neanche comprendono. Felici di stare al guinzaglio.

Festeggiano quando, invece, sarebbe tempo di combattere. Non di celebrare vuoti riti. Combattere, come avrebbero combattuto quei partigiani e quei fascisti che, in entrambi i casi, erano convinti di farlo per il bene dell’Italia.

Il 25 Aprile non è mai stata una festa, non si festeggia quando fratelli combattono i fratelli.

E il 25 Aprile non è mai stata una festa anche perché siamo usciti da una gabbia per entrare in una gabbia più grande e piena di luci, ma pur sempre una gabbia: quella “americana”. E dopo quasi un secolo, le basi dei “liberatori” sono ancora qui. I mafiosi che i hanno fatti sbarcare in Sicilia, escono dalle prigioni.

Almeno, nel 2019 potevamo celebrare la liberazione dai barconi. Visto che l’anno prima erano sbarcati mille clandestini vomitati in Italia da navi straniere:

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Liberazione: nave tedesca scarica 403 clandestini a Catania

Nave portoghese scarica clandestini a Messina: sbarcati 500

Come tutti gli anni precedenti. Ora, invece, il business è ripreso. Anzi, con la Meloni è quadruplicato.

Ma una minoranza militante e iperattiva celebrerà questa data in cui dovremmo ricordare. E piangere. Non tanto o non solo perché non vi è stata alcune ‘liberazione’, a differenza di cosa racconta la vulgata da quasi un secolo, che ci riempie la testa di menzogne. Ma, soprattutto, perché i lutti più grandi, in Italia, non li hanno portati gli occupanti tedeschi, ma i liberatori alleati. E sia chiaro: gli occupanti tedeschi di lutti ne hanno portati.

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Si potrebbe scrivere per ore sul numero delle vittime delle marocchinate. Gli stupri di massa delle truppe coloniali francesi, alle quali, addirittura, si è permesso di riposare in cimiteri italiani e alle quali si sono eretti monumenti di ringraziamento.

Le vittime furono migliaia: giovani, anziane, bambine e bambini. Non facevano discriminazioni i famigerati goumiers, le truppe coloniali francesi sotto lo sguardo soddisfatto dei liberatori. Lo stesso sguardo che, è bene ricordare, ebbero anche i franchisti durante gli stupri delle truppe coloniali spagnole contro le donne repubblicane.

Si potrebbe scrivere, dicevamo, per ore sulla striscia di sangue e miseria che hanno lasciato mentre ci ‘liberavano’. Ma basteranno le parole dello scrittore Frédéric Jacques Temple, allora soldato dell’esercito francese.

Scrive Temple in “Les Eaux mortes”: “Stesa sui cuscini sventrati, ancora giovane, con la gonna alzata fino al viso, un viso di cenere incorniciato da bei capelli neri. I neri, grandi e grossi, si lavoravano metodicamente quella donna aperta a forza, ora silenziosa e inerte, che aveva da molto tempo smesso di lamentarsi sotto le violente spinte. Nessuna tregua tra un uomo e l’altro. Erano più di cento, con i pantaloni abbassati e la verga in mano, in attesa del loro turno. Un ufficiale se ne stava vicino alla porta”.

Oggi non è cambiato molto. Solo che i liberatori li chiamano profughi. E gli ufficiali vicini alla porta sono i nostri politici. Oggi al governo.

E avete ancora l’ardire di chiamarla ‘liberazione’?

Nulla da festeggiare. Prepararsi, invece, a combattere.




9 pensieri su “25 Aprile, oggi lo Stato celebra le Marocchinate: non c’è stata alcuna LiberaZione”

  1. Che cos’accadrebbe se, scomparsi gli odi, questi uomini si amassero reciprocamente e prestassero lealmente la loro opera pel bene della Patria? Sono convinto che tutta la Lombardia sarebbe sottomessa al loro governo.”
    Bonvesin da la Riva, ”Le meraviglie di Milano”, VIII, 8.

    La cruentissima e luttuosissima invasione serve precisamente a questo: a debellare l’ultrainfantilità, l’iperfaziosità frantumatrice della Nazione, a raggiungere la concordia nazionale!
    Attraverseremo il più infernale e tempestoso degli abissi!
    Orrido abisso scavato, con eruttante furore, dagli orchi meticcionisti.

  2. Chiara, precisa, perspicacissima descrizione del valentissimo generale Marco Bertolini.

    “Focus Libia” con Marco Bertolini
    ://youtu.be/DakzwjdBse8
    27 feb 2021

    Immigrazione, il parere del Gen. Bertolini
    ://youtu.be/QHnc-lixEWc
    26 nov 2019

    Sagace e magistrale il patriota Stelio Fergola:
    Per sopravvivere, il popolo italiano dovrà sconfig gere il Feudo e detronizzarlo. Privarlo di un dominio che ingabbia la nazione con i suoi diktat anti-patriottici e anti-italiani, con la sua cultura depressiva di massa, con la distruzione della tradizione e delle tradizioni. Con la trasformazione storica di sconfitte tragiche in improbabili trionfi (8 settembre 1943 e la «liberazione» celebrata il 25 aprile). Semi velenosissimi per la nostra terra.
    Questa minoranza onnipotente decide della giustizia e dell’ingiustizia, ormai detta le regole perfino alla Chiesa, che pure è stata sua complice nel passato non meno di adesso.
    Questa minoranza non concepisce alcun progetto o futuro per l’Italia. Per lo meno, non per un’Italia libera e sovrana, affrancata dalle influenze straniere ed europee.
    L’unica Italia immaginata è un’Italia schiava che marcia verso l’estinzione, culturale e identitaria come politica. È la stessa minoranza che ci ha portato a vergognarci del 4 novembre e della Vittoria, radicalizzando un trauma come quello del 25 aprile: un’élite che sta distruggendo senza pietà questa nazione
    .”
    ”Così è sorto il Feudo dell’intellighenzia rossa”, Il Primato Nazionale, dicembre 2021, pagina 27.

    ://www.ilprimatonazionale.it/cultura/chiamatelo-con-il-suo-nome-giorno-della-vittoria-248323/

    ://www.ilprimatonazionale.it/cultura/trincerocrazia-e-4-novembre-incarnare-la-vittoria-per-essere-di-nuovo-popolo-e-nazione-52364/

    All’Italia serve d’imperiosa urgenza un intervento salva-vita, altamente specialistico, al cuore.

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