“Abbiamo sempre più persone da mantenere e sempre meno persone che lavorano, al di là della valutazione però questo problema si risolve in vari modi. E il modo sul quale lavora il governo non è risolverlo con i migranti ma risolverlo con quella grande riserva inutilizzata che è il lavoro femminile”. Lo ha detto la premier Giorgia Meloni a margine della dell’inaugurazione dell’edizione 2023 del Salone del Mobile, alla fiera di Milano a Rho.
Attualmente abbiamo in Italia 300mila immigrati con reddito di cittadinanza e 1 milione di loro disoccupati. Solo la metà degli immigrati residenti in Italia lavora. Perché dobbiamo tenerli in Italia?
A chi le faceva notare che nel Def viene evidenziato come i migranti migliorano i conti pubblici ribatte: “È oggettivo che noi in Italia abbiamo un problema di tenuta del nostro sistema economico e sociale dato dal fatto che per troppi anni non abbiamo investito sulla natalità e sulla demografia. Alzando i livelli del lavoro femminile e portandoli alla media Europea già i nostri dati cambierebbero molto – ha aggiunto Meloni – e anche lavorando sulla demografia e quindi sull’incentivazione della possibilità da parte delle famiglie di mettere al mondo dei figli. Questo è quello su cui il governo lavora”.
Il problema è che le italiane fanno pochi figli proprio perché costrette a lavorare. Il lavoro femminile deve essere una scelta, non un obbligo.
La cosiddetta ‘mancanza di lavoratori’ attualmente non esiste: è solo una allocazione sbagliata delle risorse. E’ un problema che si presenterà tra un paio di decenni. Si risolve investendo in tecnologia e robotica. E, se proprio avremo bisogno di lavoratori, ci sono milioni di discendenti di italiani in Sudamerica.
E meno male che ne ha detto una giusta.
Personalmente, farei delle quote, chi ha antenati italiani dovrebbe essere privilegiato, a patto che di italiano non abbia ormai solo il cognome e ci troviamo invece un indio che parla spagnolo o guaranì.
Ma aprirei le porte agli africani bianchi, perseguitati nella loro terra, ovviamente parlo di europei, non i nordafricani arabi, già sono pure troppi questi.
Infine dall’europa orientale, sebbene credo ne verranno sempre meno. Non si dice molto, ma nell’europa dell’est c’è una crisi demografica spaventosa almeno quanto quella occidentale, ed è più visibile perché lì non hanno, fortunatamente per loro, il pannicello dell’immigrazione di colore e dei loro figli, come in Francia e Belgio.