Gay si traveste da donna per violentare ragazzini maschi

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Violentò un ragazzino di 15 anni. Il bellunese Bruno Minute, alias Martina Mimì su Facebook, è stato di nuovo rinviato a giudizio per violenza sessuale aggravata e atti sessuali con minori dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Ferrara, Danilo Russo, su richiesta del pubblico ministero Lisa Busato.

Il 30enne attualmente detenuto nel carcere di Baldenich è già stato condannato in via definitiva a sei anni e sei mesi per violenza sessuale continuata su minore, tentata violenza sessuale su altri ragazzini, sostituzione di persona e detenzione e scambio di materiale pedopornografico. (nove anni in primo grado) per fatti del 2015 e a due anni e quattro mesi da in continuazione dal Tribunale di Venezia per fatti del 2017. Oltre al versamento del risarcimento dei danni.

Quest’altra vicenda è contestata tra i mesi di gennaio e ottobre 2016 ed è arrivata solo adesso all’udienza preliminare, perché si è discusso di competenza territoriale, decidendo alla fine per Ferrara. L’imputato è sempre difeso dall’avvocato Pierluigi Cesa, mentre la vittima si è costituita parte civile con Emiliano Mancino e, nel frattempo, è diventato maggiorenne. La denuncia era stata presentata dai suoi genitori.

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Secondo la ricostruzione della Procura, Minute l’avrebbe costretto a subire rapporti sessuali sotto la minaccia che se non avesse fatto tutto quello che gli veniva chiesto sarebbe successo qualcosa di brutto alla famiglia e dopo aver provveduto a chiudere le porte dell’auto. L’avrebbe spinto sul retro, legandogli le mani con un laccio. Non sarebbe riuscito a ottenere un certo tipo di rapporto, ma l’avrebbe violentato in un secondo momento dopo avergli sfilato con forza i pantaloni.

In seguito, Bruno Minute avrebbe minacciato di pubblicare un video ottenuto sotto costruzione, nel quale la giovane vittima si riprendeva, durante atti sessuali in solitudine. La difesa Cesa ha scelto di andare al dibattimento, evitando riti alternativi, convinta com’è di poter arrivare a una sentenza di assoluzione: «Mentre per gli altri precedenti c’erano dei riscontri oggettivi sui quali si fondava l’accusa, in questo caso riteniamo di avere delle robuste ragioni, ecco perché non abbiamo scelto, dopo aver scartato fin da subito il patteggiamento della pena», spiega il legale di Borgo Valbelluna, «è un procedimento che nasce da una denuncia successiva ai fatti già noti e siamo convinti di poter smontare l’accusa e spuntare una sentenza favorevole. Il mio assistito non ha fatto quello che gli viene addebitato».

Il giudice ha fissato per l’11 ottobre l’udienza si smistamento, nella quale sarà compilato il calendario dei successivi appuntamenti. Il primo a essere sentito sarà la parte offesa, da capire se Minute si sottoporrà all’esame dell’imputato oppure renderà delle dichiarazioni spontanee. È già stato sentito una volta dagli investigatori, durante le indagini preliminari. Dovrà chiedere di essere tradotto a Ferrara dal carcere bellunese volta per volta, in coincidenza con le udienza di questo terzo processo.