Su questa notizia:
Violentata da immigrato sul treno a Milano: “Un altro passeggero mi ha lasciata con lo stupratore”
Pubblicità e propaganda hanno creato il tipico esemplare post-umano antirazzista.
Dice che poteva avere una trentina di anni. Dunque un giovane, non un anziano dal passo incerto e neanche una donna dalla corporatura minuta. Dice che stava nello scompartimento dove sono entrati in successione quei due. La ragazza di 21 anni chiaramente spaventata, evidentemente inseguita dall’altro, dall’uomo che già la mette all’angolo. Dice che gli occhi della ragazza e quelli del trentenne che stava nello scompartimento si sono incrociati. Dice che lui, il trentenne, ha capito. Non è che non ha capito. Ha proprio capito quel che era la situazione, quel che stava forse per accadere, quel che la ragazza voleva. E cioè aiuto. E quello che voleva l’altro uomo. E cioè lo stupro. Dice che si è scansato, sfilato, letteralmente ha scelto di sgusciare via dallo scompartimento proprio perché aveva capito. Dice che ha applicato per istinto e scelta una comportamentale equazione: c’è uno stupro e io mi scanso.
Avete propagandato che è giusto vedere una coppia interrazziale, e che sicuramente l’uomo nero è sempre innocente, quindi ora di cosa vi lamentate?
In altri tempi, l’uomo bianco sarebbe intervenuto alla sola vista anche di una vicinanza: nel mondo post-moderno avete detto che è razzismo, quindi di cosa vi lamentate?
Questa è la società multirazziale. Fosse intervenuto, e la ragazza fosse stata una di voi invece che una vittima, l’avrebbe denunciato alla polizia della morale e sarebbe finito a processo per ‘odio razziale’: quindi, esattamente, di cosa cazzo vi lamentate?
A meno che, ovviamente, anche il testimone non fosse nero. In quel caso, è già anche troppo che non si sia unito alla festa.
vabbeh dai – anzi nache no- un mil’anese magari sardinaro/ recciun cagasotto….nulla di nuovo li