Stuprata per ore da marocchino in un cantiere, noto stupratore: “Ho il permesso”

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È rimasta con il suo aggressore diverse ore e, sabato mattina – forse per la paura che le facesse ancora del male – ha acconsentito che l’accompagnasse fino a casa. È stata l’amica con cui vive che, mentre la vittima era alla clinica Mangiagalli, specializzata nel rilevare e nel curare violenze sessuali, a chiamare la Polizia e a raccontare quanto subito dalla giovane. Il fermato è stato preso nei pressi del luogo in cui ha commesso gli abusi dagli agenti della Squadra mobile

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Il pm di Milano Francesca Gentilini ha inoltrato al gip Sara Cipolla la richiesta di convalida del fermo e di custodia cautelare in carcere per il 37enne marocchino senza fissa dimora fermato per stupro. Da quanto si è saputo, fondamentali per l’esito delle indagini, condotte dagli agenti della Squadra mobile e coordinate dal dipartimento guidato dall’aggiunto Letizia Mannella, sono state anche le dichiarazioni molto precise della 24enne (anche se quella sera aveva assunto sostanze stupefacenti), oltre che le analisi sui filmati delle telecamere della zona. Tra le esigenze cautelari contestate nella richiesta di carcere per il 37enne c’è ovviamente il pericolo di reiterazione del reato, anche perché l’uomo ha precedenti.

L’uomo fermato per violenza sessuale ha precedenti per reati commessi nel Bresciano nel 2008 (una rapina in auto con molestie sessuali). Era stato in carcere due anni e mezzo. Gli agenti della Squadra mobile sono stati avvertiti da un’amica della vittima mentre la ragazza, 24 anni, era alla clinica Mangiagalli dove è andata il giorno dopo. È stata dimessa con 20 giorni di prognosi.

La ragazza violentata ha raccontato di essere stata cnhe pesantemente minacciata dal 37enne aggressore: “Se non la finisci ti sfregio, se lo fai un’altra volta ti ammazzo”. È quanto si evince dagli atti dell’inchiesta affidata al pm Francesca Gentilini che ha chiesto il carcere per il fermato dagli agenti della Squadra mobile.




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