Un piano di accoglienza «potenziato», alla luce anche degli ultimi allarmi che arrivano dall’intelligence secondo cui in Italia sono possibili fino a 500mila arrivi fino alla fine dell’estate dal Nord Africa.
In vista della cabina di regia che si terrà a palazzo Chigi martedì prossimo, il governo proverà a schematizzare un progetto su due fronti, uno che cerchi di riorganizzare il sistema di accoglienza e l’altro parallelo di «tamponare» le partenze dalla Tunisia, con cui si dovrà fare i conti anche se si vuole potenziare i rimpatri.
Vista la portata degli interventi e la complessità del piano, al vertice di martedì non ci dovrebbe essere il solo ministro dell’Interno con la premier, ma anche quello dei Trasporti, Matteo Salvini, quello alla Difesa, Guido Crosetto, e quello degli Esteri, Antonio Tajani, come riportano i quotidiani in alcune anticipazioni che ipotizzano il coinvolgimento tanto delle navi militari e degli aerei per il trasporto dei migranti dagli hotspot più in difficoltà, in primis Lampedusa.
E poi c’è il nodo diplomatico, con la Farnesina che dovrà tornare a fare pressione perché Tunisi non solo continui a limitare le partenza, ma smetta di ostacolare le pratiche consolari necessarie alle autorità italiane per ottenere le generalità dei migranti prima di poterli rimpatriare.
Il piano sul tavolo del ministro Piantedosi prevede un potenziamento dei Cpr, i centri di permanenza dei rimpatri, che potrebbero arrivare a 20, cioè almeno uno per regione. Per il momento sono attivi quelli di Torino, Roma, Bari, Brindisi, Palazzo San Gervasio, Trapani, Caltanissetta, Macomer e Gradisca d’Isonzo.
La necessità del Viminale sarebbe innanzitutto velocizzare i tempi per i rimpatri. Per questo al vertice di martedì, scrive Il Messaggero, dovrebbe esserci anche il ministro della Giustizia Carlo Nordio, che sarà coinvolto per valutare come rendere più rapidi i tempi per analizzare (e respingere) le richieste di asilo.
Il Viminale avrebbe intenzione di spingere su rimpatri forzati accompagnati, a metà tra l’espulsione obbligatoria e e rientri volontari, con la collaborazione dell’Oim.
L’ipotesi è che a ogni clandestino economico che dovrà essere rimpatriato, venga consegnata anche una somma di denaro per il ritorno nel proprio Paese.
Totalmente sbagliato. Avrebbero i soldi per tentare un nuovo viaggio. La soluzione per i rimpatri è questa:
Possiamo espellere 500mila clandestini: costa 50 volte meno che tenerli in Italia