Il ministro cognato di Meloni: “Italia ha bisogno di più immigrati”

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Nei campi vogliamo vedere macchine. Vogliamo vedere i robot, non i ‘negri’. Non siamo l’Alabama dell’800. L’unico che deve andare a lavorare nei campi è il ministro Lollobrigida.

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Lollobrigida non è un ministro, è uno scherzo. E’ lì solo perché cognato della Frignona di Cutro. E il suo mantra è importare manodopera a basso costo: questo gli chiedono quelli della Coldiretti, incapaci di investire in tecnologia, così deprimendo anche la nostra industria della robotica. Finché rifornisci questi incapaci di schiavi africani, non potremo creare lavori per i cervelli in fuga.

Immaginate importare immigrati per un lavoro di massimo un mese e poi mantenerli per il resto dell’anno a spese dei contribuenti. A questo punto, meglio comprare le arance marocchine, se questi sciagurati non investono in tecnologia e non pagano il giusto italiani che farebbero questi lavori in cambio di un giusto compenso: tenendo conto che noi non possiamo vivere in venti in una stanza. E più importi immigrati, meno italiani ci saranno a poter lavorare nei campi.

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“C’è bisogno in Italia, per dare supporto ad alcuni settori, di immigrazione legale e il primo nemico è l’immigrazione clandestina. L’Italia che torna ad essere il Paese delle regole e delle leggi vuole applicare questi due fattori”. Lo ha detto il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida al convegno inaugurale di Vinitaly. “Sui flussi è evidente che c’è la volontà di organizzarli seriamente, quello che non è stato fatto in questi anni, – ha aggiunto – cercando di rapportarci con le nazioni di provenienza per fare formazione e permettere una reale integrazione. I nostri imprenditori agricoli hanno bisogno di manodopera esterna quando manca quella interna. Non è svilente lavorare in agricoltura”.

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