“Negli hotspot non c’è più posto”: Meloni studia servizio traghetto per trasferire tutti in Italia

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Continuano gli sbarchi di clandestini sulle coste italiane: i dati del Viminale parlano di 27mila nuovi arrivi dal 1°gennaio a oggi.

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Ieri, il ministro degli Interni Matteo Piantedosi, in Consiglio dei ministri, ha lanciato un nuovo allarme: se non si troverà una soluzione nei Paesi di partenza, come la Tunisia, il numero totale di sbarchi potrebbe arrivare a 300mila entro fine anno.

Il che non lo ferma dal fare dichiarazioni simili:

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Uno dei luoghi che si trova a fronteggiare ogni giorno l’emergenza è, da decenni a questa parte, Lampedusa. Ieri, l’hotspot della località siciliana ospitava oltre 1500 scrocconi.

“La nostra struttura può ospitare 390 persone. Abbiamo l’esigenza di trasferire i migranti il prima possibile in strutture più idonee. Lampedusa deve rimanere un posto di transito, è troppo piccola per fronteggiare questi numeri. È logico che con gli sbarchi che stiamo affrontando in questi giorni tutta la macchina dell’accoglienza va in difficoltà. A volte, qua mancano i viveri anche per gli abitanti. Quello che succede a Lampedusa in questi giorni è quello che succede da circa 30 anni: continuiamo a salvare vite umane e a dare dignità a un’Europa che continua a rimanere inerme, a guardare senza fare nulla”, dice il sindaco di Lampedusa Filippo Mannino.

Comodo, fare l’accoglione col culo degli altri. Loro ‘salvano vite’ e poi sbolognano queste ‘vite’ a casa degli altri italiani.

“Questa isoletta in mezzo al Mediterraneo si conferma una zattera di salvataggio per gente in cerca di un futuro migliore”, starnazza Mannino. Perché non si riesce quindi a intervenire sulla struttura dell’hotspot? “Anche volendo apportare delle migliorie, noi siamo un’isola di 20 chilometri quadrati. La questione è che Lampedusa deve rimanere una base di transito. Qui le persone devono essere soccorse e poi portate in strutture adeguate. Anche con un hotspot di 2-3mila posti, la situazione sarebbe ingestibile”, spiega l’accoglione col culo degli altri. Quello che si potrebbe fare, aggiunge, “è mettere a disposizione una nave molto più grande a disposizione dei migranti che nel momento in cui arrivano – espletate le prime operazioni di identificazioni – dovrebbero essere trasferiti subito sulla terraferma”. Sul punto, Mannino dice di sapere che “al Ministero ci stanno lavorando”.

Invece di trasferirli in Africa, nel resto d’Italia.