Scafista conferma: “Migranti ci pagano tanto e in anticipo”

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Lui si chiama Muhamad da Zuwārah, città considerata l’hub delle partenze dei clandestini dalla Libia all’Italia.

Sul suo profilo social posta foto di Milano, e si presenta come uno dei soggetti che organizza i “convogli” per l’Italia. Mostrandosi come persona di fiducia: le sue tariffe sono più elevate, proprio a riprova del fatto che cura, come dice in un altro post, “controlla tutto”.

Mentre sponsorizza la sua “professionalità”, a proposito di prezzi della traversata e del traffico di clandestini, il facilitatore libico spiega anche, a suo parere, una tariffa di 4-5mila dinari libici è eccessivamente bassa per il lungo percorso e i rischi che incombono su chi effettua la traversata. Non solo.

Smentisce la narrazione secondo la quale il pagamento viene effettuato dopo la traversata: confermando che gli scafisti pretendono il pagamento prima di imbarcare. Il che significa che solo i benestanti salgono sui barconi e non poveracci che poi riscatterebbero la libertà in seguito a rate.

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E una cosa appare subito chiara analizzando le chat dei facilitatori: c’è chi tiene bassi i prezzi ma sovraccarica le imbarcazioni. Chi propone soluzioni “elitarie” con pochi migranti a bordo, ma prezzi più alti.

Poi ci sono quelli che nel prezzo includono i dispositivi di salvataggio, come camere d’aria (più economiche) o giubbetti di salvataggio che, però, nella maggior parte dei casi, richiedono un esborso supplementare.

Costi elevati insomma, per giustificare i quali Muhamad fa alcuni esempi: «Immagina di fare un viaggio di 1000 chilometri. Io ti darò i dati dei mezzi trasporto utilizzati e i prezzi. Dimmi cosa scegli: immagina di essere nel deserto, senza una protezione, quindi potrebbero attaccarti: autobus, 20 ore e 10 dinari. Auto, 12 ore e 50 dinari. Un’auto veloce, 8 ore e 100 dinari. Motocicletta, 5 ore e 150 dinari. Aereo, 2 ore e 1000 dinari».

Infine, come garanzia, per chi affronta la traversata in mare, anche lui – sottolinea – utilizza la presenza delle navi Ong nel Mediterraneo.