Delle centinaia di immigrati afroislamici che la notte di Capodanno del 2022 hanno violentato decine di vittime a Milano, ne hanno individuati quattro.
Sono le richieste di condanna formulate oggi nel processo con rito abbreviato, con al centro l’accusa di violenza sessuale di gruppo, dal pm Alessia Menegazzo, titolare dell’inchiesta condotta dalla Squadra mobile.
I due imputati, assieme ad altri giovani africani, almeno una trentina, quella notte, come ha ricostruito il pm nella requisitoria, hanno creato una “barriera umana”, un “muro”, agendo con la “forza intimidatrice del branco”, tanto che le ragazze rimanevano “paralizzate, qualsiasi azione veniva loro impedita, erano senza via di fuga, senza scampo”. Cadevano a terra, ha spiegato ancora il pm, “sui cocci di vetro” delle bottiglie rotte e “piene di sangue subivano le violenze”, con i giovani che “le lanciavano da una parte all’altra come oggetti, come se fossero borse o cellulari”.
La sentenza nel processo, davanti al gup di Milano Marta Pollicino, arriverà il 4 maggio. Sei le ragazze “persone offese”, ossia vittime, in questo procedimento, due delle quali si sono costituite parti civili, coi legali Silvia Allai e Carlo Pellegri.