Capotreno massacrata da migrante: 5 punti in testa

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Ha tirato i capelli alla capotreno e poi l’ha presa a pugni, ferendola. È successo nella serata di martedì 14 marzo, dopo che una donna, in viaggio su un treno regionale partito da Firenze Santa Maria Novella e diretto ad Arezzo, in stato di alterazione alcolica, stava infastidendo gli altri passeggeri.

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Alla richiesta della capotreno di scendere alla stazione di Pontassieve, la 43enne ha reagito in malomodo, aggredendola, tirandole i capelli e colpendola alla testa con dei pugni. A causa dell’episodio il convoglio è rimasto fermo circa un’ora alla stazione di Pontassieve, dove sono accorsi i Carabinieri ed i sanitari del 118 per le cure del caso.

I carabinieri dell’aliquota radiomobile della compagnia di Pontassieve, in provincia di Firenze, allertate e giunte sul posto, hanno denunciato la 43enne brasiliana, residente nell’aretino, per resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali e interruzione di pubblico servizio.

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“Una donna di 44 anni esce per andare al lavoro e alla sera invece di tornare a casa si ritrova al pronto soccorso con 5 punti alla testa e la consapevolezza di doversi ritenere fortunata perché poteva andare peggio. Siamo davvero arrivati al limite”. La vicenda della capotreno che è stata aggredita mentre svolgeva il suo lavoro da una passeggera ha colpito molto gli aretini, ma purtroppo, stando a quanto sostenuto da Marco Turcheria del sindacato Ugl, si tratterebbe della punta di un iceberg.
“Perché – afferma il sindacalista – di episodi di questo tipo purtroppo se ne stando verificando sempre di più. Non è un fenomeno che riguarda solo i trasporti, sia chiaro, ma proprio sui treni ha visto una vera e propria escalation”.

Secondo il sindacalista “solo nella provincia di Arezzo si verificano in media due aggressioni gravi all’anno, di quelle per le quali è necessario l’intervento dei sanitari. Poi ci sono situazioni più lievi, che non balzano agli onori delle cronache ma che creano un clima di paura a bordo dei convogli: si parla di casi che portano a circa 30 o 40 denunce l’anno. Infine i casi di aggressione verbale: quelli purtroppo sono all’ordine del giorno e psicologicamente sono molto pesanti. Soprattutto per le donne, nei confronti delle quali gli insulti sono sempre gravi”.

A rendere ancora più difficile la situazione sarebbe inoltre il fatto che “spesso gli aggressori sono persone con precedenti”, racconta Turcheria. “Anche la donna che ha agito alcuni giorni fa, ci risulta aver avuto comportamenti simili in passato. Purtroppo spesso al centro di questi episodi ci sono persone senza fissa dimora o con problemi di dipendenze, che vivono ai margini e pensano di non aver nulla da perdere. Alcuni salgono sui treni e a volte non hanno una destinazione precisa. Per questo chiediamo una maggiore sicurezza e un maggior controllo, per evitare che chi ha precedenti specifici si ritrovi a bordo dei convogli”.




4 pensieri su “Capotreno massacrata da migrante: 5 punti in testa”

  1. I controlli ve li andate a fare voi, perché voi siete i primi responsabili dello sfacelo di sto paese di merda. IPOCRITI COLLUSI.

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