Meloni riceve i clandestini e si commuove: “Farò di tutto per voi”

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Questa scellerata mostra tutta la propria femminile debolezza. Descrivendo perfettamente perché non dovrebbero avere ruoli di governo. Se sei madre, devi pensare a Pamela, non ai figli dei clandestini che fuggono dalla noia, pagando migliaia di euro, per venire clandestinamente in Italia.

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La cronaca del delirante incontro di Meloni coi clandestini di Cutro. Gente che pretende senza avere alcun diritto: il vostro barcone è affondato mentre entravate illegalmente in casa nostra, il fatto che ci sia chi vi dà spago, non significa che abbiate diritto di pretendere. Significa solo che, alcuni tra noi non hanno la capacità di distinguere le vittime di un evento casuale da chi affonda mentre invade casa altrui.

La Meloni, prima si è fatta rifiutare l’incontro dai clandestini, poi li ha fatti portare da un aereo militare a Roma. Pagate voi.

Intanto, proseguono le ricerche dei dispersi. Ormai ovviamente morti. Cosa che riteniamo giusta, ma che è una nostra concessione non obbligata, non un loro diritto: invece, i loro parenti, pretendono. Si lamentano per i ‘ritardi nei soccorsi’, come se si fosse trattato di un traghetto e non di un mezzo clandestino. E ora esigono che le ricerche vadano avanti indefinitamente: bene, visto che avevate i soldi per pagare il viaggio dei vostri, allora pagate anche le spese.

Il bus della Polizia arriva con un quarto d’ora d’anticipo, entra alle 10.12 da via dell’Impresa, l’ingresso adiacente Palazzo Chigi, col suo immenso carico di dolore. I familiari delle vittime di Cutro, dopo ben 18 giorni dalla strage che ha stravolto le loro vite e terremotato un Paese intero, incontrano il premier Giorgia Meloni dopo il mancato confronto a margine del Consiglio dei ministri che il governo ha tenuto nel paesino calabro la settimana scorsa per dare il via libera alla stretta sui trafficanti di vite umane, con un aumento esponenziale delle pene. Un mancato incontro condito da un fiume di polemiche a cui è seguito, immediato, l’invito ‘riparatore’ ai familiari a Roma, inizialmente rinviato al mittente perché considerato tardivo.

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Oggi, mossi anche dall’urgenza di richieste che non possono restare inevase, i famigliari delle vittime -una trentina in tutto, di cui 3 donne e diversi bambini, uno non accompagnato- hanno varcato l’ingresso della Sala verde di Palazzo Chigi per stringere la mano del premier, con lei il sottosegretario Alfredo Mantovano e il responsabile della Farnesina Antonio Tajani. E avanzare le loro richieste, a partire dalla più dolorosa: che i corpi che il mare non ha restituito non vengano dimenticati. Che si faccia il possibile, anche quando i riflettori verranno spenti, per renderli alla terra.

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I famigliari si appellano al ‘cuore di madre’ del premier più e più volte, tanto che Meloni spiega loro che sì, lei è una madre, la sua bambina ha compiuto sei anni, e nel raccontarlo a chi in questa tragedia ha perso anche i figli -la perdita e il dolore più grande- si commuove. Dunque assume l’impegno dell’Italia nel continuare a cercare quei corpi, anche quelli rimasti incagliati in quel che resta di quel caicco finito in fondo al mare.

Stesso impegno per i ricongiungimenti, perché chi è davanti al premier le chiede un’altra promessa da mantenere davanti ai suoi “ditemi concretamente cosa posso fare per voi”, ovvero di intercedere affinché chi è rimasto, chi in questo dramma senza fine ha perso fratelli, sorelle, figli, genitori, possa raggiungere i propri cari ancora in vita, nei paesi europei dove li attendevano prima che quel barcone prendesse il largo dalle coste turche. Meloni spiega che non può assicurarlo -si tratta di altri paesi europei, Germania innanzitutto- ma che si farà portatrice di questo messaggio con gli altri leader, già la prossima settimana a Bruxelles.

Il clima è disteso, Meloni stringe le mani a tutti, si commuove più volte, interrompe i mediatori culturali quando qualcosa le sfugge, non le è chiaro. Ai superstiti chiede dettagli del naufragio, loro raccontano momenti di incertezza trasformatesi in pochi attimi in terrore vivo: il fracasso dell’impatto, la barca che perde pezzi, l’acqua che sale, le cadute in mare, le grida disperate.

E allora che il premier domanda a chi ha davanti quanto fossero consapevoli dei rischi legati alle traversate, ma gli afghani presenti in Sala -il popolo in fuga dai talebani che a questa tragedia ha tributato il più alto numero di morti- rispondono raccontando di come la loro terra sia stata abbandonata, di come sia impossibile oggi restare e tentare di vivere. Chi è arrivato dalla Siria spiega che sì, il rischio lo aveva ben a mente prima di salire su quel caicco, ma avrebbe corso lo stesso pericolo restando nel proprio paese o in Turchia. Senza una vera vita da vivere, ammesso che ne restasse una, e senza alcuna libertà.

La sua domanda sui pericoli corsi viene riportata anche nella nota diramata da Palazzo Chigi subito dopo l’incontro, tanto che, nell’opposizione, muove una nuova polemica sulle parole del premier, accusata di ricalcare il ‘teorema Piantedosi’ in barba alla richiesta di dimissioni avanzate per il responsabile del Viminale. Nella sala Verde, oltre a chiedere della consapevolezza dei rischi di chi si affida a viaggi della speranza pur di fuggire dal proprio Paese, Meloni spiega a famigliari e superstiti la linea dura del governo nella lotta contro i trafficanti di essere umani, adottata per evitare che altre tragedie come quelle di Cutro tornino a trasformare il Mediterraneo in un cimitero, un orrore senza fine.

L’incontro dura quasi due ore, si ‘trascina’ nei corridoi di Palazzo Chigi anche quando la delegazione lascia la Sala Verde, dove viene scattato qualche selfie a cui il premier non si sottrae. “Grazie per la vostra presenza e per la chiarezza con la quale avete esposto i vostri drammi e le vostre richieste”, si congeda. Fuori, nella stradina che porta all’ingresso posteriore di Palazzo Chigi, il bus della Polizia attende che la delegazione salga a bordo per raggiungere Ciampino e il volo di Stato che riporterà superstiti e famigliari a Cutro.

Meloni dimostra che dovrebbe andare a fare la mamma a tempo pieno. Non ha il phisique du role per fare il premier. Non ha le palle. Non è una di quelle poche donne che le hanno. E’ una macchietta che si commuove davanti a chi paga per invaderci e poi pretende. E’ una che aveva promesso blocchi navali, e ora ci lascia invadere senza muovere un dito.




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