Il Parlamento Ue ha infatti approvato – con 343 voti favorevoli, 216 voti contrari e 78 astenuti – la proposta di direttiva che prevede l’obbligo di realizzare interventi di efficientamento energetico su tutti gli immobili del continente. Il testo, in particolare, prevede per gli edifici residenziali l’approdo alla classe energetica E entro il 2030 e la classe energetica D come obiettivo entro il 2033.
Chi non ha la casa green, non avrà la casa.
Da oggi si apre quindi il cosiddetto ‘trilogo’, una fase di negoziazione tra Paesi dell’Unione e istituzioni UE per giungere a una intesa e, quindi, a un testo comune.
Gli esponenti della maggioranza italiana all’Europarlamento hanno votato contro la proposta.
“Individuare una quota di patrimonio edilizio esentabile per motivi di fattibilità economica – prosegue Pichetto – è stato un passo doveroso e necessario, ma gli obiettivi temporali, specie per gli edifici residenziali esistenti, sono ad oggi non raggiungibili per il nostro Paese. Nessuno chiede trattamenti di favore, ma solo la presa di coscienza della realtà: con l’attuale testo si potrebbe prefigurare la sostanziale inapplicabilità della Direttiva, facendo venire meno l’obiettivo ‘green’ e creando anche distorsioni sul mercato”. “Forti anche della mozione approvata dal nostro Parlamento – conclude Pichetto – agiremo per un risultato negoziale che riconosca le ragioni italiane”.
“L’efficientamento energetico degli edifici è un obiettivo condivisibile ma non può essere perseguito sulla pelle dei cittadini”, spiegano quindi il copresidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini, il capodelegazione di FdI-Ecr Carlo Fidanza e l’eurodeputato di FdI- Ecr Pietro Fiocchi componente della commissione Itre del Parlamento Europeo. “Il testo approvato oggi – continuano – detta tempi irragionevoli, non tiene conto delle differenze tra i vari stati membri e non fa chiarezza sugli stanziamenti previsti per sostenere questo percorso. In queste condizioni, si prospetta una vera e propria ‘patrimoniale mascherata’ ai danni dei cittadini che dovrebbero farsi carico di esborsi ingenti per ottemperare agli obblighi della direttiva. Il tutto ulteriormente peggiorato dal probabile aumento dei costi del materiale edilizio. Questo aggravio sarebbe ancora più pesante nel caso dell’Italia, che ha un patrimonio immobiliare dal grande valore storico e culturale. Per non parlare delle conseguenze come i rischi per il sistema bancario e il deturpamento di luoghi attrattivi dal punto di vista turistico”.
“Durante il dibattito di ieri – aggiunge Fiocchi – il commissario all’Energia Kadri Simson ha accolto la mia richiesta di lavorare a un piano di misurazione del radon negli edifici privati. Il radon aumenta del 50% la probabilità di cancro ai polmoni e spingere verso la coibentazione senza intervenire sul radon rischia di causare danni alla salute dei cittadini”.
Questi sono sedicenti ‘patrioti’ che trattano sulla pelle dei cittadini. Voi li votate, poi decidono europarlamentari ecocomunisti tedeschi e francesi il vostro destino. Questo è la Ue.
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