Marocchino clandestino con precedenti accoltella italiani: giornali nascondono notizia

Vox
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Ha tentato di uccidere sei persone, accusato di ‘lesioni’. Niente odio razziale, ovviamente.

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Il 23enne marocchino ritenuto responsabile delle aggressioni e del ferimento di sei persone attorno alla stazione Centrale di Milano è stato arrestato per rapina pluriaggravata e lesioni. L’uomo è stato dimesso attorno alle 11.30 dall’ospedale Fatebenefratelli e condotto al carcere di San Vittore. Sono intanto state tutte dimesse le vittime dell’aggressione. I sei feriti hanno riportato prognosi di guarigione tra i 5 e i 20 giorni.

Tra le poche notizie certe ci sono la sua condizione di immigrato clandestino che vive in Italia senza permesso, il fatto che non abbia una fissa dimora e i suoi precedenti penali. Due su tre sono le caratteristiche principali dei clandestini che giungono sulle nostre cose, la terza è spesso confermata dalle statistiche sulla criminalità. La verità nuda e cruda è che il marocchino in questione non è solo un soggetto pericoloso, ma anche un simbolo dell’immigrazione clandestina. La stessa che l’Ue praticamente vuole fomentare nonostante i Paesi membri stanchi siano ormai parecchi. La medesima che il governo italiano dichiara di voler fermare senza riuscire per ora ad ottenere un bel nulla, a parte le pacche sulle spalle di un’Onu che ancora una volta rivela la sua inutilità e le lagne delle Ong che fanno ciò che vogliono denunciando non si capisce bene quali crimini contro l’umanità.

L’immigrazione illegale, sì. La medesima che distrugge, in pratica, tutto: Paesi di provenienza, vite dei cosiddetti “migranti”, vite degli italiani, identità e culture. Per non parlare, ovviamente, della sicurezza nelle città. La quale ogni volta che viene ricordata deve trovarsi di fronte alla solita obiezione immigrazionista scema: “Ci sono anche i criminali italiani”. Come se fosse un buon motivo per andare a prendersi – e a mantenere nelle carceri – pure quelli stranieri. La banalità, spesso, va ripetuta. Perché chi è di fronte noi altrettanto spesso non ha nessuna intenzione di ascoltare, e allora per lo meno va messo con le spalle al muro della propria idiozia.