Crotone, parenti islamici protestano: “Non vogliamo sepoltura in Italia”

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Un Paese serio arresterebbe questi che sono veri e propri organizzatori di viaggi clandestini verso l’Italia

In pratica confessano di avere saputo di un reato, lo sbarco clandestino, e di non averlo denunciato alle autorità. Perché, ovviamente, ne erano complici.

Ora esigono il rimpatrio dei cadaveri in Afghanistan, ovviamente a spese dei contribuenti italiani, dopo avere pagato diecimila euro a testa per sbarcare da vivi. Non vogliono siano sepolti in terra infedeli.

E’ una vicenda tragicomica. Più comica che tragica, a questo punto. Ricordiamo che i musulmani schifano la sepoltura se non in cimiteri senza ‘infedeli’ perché impuri.

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“Sono arrivata dall’Olanda, perché non vedevo l’ora di riabbracciare dopo anni mia sorella e i suoi figli, avevo anche portato dei giocattoli per le bimbe, ma ora mi ritrovo solo delle bare con dei corpi irriconoscibili”. Piange, Mina, Aisha, una signora di 50 anni con il viso stravolto dalla disperazione, originaria dell’Afghanistan, che da alcuni anni vive in Olanda. Era arrivata sabato a Crotone, in attesa dell’arrivo del barcone con a bordo la sorella e i suoi nipotini, tra cui una bimba di 7 anni. “Ci eravamo sentite anche la sera di sabato e mia sorella mi aveva detto che dopo poche ore sarebbero arrivate sulle coste di Crotone. Poi, all’alba, la tragedia. E ora mi ritrovo qui, al Palasport a piangere sui corpi dei miei cari. Tutto questo non è giusto”, si dispera la donna. Ad occuparsi della donna è Francesca Cardamone di Sos Villaggio dei Bambini, che in questi giorni ha ascoltato molte storie tristi, tutte simili, di mancati ricongiungimenti di famiglie lontane da anni.

Mina sta aspettando da ieri l’avvio delle procedure per il rimpatrio delle salme. Oggi ha partecipato al sit in di protesta organizzato davanti alla Prefettura di Crotone, insieme con tanti altri parenti delle vittime o dei dispersi. Accanto a lei c’è un’altra donna, anche lei vestita di nero. Anche lei ha perso diversi familiari. Le storie si assomigliano tutte, nella loro disperazione. “Siamo arrivati in macchina dall’Olanda – spiega Mina all’Adnkronos – doveva essere una festa, invece è una tragedia”. Ma Mina non è la sola ad aspettare i documenti per potere riportare a casa i propri cari. Sono numerosi i parenti, arrivati soprattutto dalla Germania e dall’Olanda, che stanno cercando di capire come potere riportare in Afghanistan i familiari morti nel naufragio. Fino a questo momento il maggior numero di richieste per il rimpatrio arrivano dalla Germania e dell’Afghanistan.

“Sentirò la Farnesina per vedere come risolvere il problema delle salme che torneranno in Afghanistan. Sarà necessario farle transitare attraverso un Paese che abbia rapporti con Kabul”, ha precisato Khaled Zekriya, l’ambasciatore afghano in Italia nominato dal vecchio governo di Kabul prima del ritorno al potere dei talebani, che nei giorni scorsi è venuto a rendere omaggio alle vittime.

L’ambasciatore si è recato sulla spiaggia di Cutro. “I feretri dei familiari che non hanno prestato il consenso alla sepoltura in Italia sicuramente verranno trasferiti a Kabul”, ha spiegato.




2 pensieri su “Crotone, parenti islamici protestano: “Non vogliamo sepoltura in Italia””

  1. Se avessero viaggiato in aereo avrebbero pagato molto meno sarebbero arrivati direttamente in Olanda o in Germania in breve tempo comodi e sicuri e senza starci troppo a rompere i maroni, a si già, ma li non li facevano atterrare gli abusivi…. Ributtateli in mare sono millenni che i morti in mare si seppelluscono li, ilmare è fluido è gender li col sale si disinfetta tutto pure i beduinissimi…. Ma andate a rimori’ ammazzati in mare e portatevi pure tutto il governo italiano

    Caro’ non fare il solito parassita, muovi il culo traghetttaaaaaaaa

  2. Siamo NOI a non volere i vostri cadaveri nella nostra terra!!!!FUORI DAI COGLIONI A SPESE VOSTRE!!!

I commenti sono chiusi.