Ammiraglio invoca blocco navale: “Futuro dell’Italia a rischio”

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Anche l’ammiraglio, comunque, cade nella contraddizione di comprendere che si tratta di “immigrati economici”, e quindi invasori, ma di non riuscire a dire che, allora, quando affondano non sono vittime, bensì i primi responsabili della propria sorte: ancora più degli scafisti che, in fondo, fanno solo bieco affarismo, come ong e famiglia Soumahoro.

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Dobbiamo attendere e rispettare le indagini che sono ancora in corso che faranno emergere come si sono svolti i fatti. La cosa che ci deve portare ad una riflessione invece riguarda il luogo di partenza di questi trafficanti di esseri umani, che, partiti dalla Turchia hanno attraversato indisturbati le acque territoriali Turche e Greche. Il primo è uno stato NATO, il secondo è uno stato della Comunità Europea, perché non hanno scelto la Grecia come porta d’ingresso per l’Europa? Forse perché le politiche di accoglienza sono completamente diverse da quelle italiane? Se fossero entrati in Europa dalla Grecia, questa tragedia si sarebbe evitata…Inoltre, attualmente non risulta nessun tipo di richiesta di aiuto da parte della barca, sembra che, gli scafisti criminali, avessero addirittura sequestrato tutti i cellulari agli imbarcati, evidenziando tutta la loro incompetenza, quando il mare si è fatto “grosso”, non hanno inviato messaggi di richiesta di soccorso”.

“Una cosa è molto chiara: il 94% di coloro che tentano di arrivare in Italia, lo fa solo per motivi economici. Continuare con questo flusso ininterrotto, non solo potrà portare al ripetersi di fatti come quelli successi pochi giorni fa sulle coste calabresi, ma sul lungo periodo, continuare ad accogliere centinaia di migliaia di clandestini, potrebbe mettere a rischio gli equilibri sociali, economici e di sicurezza del nostro Stato

“Sconfiggere, una volta per tutte, le organizzazioni criminali che gestiscono il mercato degli esseri umani; lo Stato italiano adotti linee d’azione da concordare con l’Ue, l’Onu, gli Stati di provenienza, gli Stati di transito dei migranti clandestini, nonché con gli Stati di bandiera delle navi Ong, passando dalla dimensione organizzativa e giuridica nazionale a quella multinazionale. In sostanza, una vera e propria operazione civile e militare internazionale, che preveda quale “conditio sine qua non”, il consenso ed il coinvolgimento diretto dei governi della sponda sud del Mediterraneo riconosciuti dall’Onu, l’aggregazione di nazioni europee, l’istituzione di hot-spot in Africa – non distanti dagli Stati di origine – finanziati dall’Onu, gestiti e controllati dall’Ue per la definizione della protezione internazionale e dell’eventuale concessione dell’asilo politico. Per chi non ne abbia diritto, l’Ue pianifichi e programmi il rientro – volontario o forzato – negli Stati di origine previ accordi bilaterali che includano clausole persuasive di carattere economico, militare, diplomatico e di cooperazione commerciale. Siano condivisi con le locali forze dell’ordine il comando e controllo, la sorveglianza, il pattugliamento misto nelle acque territoriali. Lo scopo primario dell’operazione sia quello di interdire e debellare la tratta degli esseri umani e ogni discendente tentativo di migrazione illegale e clandestina dalla Libia, dalla Tunisia o da altra provenienza, verso l’Europa”.

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“In merito agli Stati di bandiera delle navi Ong come la Germania e la Norvegia che insistono nell’indicare l’Italia quale unico punto di approdo, incoraggiando con il loro fattore attrattivo il business della tratta degli esseri umani, rispettino il Regolamento Ue di Dublino che impone a quegli Stati – ove avviene il primo passaggio illegale della frontiera europea – la responsabilità della protezione internazionale di eventuali profughi e del collegato asilo politico. Il complesso delle regole internazionali ed europee pone in capo allo Stato di bandiera l’obbligo – sanzionabile sul piano del diritto internazionale – di esercitare un’efficace funzione normativa ed effettivi poteri di controllo, di certificazione e sanzionatori a tutela di interessi ascrivibili alla comunità internazionale nel suo complesso, come la vita umana o l’ambiente marino. Senza una bandiera una nave non può navigare”.

Potrebbe? Siamo già oltre il rischio. Ve ne accorgerete. E l’unico faro di un governo dovrebbe essere il bene del proprio popolo e il suo futuro, non gli interessi di invasori. Affondano mentre vengono ad invaderci a pagamento? Cazzi loro.

Qui non siamo in presenza di un abitante di Nizza che fugge ad Imperia perché c’è la guerra in Francia. Ma di pakistani e nigeriani che attraversano mezzo mondo per venire a rompere i coglioni in Italia. E’ una guerra, e noi neanche la stiamo combattendo. Anzi, quando l’invasore affonda il ‘nostro’ presidente corre a piagnucolare.

Se aspettiamo la Ue e la Nato siamo già morti. Se ci alleassimo con Putin, un mese dopo il problema degli sbarchi sarebbe risolto.




5 pensieri su “Ammiraglio invoca blocco navale: “Futuro dell’Italia a rischio””

    1. lo sanno tutti che questi sono migranti economici
      e non lo sa un ammiraglio, che da tutta la sua vita e’ a contatto con questi ambiti?

      La Marina Militare, nel quadro delle sue funzioni ordinarie, è la forza armata preposta specificamente alla difesa e alla sicurezza dello spazio marittimo nazionale, delle linee di comunicazione, delle infrastrutture portuali e del naviglio mercantile.

      E perche non lo fanno?
      Perche sono conniventi, con le ONG e con i barconisti

I commenti sono chiusi.