Primarie Pd 2023, vince Elly Schlein: il Pd è morto 🌈

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Elly Schlein batte Stefano Bonaccini, vince le primarie del Pd 2023 e sarà il nuovo segretari* del partito spaccato a metà. Il Pd è morto. Finalmente avrà un segretario che incarna i ‘valori’ fluidi e stranieri. Finora questi ‘valori’ erano camuffati, ora sono alla luce del sole: ed è bellissimo.

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L’ex Pci è definitivamente stato scalato dall’Arcigay. La transizione da partito del popolo a partito radical chic è definitivamente compiuto. Questo, ovviamente, lascia praterie alla destra sociale e popolare.

“Vi chiedo di mandare un grande abbraccio a Elly Schlein. Le ho fatto un grande in bocca al lupo per la responsabilità che assume alla guida del Partito Democratico. Mi metto a disposizione, sono pronto a dare una mano”, dice Bonaccini concedendo la vittoria a Schlein quando lo spoglio non è ancora concluso. “Siamo ormai all’80% dei seggi scrutinati: Bonaccini raggiunge il 46,2% e Schlein al 53,8”, dice Silvia Roggiani, presidente del comitato congresso Pd, al Nazareno.




7 pensieri su “Primarie Pd 2023, vince Elly Schlein: il Pd è morto 🌈”

  1. da partito popolare operario a partito finocchionaro – zone ztl – ciurmaglia televisivara – fuffinton post follower….e chi piu ne ha ne metta

    1. Un mese fa circa avevo pronosticato la facile vittoria di Bonaccini. Mi sono sbagliato, ho sottovalutato il potere delle elité globali e i loro collegamenti con quelle di traditori italiani, che, infatti, hanno pompato nelle ultime settimane l’attuale vincitrice, e anche grazie ai voti dei soliti immigrati a cottimo, visto che per le primarie pd non serve cittadinanza.
      Questa è solo un’anticipazione di cosa il pd ha in mente.
      Il futuro woke: Seggi aperti per tutti, portandosi dietro camioncini pieni di neri e cinesi con fogli stampati in tasca, e risse tra capibastone. Mentre gli italiani veri, marginalizzati, e ormai considerati ‘fascisti’ in quanto bianchi ed eterosessuali e di lingua italiana, non votano più. Del resto il loro voto, meno controllabile, non sarebbe gradito.
      Penso che la Redazione dovrà affilare le armi nel futuro, perché ne vedremo delle belle e dovremo ribattere colpo su colpo. Perdere le elezioni con questa significa perdere l’Italia.

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