Africano, pistola in faccia a 12enne: rapina choc a Jesi

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Avvicina un ragazzino di 12 anni, gli punta la pistola e gli ruba il giubbotto. Sono i contorni della rapina avvenuta mercoledì pomeriggio in via Garibaldi, a Jesi. Il bandito è stato preso dai carabinieri e collocato nel carcere di Montacuto in attesa dell’udienza di convalida, prevista per oggi.

In manette è finito un egiziano di 23 anni, residente a poca distanza dal luogo dove si è consumata la rapina. La vittima, anche se sotto choc, non è dovuta ricorrere alle cure del pronto soccorso. Non è stata usata nei suoi confronti violenza fisica. Per rubare la giacca è bastato, da parte del rapinatore, mostrare la pistola, poi risultata essere giocattolo. L’arma, però, non aveva il canonico tappo rosso, sembrando così vera.

Sono ancora poco chiari i contorni della vicenda, anche se l’ipotesi è che l’episodio, anche se gravissimo considerando soprattutto l’età della vittima, possa essere inquadrato come un atto di spavalderia, una bravata talmente fuori dall’ordinario che ha fatto finire l’egiziano in una cella del carcere. L’uomo, dopo aver preso il giubbotto al ragazzino, sarebbe fuggito a casa. Ed è lì che lo hanno arrestato i carabinieri, trovandogli la pistola giocattolo, finita sotto sequestro. Ma andiamo ai fatti della rapina.

Stando a quanto emerso finora, il 12enne mercoledì pomeriggio stava passeggiando con un amichetto lungo via Garibaldi, una via piuttosto trafficata di Jesi e piena di negozi, quando gli si è parato davanti il nordafricano. Pare non abbia agito a volto coperto. In mano teneva l’arma: l’avrebbe puntata contro il ragazzino. Terrorizzato e credendo che la pistola fosse vera, data l’assenza del tappo rosso, ha dovuto cedere alle richieste del rapinatore. Sotto minaccia dell’arma, gli ha così ceduto il giubbotto.

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Dopodiché, il rapinatore è scappato verso casa, a poca distanza dal luogo del reato. Il minore ha immediatamente chiamato i genitori, i quali a loro volta hanno avvisato le forze dell’ordine. Nel giro di pochi minuti, i carabinieri della Compagnia di Jesi, guidati dal comandante Elpidio Balsano, sono piombati nell’appartamento dell’egiziano, traendolo in arresto con l’accusa di rapina. Per arrivare al bandito sono state fondamentali le informazioni rese dalla vittima e dal suo amico, che avevano visto in faccia il 23enne, riuscendo poi a indicare la direzione di fuga. Un atto di coraggio e lucidità nonostante gli attimi di terrore vissuti in via Garibaldi, in quello che doveva essere un normalissimo pomeriggio trascorso tra amici.

L’egiziano, dopo tutti gli accertamenti di rito espletati in caserma, è stato condotto in serata nel carcere di Montacuto in attesa della convalida dell’arresto, attesa per oggi davanti al gip.

Pistola in faccia a un 12enne: «Dammi il giubbotto». Rapina choc a Jesi