Altre due italiane morte ‘grazie’ all’immigrazione: quante ancora, Meloni?

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Marocchino uccide due italiane appena uscito da manicomio

Due donne italiane che non ci sono più per la presenza sul nostro territorio dell’ennesimo africano.

Poi c’è chi piagnucola quando non arrivano e il barcone si perde prima. E ci sono dei deficienti che corrono a prenderli. Altri deficienti che firmano decreti per farne entrare ancora. Lo Stato è il vero assassino di queste due donne italiane.

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Ma anche noi: perché non fermiamo l’invasione.

Positivo alla cannabis e alle benzodiazepine. Sono i primi risultati accertamenti medici sull’italo marocchino che domenica mattina ha centrato a folle velocità un’auto alla barriera autostradale di Milano-Ghisolfa uccidendo due donne. Per i risultati degli esami ematochimici che rivelano la presenza di sostanze presenti nel sangue, servono ancora un paio di giorni.

Sulle condizioni psichiche del 39enne marocchino con cittadinanza italiana alla guida dell’auto che ha ucciso due donne alla barriera dell’A4 di Milano Ghidolfa nella notte tra venerdì e sabato scorsi ora sappiamo di più. A partire dal fatto che è risultato positivo alla cannabis e alle benzodiazepine. Sono questi gli esiti degli esami di primo livello disposti dal pm milanese Paolo Filippini, titolare dell’inchiesta che punta a ricostruire la vita dell’uomo, indagato per omicidio stradale plurimo, e capire se abbia o meno problemi psichiatrici.

A questo proposito il magistrato ha incaricato la polstrada di Novara di sentire la moglie del 39enne di Pontenure, paese del Piacentino, dove risiede e di acquisire le cartelle cliniche dell’ospedale di Piacenza dove era entrato giovedì scorso dopo aver dato in escandescenza. Proprio dalle cartelle cliniche e dalle testimonianze dei medici, gli inquirenti e gli investigatori puntano ad accertare se le benzodiazepine gli sono state somministrate dal personale sanitario e, inoltre, se è stato dimesso oppure se ha lasciato volontariamente l’ospedale.

All’uomo, che ora è ricoverato in psichiatria al San Carlo di Milano e che non è mai stato sottoposto a Tso, è stato sequestrato anche il cellulare per capire se negli istanti prima dell’incidente mortale fosse al telefono o stesse inviando messaggi. Dalle immagini delle telecamere si vedrebbe una macchina che tira diritto ad alta velocità come se l’autista non avesse visto il casello o guidasse bendato. Per questo si vuole appurare se fosse distratto o sotto gli effetti di un cocktail di benzodiazepine e stupefacenti.

Nessun rallentamento, dunque, nonostante l’avvicinarsi metro dopo metro al casello. E’ quanto emergerebbe dalla visione delle telecamere di sorveglianza della barriera Milano-Ghisolfa sull’
A4, in direzione Torino, che hanno ripreso la Lancia Musa, guidata dal 39enne tamponare la Lancia Ypsilon su cui c’erano Laura Amato, 54 anni, e Claudia Turconi, 59 anni, entrambe morte sul colpo. Dalla sequenza si vede l’auto delle due amiche immettersi a bassa velocita’ nella pista riservata al ritiro del biglietto di pedaggio e pochi istanti dopo l’altra macchina, arrivare a velocita’ sostenuta e senza rallentare. L’auto del 39enne ha colpito violentemente da dietro l’altra macchina proiettando quella delle due donne per decine di metri.