Immigrato sfonda la testa a italiano: niente carcere, va da psicologa per “controllare la rabbia”

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Ha mandato in coma un italiano, ma l’unica pena è il ‘volontariato’ e andare dalla psicologa per controllare la rabbia. Lo Stato italiano fa schifo. Stiamo inondando il territorio di feccia coi ricongiungimenti familiari e poi la rendiamo ‘italiana’ già con l’attuale legge. Il governo dorme. Anzi: ce ne porta sempre di più.

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Se supererà il periodo di volontariato affiancandolo al ritorno a scuola e ad un percorso con una psicologa, sulla sua fedina penale non ci sarà traccia di quella rissa di due anni fa, in via Pietro Grandi, all’Arcella. Lì dove aveva colpito con un pugno il papà di un ragazzino. Per un solo euro.

Arcella, estate 2021. Lui, italiano nato da genitori stranieri, 15 anni all’epoca, quel giorno aveva avvicinato due ragazzini più piccoli: «infraquattordicenni» si legge nel capo d’imputazione messo nero su bianco dalla procura dei minori di Venezia. Voleva rubargli un euro. E quando il ragazzino aveva tirato fuori dalla tasca un coltellino per difendersi, lui gli era saltato addosso, provando a rubargli non solo la moneta da 1 euro, ma anche la lama usata dalla sua vittima. Una zuffa di strada nella quale avevano recitato il ruolo di attorni non protagonisti anche altri ragazzini del gruppo del quindicenne che si erano stretti attorno alle due vittime per incutere ancora più timore. E il loro comportamento aveva sortito l’effetto sperato tanto che il ragazzino si era deciso a prendere il telefono e chiamare il padre per chiedere aiuto. Quando il genitore era arrivato in via Grandi, la tensione invece che calare era montata ancora di più. Il quindicenne non si era impaurito ed era arrivato a sfidare l’adulto, colpendolo con un pugno in volto e facendolo cadere. Con l’uomo a terra, si era scatenato il fuggi-fuggi generale e quando l’adulto si era ripreso, in via Grandi erano rimasti solo lui, il figlio e il suo amico.

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Tutto sembrava essere finito lì, a quella zuffa di strada fin quando, tre settimane dopo i fatti, il genitore aveva iniziato a sentirsi male e a soffrire di continui giramenti di testa. Una tac al Pronto soccorso aveva svelato la verità evidenziando un ematoma al cervello così esteso da rendere necessaria un’operazione. Con l’intervento andato a buon fine, il genitore aveva dato il via alle indagini presentando una denuncia contro il baby rapinatore del figlio. Il resto l’avevano fatto le telecamere di sicurezza della zona e le testimonianze di chi c’era e aveva assistito alla rissa: il quindicenne era stato individuato e denunciato alla procura dei minori con le accuse di rapina e lesioni gravissime. E per queste imputazioni il pm ne aveva chiesto il rinvio a giudizio.

Ieri mattina nel tribunale dei minori di Mestre, di fronte al collegio dell’udienza preliminare – composto da due giudici e uno psicologo – il quindicenne era in aula, assistito dall’avvocato Ernesto De Toni. Di fronte a lui il genitore che aveva colpito con un pugno. L’uomo, non potendo chiedere risarcimento secondo quanto stabilito dal codice, ha confermato di aver ricevuto le scuse da parte del quindicenne e di essere venuto a conoscenza del fatto che il minorenne ha ripreso la scuola e sta portando avanti una serie di incontri con una psicologa per quanto fatto e imparare a reprimere gli istinti che lo avevano portato alla rapina e a colpire il genitore del ragazzo.

Tutte posizioni sulle quali la difesa ha fatto leva per chiedere ai giudici la sospensione dell’udienza preliminare proponendo la messa alla prova: un periodo di lavori socialmente utili al termine dei quali tornerà in tribunale. Se verrà dimostrato che tutti i crismi imposti dalla mediazione penale sono stati soddisfatti, ogni cosa diventerà un ricordo. Anche una rapina, un pugno e un’operazione al cervello. Per un solo euro.




2 pensieri su “Immigrato sfonda la testa a italiano: niente carcere, va da psicologa per “controllare la rabbia””

  1. quando il fuoriclasse Monti, (frutto del precedente governo Meloni), portava al suicidio la classe produttiva italiana
    da una parte spedivano le bollette di Equitalia
    dall’altra offrivano servizi psicologici, per sostenere chi voleva suicidarsi.

    Capite che ognuno ha il suo orticello da coltivare
    e se l’Italia viene ridotta a questo schifo, e’ anche perché
    tutto il mondo delle categorie professionali e dei burocrati, sono conniventi con la politica del partito unico

    Se andate da un psicologo e gli chiedete:
    “un leghista lo buttiamo in una foiba o lo curiamo?”

    secondo voi cosa vi risponderà lo psicologo?

  2. Pena di morte estesa anche ai famigliari con esecuzione commisurata al reato, nessuna attenuante, nessun diritto all’invasore.Solo cosi’ tornerebbero da soli nel culo di maomerdetto da cui sono strisciati.Sei straniero, arrivi e commetti un reato?Non esci vivo.Parenti al seguito.

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