San Valentino tragico per coppia innamorati: massacrati da branco africani 💔

Vox
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Tragico San Valentino per una giovane coppia che è stata selvaggiamente aggredita ieri pomeriggio, martedì 14 febbraio, a Cles.

I due, un ragazzo e una ragazza, verso le 16 si stavano recando alla stazione del tram a Cles, e nella galleria che conduce alla stazione sono stati circondati da un gruppo di immigrati.

Si tratta di sei giovani nordafricani e cittadini italiani, tutti tra i 20 e i 25 anni. Alcuni già noti alle forze dell’ordine.

La coppia è stata bloccata, e senza alcun motivo i due sono stati picchiati violentemente, presi a calci e pugni, il ragazzo è stato persino morso.

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Sono state rapidamente allertate le forze dell’ordine e l’ambulanza, che ha portato urgentemente le vittime in pronto soccorso. Fortunatamente non hanno subito traumi gravissimi, ma poteva finire sicuramente peggio. I ragazzi erano in stato di shock e sono rimasti evidentemente traumatizzati.

Non sono stati derubati, sono stati semplicemente oggetto di violenza gratuita da parte di una gang di delinquenti che in pieno giorno ha agito indisturbata. Cles è un paese solitamente tranquillo, dove fatti come questo accadono raramente; la gente qui si sente sicura, e quanto accaduto è un chiaro segnale che anche nelle piccole borgate purtroppo le cose stanno degenerando. Attualmente le forze dell’ordine stanno indagando sul caso.

Coppia fidanzati massacrata da branco africani




8 pensieri su “San Valentino tragico per coppia innamorati: massacrati da branco africani 💔”

  1. Cosa ci sarebbe da indagare ulteriormente? Arrestarli e tenerli in galera non è sufficiente, oppure una giudiciA desinistra li metterà a breve fuori dal carcere?

  2. Vittime di violenza improvvisa, ineluttabile e immotivata.
    Vittime dell’ausvizzazione.
    I meticcionisti hanno sparso, capillarmente in tutta Italia, centinaia di migliaia di mine vaganti, pronte a esplodere ovunque contro chiunque.

    Ecco un ottimo esempio della truculenta pazzia di Orosio da cui dobbiamo guarire:

    ”Paragonando Enea a Ulisse (en passant definito «eroe solitario ed egoista»), la Codacci-Pisanelli spiega: «Ulisse cerca di tornare a casa, Enea invece è un esule in fuga verso una nuova patria. Per questo è diventato un simbolo delle migrazioni moderne sulle coste del Mediterraneo, e della multiculturalità che lega ogni civiltà alle altre come ricorda l’Associazione Rotta di Enea, che ha collaborato alla mostra.» Peccato che tutto questo sia semplicemente falso. Anzi, qui siamo in presenza di una duplice falsificazione. La prima ha a che fare con il riferimento ai turchi. L’antica Anatolia era abitata per lo più da popoli di stirpe indoeuropea, come verosimilmente la stessa Troia. Quelli che chiamiamo turchi arrivarono nella penisola solo a partire dall’XI secolo, partendo dall’Asia centrale. La seconda falsificazione riguarda lo stesso viaggio di Enea, che fu pensato da Virgilio anch’esso come un «ritorno a casa», altro che migranti e barconi! Il capostipite della stirpe di Enea era infatti Dardano, il mitico fondatore di Troia […] secondo versioni italiche natio di Corito, antichissima città dei tirreno-pelasgi identificata con Cortona.
    Che Enea stesse «ritornando» è cosa che emerge chiaramente nell’Eneide. Ad esempio, quando l’eroe interroga Apollo su quale sia la terra che gli è destinata dopo la fuga da Troia, il dio risponde così: «Forti troiani, la terra da cui traete origine, prima culla dei padri, vi vedrà ritornare nel suo seno materno, reduci. Su, cercate l’antica madre!». Più avanti, i Penati appaiono in sogno a Enea e gli rivelano che la terra che cerca è l’Esperia, ossia l’Italia: «Questa è la nostra sede; qui Dardano è nato ed è nato il vecchio Iaso: il primo, radice della nostra stirpe». Altro che «migrazioni moderne» e «multiculturalità», altro che «radici turche»…”
    Adriano Scianca, Per il Colosseo i romani sono turchi. Il Parco archeologico ha condiviso sui social un articolo dell’«Espresso» che fa a pezzi la storia. Una falsificazione infarcita da Enea che diventa «simbolo delle migrazioni», La Verità, Venerdì 3 Febbraio 2023, pagina 18.

    ://espresso.repubblica.it/idee/2023/01/31/news/arabopolis_mostra_enea-385930976/

    I meticcionisti, folli furentissimi, spregiatori di ogni legge umana e divina, pervertitori della realtà, chiamano tenebre la Luce e luce le tenebre, definiscono orrendo il meraviglioso e meraviglioso l’orrendo, spacciano le depravazioni per virtù e le virtù per depravazioni, chiamano vigliacco l’eroe ed eroico il vigliacco.

    Ulisse, lungi dall’essere solitario ed egoista, strenuamente lotta, resistendo valorosamente ad atroci strazi, per tornare a difendere la sua famiglia e la sua Patria. L’Odissea è un nóstos, un ritorno, è quel viaggio ricco di terribili peripezie che l’eroe intraprende, dopo lunghissima assenza e dolentissima lontananza dalla Patria, per tornare a vivere e a difendere la Patria.

    Cianciano che fuggono dalla guerra o per trovare condizioni di vita migliori.
    Sono tutti maschi in età militare.
    Quindi abbandonano la loro famiglia, abbandonano i genitori, i fratelli, le mogli e i figli in balìa della furia dei nemici.
    Perciò sono imboscati, traditori, vili e vigliacchi che preferiscono gozzovigliare, bagordare, fottere e uccidere nell'(ancora per quanto?) opulenta Europa!
    Ad essere solitari ed egoisti, orrendamente codardi e infingardi, sono gli apolidi, gl’ingrati, i traditori che fuggono dai loro doveri verso i connazionali e i familiari, che abbandonano la patria per crapulare e delinquere nelle opulenze europee, facendosi mantenere dai dementi che massacreranno appena saranno abbastanza numerosi per travolgerli.

    L’apolide che vuole viaggiare e godersi parossisticamente ogni piacere, è lui il solitario è lui l’egoista!
    Questo apolide è il MISantropo per eccellenza!
    Questo apolide è il primo dei misantropi!

    “la filantropia, o amore universale e della umanità, non fu proprio mai né dell’uomo né de’ grandi uomini e non si nominò se non dopo che, parte a causa del cristianesimo, parte del naturale andamento dei tempi, sparito affatto l’amor di patria e sottentrato il sogno dell’amore universale, (ch’è la teoria del non far bene a nessuno), l’uomo non amò veruno fuorché se stesso, ed odiò meno le nazioni straniere, per odiar molto più i vicini e compagni, in confronto dei quali lo straniero gli dovea naturalmente essere, com’é oggi, meno odioso, perché si oppone meno a’ suoi interessi e perch’egli non ha interesse di soverchiare, invidiare ec. i lontani, quanto i vicini.”
    Giacomo Leopardi, Zibaldone, 885.

    L’amore universale è la teoria del non far bene a nessuno!

    Orosio subito dopo essere fuggito in Africa dall’invasione visigotica dell’Iberia, nel 414, si dichiarò orgogliosamente apolide:
    «L’ampiezza dell’Oriente, l’abbondanza del Settentrione, la vastità del Meridione, le fertilissime e sicurissime sedi delle grandi isole hanno le mie leggi e il mio nome, poiché romano e cristiano giungo tra romani e cristiani. […] Un unico Dio, che ha voluto quest’unità del regno per i tempi in cui gli è piaciuto manifestarsi, da tutti è amato e temuto; le medesime leggi, sottoposte a un unico Dio, regnano ovunque; dovunque giungerò, sconosciuto, non avrò da temere violenza improvvisa come chi è senza protezione. Tra romani, come ho detto, romano, tra cristiani cristiano, tra uomini uomo, mi appello allo Stato in base alle leggi, alla coscienza in virtù della fede, alla natura in nome dell’uguaglianza.»
    Storie contro i pagani, V, 2, 3-6.

    ://www.treccani.it/enciclopedia/crociate_%28Enciclopedia-Italiana%29/#:~:text=La%20battaglia%20di%20Manzicerta%2C%20nel,della%20Siria%20e%20della%20Palestina.

    ://www.treccani.it/enciclopedia/romano-iv-diogene-imperatore-d-oriente_%28Enciclopedia-Italiana%29/

    ://www.imperobizantino.it/manzikert-la-battaglia-che-avrebbe-potuto-annientare-limpero/

    1. Gl’imperialisti sono sconvolti da una perturbantissima irrequietezza (non bisogna cambiare i luoghi, ma l’animo)

      ”[Napoleone] Avrebbe anche voluto, per tutta l’Europa, una stessa moneta sotto conii differenti, gli stessi pesi, le stesse misure, le stesse leggi […] Ben presto l’Europa non sarebbe stata effettivamente che un unico popolo. Ognuno, viaggiando dappertutto, si sarebbe sempre trovato nella patria comune”
      Emmanuel de Las Cases, Memoriale di Sant’Elena, 14 novembre 1816

    2. VIOLENZA IMPROVVISA INELUTTABILE IMMOTIVATA
      ://youtu.be/BMcTg_GgPGQ
      ://youtu.be/o_EBeLtCxT0
      ://youtu.be/jNXJj46h1rA
      ://youtu.be/RrYDoc0glXU
      ://youtu.be/XdpBL0_KDCw
      ://youtu.be/Hl0b6PsbA_c

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