“Lasciati stuprare come dice il Corano”: intanto riscuoteva il sussidio italiano

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Oggi vi raccontiamo un’altra storia di ricongiungimento familiare e integrazione.

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La coppia, che risiedeva in un comune valdostano, si era sposata nel 2011 in Marocco. Quindi, il trasferimento in Italia e, a seguire, quello dal Piemonte in Valle. Il drammatico racconto reso dalla donna riguarda il 2017, nel periodo del “Ramadan”, il mese in cui i musulmani sono tenuti al digiuno. “In quel periodo ero incinta e, nonostante gli dicessi di lasciarmi, – ha rivelato – lui mi strappava i vestiti per avere dei rapporti sessuali. Se non accondiscendevo, ribatteva che allora non doveva spendere soldi per farmi mangiare”. Nemmeno il parere del medico, espresso in ragione dello stato di gravidanza, lo avrebbe fermato: “diceva ‘cosa ne sa il ginecologo?’”.

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La donna ha ricordato che a volte urlava dal dolore, ma lui rispondeva “che il Corano spiega che la moglie deve sempre ascoltare il marito e non ha mai smesso, nonostante io dicessi di no”. In quel periodo, “lui diceva che se andavo a dormire a letto dovevo fare sesso, per cui dormivo sul divano” e, finito il mese della commemorazione della prima rivelazione del Corano a Maometto, “ho chiesto ospitalità ad una vicina”.

L’allora consorte ha spiegato come lui guadagnasse “1.700 euro, con assegni familiari”, ma “portava spesso multe a casa”. “Mi dava soldi per le bollette e qualcosa per la spesa, – ha aggiunto – ma spesso dovevo aggiungerne io. Lui pagava le spese per tornare a casa a volte. Io lavoravo qualche ora, facendo le pulizie. Prima, avevo un impiego in un ristorante, ma lui non voleva che fossi a contatto con gli uomini”.




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