Meloni incontra l’uomo che vuole riempire l’Italia di immigrati

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Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha incontrato questo pomeriggio il famigerato Alto commissario delle Nazioni Unite per i rifugiati, Filippo Grandi. Meloni, si legge in una bizzarra nota di Palazzo Chigi, ha confermato l’apprezzamento del governo italiano per l’operato dell’Alto Commissariato in favore della protezione e del benessere dei rifugiati e ha sottolineato l’ottima collaborazione dell’Unhcr con l’Italia soprattutto in Libia e nel Sahel e nella realizzazione di corridoi umanitari. Ha inoltre ribadito la necessità di superare un approccio ideologico che confonde la legittima protezione da assicurare ai rifugiati con le politiche nei confronti dei migranti economici, confermando l’impegno del Governo affinché venga realizzata urgentemente una gestione europea dei flussi migratori che comprenda interventi strutturali e una collaborazione con i Paesi africani.

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L’Alto Commissario Grandi ha ringraziato l’Italia per il costante sostegno assicurato all’Unhcr e ha condiviso l’importanza di assicurare una gestione europea dei flussi migratori con investimenti strategici in Africa.

Si tratta di lui:

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Non è un caso che Unhcr abbia da anni un rappresentante italiano. L’Italia è nelle mire dei meticciatori globali: siamo il Paese occidentale meno compromesso, dobbiamo essere compromessi, perché il piano di africanizzazione prosegua. E poi l’Italia è di fatto il porto d’Europa, proprio davanti alla Libia, e nel 2011 abbiamo assistito prima alla caduta di Gheddafi e poi al colpetto di stato che ha cacciato l’ultimo governo italiano eletto: tutto per aprire il traffico attraverso politici abusivi gestiti dall’estero quali sono stati Monti e Letta, e quali sono Renzi e il marchesino Gentiloni.

Quindi non sorprende che l’attuale capo dell’Unhcr, l’italiano – sono tutti senza patria – Filippo Grandi, sia corso in Libia a perorare la liberazione delle migliaia di clandestini bloccati sui barconi prima che raggiungessero le navi Ong, dai centri di detenzione libici, perché salpino per l’Italia:

http://www.libyanexpress.com/head-of-unhcr-urges-libyan-authorities-to-free-all-immigrants-from-detention-centres/

Il piano di invasione deve procedere.  Senza contare che perdere uno dei propri uomini, che faceva da collegamento con il boss libico degli scafisti, deve essere stato per l’Unhcr e il suo capo motivo di disappunto:

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Ci vogliono distruggere. Meloni è uno di loro?

Lo stesso Grandi ha invocato l’abbandono, da parte dei Governi europei, della “linea dura” in ambito migratorio. Al fine di scongiurare “l’ascesa di sentimenti anti-immigrati”, tutti i procedimenti di espulsione avviati nei confronti dei profughi incriminati per reati gravi andrebbero sospesi.

Tali esortazioni sono state pronunciate dai vertici dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr).

Invocano la censura: “Ad alimentare il pregiudizio e l’intolleranza contribuisce, purtroppo, anche l’eccessiva attenzione riservata dai media agli episodi di cronaca nera che vedono coinvolti soggetti stranieri”.

L’Unhcr ha poi attaccato il cuore del prossimo ‘decreto Pamela’ che Salvini si appresta a varare: “Se un rifugiato commette un delitto nel Paese che lo ospita, le autorità hanno il dovere di processare l’autore del crimine. Le stesse autorità, tuttavia, devono astenersi dal revocare all’imputato lo status di rifugiato”. Hai fatto a pezzi una ragazza? Non devi essere espulso.

Secondo Filippo Grandi, titolare dell’Unhcr: “Criminalizzare un’intera comunità di migranti dopo che alcuni esponenti della stessa hanno perpetrato dei reati è una reazione scriteriata. I richiedenti asilo e i rifugiati, nella loro stragrande maggioranza, non commettono crimini.”

Beh, non è vero. Uno su cinque li commette. E sono solo quelli scoperti.

E’ urgente che l’Italia tagli i fondi all’Onu. Che si facciano mantenere dai loro sceicchi. Che di profughi ne prendono zero.

Nel corso dell’incontro, inoltre, “sono state condivise riflessioni sulla necessità di trovare al più presto una strada verso la pace” in Ucraina e “per porre fine alle sofferenze della popolazione e procedere alla ricostruzione del Paese”.

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