GOVERNO PREPARA BARRIERA E HOT SPOT PER RESPINGERE L’ORDA ISLAMICA A TRIESTE

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E’ in atto una vera e propria invasione islamica via terra:

Un esercito di ventimila musulmani ha passato la nostra frontiera orientale

Il nuovo governo sembra averne preso coscienza.

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Le prefetture di Udine, Gorizia e Trieste, quelle con i territori confinari e strettamente collegati con gli stranieri irregolari che transitano dalla Rotta balcanica, inizieranno già nei prossimi giorni a cercare un sito, proprio a ridosso dal confine, nel quale realizzare il nuovo hot spot che dovrà raggruppare i clandestini che varcano illegalmente il confine. Che poi dovranno essere respinti in Slovenia. Ottima scelta.

La proposta di un centro che faccia stazionare, seppur per pochi giorni chi arriva dalla rotta balcanica, era stata lanciata dal ministro dell’Intero, Matteo Piantedosi nel corso dell’incontro di sabato scorso. Una proposta subito accolta dal presidente Massimiliano Fedriga e ora sviluppata dall’assessore regionale alla Sicurezza, Pierpaolo Roberti.

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«È evidente – spiega direttamente Roberti – che il nostro obiettivo è quello di evitare che arrivino sul nostro territorio e faremo di tutto per riuscirci. In ogni caso è fondamentale anche fermarli nel caso in cui i migranti irregolari riescano ad oltrepassare il nostro confine. Ecco quindi che l’idea di un hot spot dove radunarli per le prime operazioni e poi smistarli in altre parti d’Italia, diventa importante. Ovviamente una cosa del genere ha senso nell’area confinaria, da Tarvisio sino a Trieste, passando per Gorizia. Molto meno senso avrebbe un’opera di questo genere nel pordenonese».

«Quando si è fatta avanti questa possibilità – spiega ancora Roberti – siamo stati molto chiari. L’idea è buona, abbiamo detto, ma a una condizione: i migranti collocati nell’hot spot regionale devono restare pochissimi giorni e poi devono essere subito smistati fuori dal Friuli Venezia Giulia. Giusto il tempo – spiega Roberti – che gli vengono effettuate le visite sanitarie, vengano identificati e svolti i controlli di sicurezza. Il tutto senza uscire dall’hot spot. Poi via. A questo condizioni – abbiano detto a Piantedosi – il Centro a noi a va bene».

Il PD protesta: «Non ci risulta che ci siano caserme già pronte per l’uso quindi le Prefetture stanno facendo delle verifiche per cercare siti idonei. Visto l’utilizzo che se ne deve fare, non servono grandi lavori di riqualificazione, si tratta solo di qualche giorno di sosta. Dove e quando? Ancora non lo sappiamo, ma come si è detto nelle aree confinarie, Gorizia compresa perché anche se sul territorio c’è già un Cara, un hot spot come lo intendiamo noi è un’altra cosa che non crea assolutamente problemi. Se mi dicessero ora che è disponibile un Centro da 5mila posti – conclude Roberti – con gli stranieri che non si muovono non escono, nessuno li vede e dopo alcuni giorni se ne vanno, direi subito di sì. Non ci sarebbe alcun problema per la popolazione locale».

La stessa cosa va fatta a Lampedusa: da lì non devono uscire verso il resto d’Italia, ma verso l’Africa.

Servono enormi campi dove concentrare gli invasori per poi respingerli. Poi, serviranno campi ancor più grandi, presso basi militari dell’aeronautica da dove potranno essere rimpatriati i clandestini che già infestano l’Italia.




3 pensieri su “GOVERNO PREPARA BARRIERA E HOT SPOT PER RESPINGERE L’ORDA ISLAMICA A TRIESTE”

  1. Dall’insediamento alla legge di bilancio non ho voluto commentare il governo Meloni, il poco tempo ed il deficit che rende il paese succube alla BCE non permettevano di fare qualcosa subito.
    Le misure sul confine orientale potrebbero essere un inizio (se attuate), e poi intervenire sui ricongiungimenti, i barconi e la guardia costiera che fà da traghetto.
    Continuare poi abolendo lo status di rifugiato per chiunque si presenti alla frontiera e rendendo poco conveniente la permanenza nel paese a chi non lavora.
    Ci sono cinque anni di tempo, non mi aspetto tutto e subito, spero che ci sia la forza di resistere agli inevitabili ricatti economici dell’UE, del resto, finché l’Italia sarà in bancarotta (dichiarata o no) lo spazio di manovra sarà limitato, incrocio le dita…

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