Avvocata ammazzata dall’ex di origine africana: conta il sangue, non il nome

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Sul caso dell’avvocato femmina uccisa dal suo attempato ex di origine africana:

https://voxnews.info/?p=396980

L’identità dell’uomo, accuratamente nascosta dal suo italianissimo nome, dimostra che il sangue è l’unica cosa che conta. E che essere italiano è molto più di una carta di identità: anche dono n generazioni, la tua natura viene fuori. E qualcuno muore.

Si terrà domani mattina a piazzale Clodio l’interrogatorio di convalida per Costantino Bonaiuti, l’ingegnere di sessantuno anni arrestato dalla Polizia dopo che aveva sparato a Martina Scialdone. L’avvocato di 34 anni è stata uccisa venerdì sera fuori da un ristorante in via Amelia al quartiere Tuscolano a Roma. L’uomo, fuggito in auto dopo l’omicidio, è stato rintracciato dalle Volanti della Questura al Nuovo Salario.

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La procura di Roma contesta a Bonaiuti l’omicidio volontario aggravato dalla premeditazione. I pm di piazzale Clodio contestano anche i motivi futili e abietti e di aver agito contro una persona a lui legata sentimentalmente.

Una fiaccolata per ricordare Martina Scialdone si terrà giovedì prossimo con partenza alle ore 19.30 dalla metro Furio Camillo per raggiungere via Amelia dove si è consumato il femminicidio. L’iniziativa è stata organizzata dall’associazione forense Catilina in collaborazione con il centro italiano Gestalt.

“Sono senza parole – dice l’avvocato Maria Nellina Spataro presidente dell’associazione forense Catilina – per l’omicidio di una donna, una collega. Un omicidio che ci sconvolge ancora di più per un aspetto emerso leggendo alcune testimonianze: questo femminicidio è avvenuto non nel silenzio generale ma nel fastidio generale. Nessuno ha chiamato le forze dell’ordine prima che si arrivasse a un punto di non ritorno”.

Più pregiudizi e meno fiaccolate.




6 pensieri su “Avvocata ammazzata dall’ex di origine africana: conta il sangue, non il nome”

  1. La mia risposta era per Homo cogitans. Ma Lorenzo blu ha introdotto eccellenti e condivisibili argomenti di un padre. Pregevole il discorso eugenetico. Io parlavo di trasmettere geni italici, non neanderthaliani.

  2. Purtroppo mi si conferma, anche in consessi almeno apparentemente filo-patriarcali, la prevalenza di questo atteggiamento ageist /male-senior-bashing. Non so in che misura sia ”innato” ( e in tal caso ci si deve rassegnare), e in che misura invece assorbito, inconsapevolmente, dal magma del male-bashing, senior-bashing, etero-bashing, white-bashing ecc ecc in cui stiamo annegando.
    Ricordo proprio di @Lorenzoblu commenti (condivisibili) a proposito della immutabile inclinazione maschile, indipendentemente dall’età, per i tratti femminili giovanili / indicatori di fertilità, come del resto è scritto nel Nostro Genoma e cablato nel Nostro Connectoma Neurale; anche se c’è oggi chi pretende di distorcere e brutalizzare la Nostra Natura più profonda, ignorando tutto questo e arbitrariamente decretando, in Nostra vece, cosa dobbiamo essere/cosa dobbiamo desiderare. La politica, la peggiore e la più ideologica, prende ora il posto della Realtà.

    Resta il fatto che se Dio (o il darwinismo per le zecche, non fa differenza pratica) ha prodotto una Specie in cui la femmina è fertile per un tempo ben delimitato, mentre il Maschio resta fertile (sia pure in misura decrescente) per tutta la vita, questo deve ”significare” necessariamente qualcosa.
    Senza da parte mia voler assolutamente prescrivere Chi debba /non debba accoppiarsi con Chi, beninteso; ma riconoscendo una ”norma”, in senso puramente statistico/distributivo, che non può essere arbitrariamente ignorata o coartata.
    Oltretutto, un partner ”anziano” può benissimo essere più intelligente, di più fine aspetto, e magari anche sessualmente più dotato della maggior parte dei ‘giovani’.

    -Se una Donna preferisse poi un partner in cui la Maturità anagrafica sia proporzionale a una Maturità di Mente e di Pensiero, questa Donna sarebbe senz’altro, questa sì, una versione 2.0 di Homo sapiens.
    Se fossero ”molte”, si selezionerebbe un’Umanità certamente meno superficiale. Un’Umanità più intelligente, più mite, più costruttiva e sì, anche molto più ”empatica”; e non nel senso ipocrita e strumentale di chi oggi indegnamente profferisce questo termine.
    Possiamo solo aspettarci una progressiva degenerazione, invece, con la tipica ”donna” che preferisce la ”bellezza dell’asino” di un eventuale 20/30enne con tanti bei capelli, con la fronte bassa e un QI rasoterra, banale, magari rozzo d’aspetto; e potenzialmente violento, alla prima occasione.
    -Oggettivamente : sarebbe una scelta ”migliore”, solo perché il drudo in questione è ”gggiovane”…?
    -Impariamo a considerare l’Essere Umano nella Sua Intierezza.
    E in ogni caso, superare la prova del Tempo è come superare un più lungo collaudo (anche se, purtroppo, tanti soggetti indesiderabili pure la superano…)

    Proprio quello degenerativo è però il genere di selezione voluto, e direi ormai imposto, dal NWO, o come si preferisce chiamarlo.
    Per assicurarsi una continuità ininterrotta di idioti/bellocci/consumisti/eterodiretti.
    Per questo devono distruggere il Patriarcato; così come devono snaturarci in ogni altro modo, criminalizzando per es -non perdo occasione per ribadirlo- ogni nostro rapporto con la Biodiversità, vietata sotto i più beceri e inconsistenti pretesti.
    Devono sradicarci : dal Bios, dal Divino, da Noi stessi.

    Un partner più anziano ”dura di meno”? Statisticamente è vero; ma allora…? Sarebbe opportuno smettere di commisurare il Valore/Dignità di un Essere Umano in base alla sua ”durata”, o al suo MTTF in senso ingegneristico ( Mean Time To Failure).
    NON SIAMO ”PRODOTTI DI CONSUMO” : UN’AUTOMOBILE ”VALE/COSTA DI MENO” SE HA PIU’ KM PERCORSI (=MENO DA PERCORRERE), NON UN’ESSERE UMANO!
    E’ proprio questa, un’altra delle strategie perverse del NWO o chi per esso : l’Usa-e-Getta facile, l’Obsolescenza Programmata : prima delle Cose ( = più consumismo), ma poi, mostruosamente, delle Persone.
    Impariamo a riconoscerla.
    E a combatterla.

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