“La destra ha cultura e ha una grandissima cultura: il fondatore del pensiero di destra nel nostro Paese è stato Dante Alighieri, per la sua visione dell’umano e delle relazioni interpersonali e anche per la sua costruzione politica profondamente di destra”. E’ quella che lo stesso ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, intervenendo all’evento organizzato da Fdi a Milano in vista delle elezioni regionali in Lombardia, definisce come “una affermazione forte”.
Dante, Bonelli: “Sangiuliano sbaglia, Dante stava coi guelfi bianchi e fu esiliato dai neri”
Confessa Sangiuliano: “Fare il ministro della Cultura è un po’ il sogno della mia vita, anche per misurarmi e provare a cambiare quella corrente rispetto alla quale ho sempre remato controcorrente sia nella mia attività professionale di giornalista sia come saggista e cultore della Storia. La destra ha cultura, deve soltanto affermarla”.Ma, avverte ancora Sangiuliano, “non dobbiamo sostituire alla egemonia culturale gramsciana della sinistra una egemonia della destra: noi dobbiamo liberare la cultura, perché la cultura è tale se è libera e aperta dialetticamente. Io – assicura il ministro della Cultura – non voglio sostituire l’egemonia di sinistra con l’egemonia di destra, ma voglio affermare l’egemonia italiana”.
L’egemonia culturale la crei e la difendi se difendi le frontiere. Non a chiacchiere. Ogni immigrato che sbarca, ogni ‘regolare’ che arriva con decreti flussi e ricongiungimento familiare è una ferita nell’identità italiana. E un passo in più verso la fine della nostra cultura.
Gli uomini portano con sé la propria, e quella degli immigrati non è la nostra.
Su Dante. Oggi il suo genio è minacciato dal politicamente corretto. Da chi lo considera razzista, omofobo e islamofobo.
Il motivo è noto a tutti:
«Nel canto 28° dell’Inferno Dante descrive le orrende pene che soffrono i seminatori di discordie, cioè coloro che in vita hanno operato lacerazioni politiche, religiose e familiari. Maometto è rappresentato come uno scismatico e l’Islam come una eresia. Al Profeta è riservata una pena atroce: il suo corpo è spaccato dal mento al deretano in modo che le budella gli pendono dalle gambe, immagine che insulta la cultura islamica. Alì, successore di Maometto, invece, ha la testa spaccata dal mento ai capelli. Nella descrizione di Maometto vengono impiegati termini volgari e immagini raccapriccianti tanto che nella traduzione in arabo della Commedia del filologo Hassan Osman sono stati omessi i versi considerati un’offesa».
E’ già tanto, che il sommo poeta abbia concesso ad un uomo che sentiva le voci l’onore di qualche sua parola nella Commedia. Per il resto, discriminare è l’unica cosa che distingue l’uomo dalla bestia. E non parliamo di animali.
Già veggia, per mezzul perdere o lulla,
com’ io vidi un, così non si pertugia,
rotto dal mento infin dove si trulla.Tra le gambe pendevan le minugia;
la corata pareva e ‘l tristo sacco
che merda fa di quel che si trangugia.Mentre che tutto in lui veder m’attacco,
guardommi e con le man s’aperse il petto,
dicendo: “Or vedi com’ io mi dilacco!vedi come storpiato è Mäometto!
Dinanzi a me sen va piangendo Alì,
fesso nel volto dal mento al ciuffetto.E tutti li altri che tu vedi qui,
seminator di scandalo e di scisma
fuor vivi, e però son fessi così. (Inf. XXVIII, 22-36)
Noi, anche per questo lo celebriamo. La creatività non può che essere razzista, nel senso che ha assunto oggi. Non può che prendere posizione. Non può che esaltare il bello e il vero. Che scagliarsi contro il diverso.
allora siccome il ministro Gennaro Sangiuliano
dice che Dante era un leghista,
significa che lo e’ stato veramente.
Ma per piacere.
Non esistono veri intellettuali e veri artisti, nella destra.
Nella destra sono capaci solo a creare guerre, crimini e distruzioni.
Non dimenticate che queste
sono le stesse persone che equiparano i campi di concentramento con le fobie.