Soumahoro lascia il partito ma non il Parlamento e minaccia i giornali

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Lascia il gruppo ma non il Parlamento: lo stipendio è troppo succoso. Intanto minaccia chi ha parlato di lui e chi parlerà di lui.

“Non esiste alcun caso Soumahoro”. In un lungo dossier pubblicato sul suo sito, Aboubakar Soumahoro replica punto per punto alle singole accuse fornendo “chiarimenti relativi alla campagna disinformativa dell’anno”, come la definisce.

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“Mi ha invece francamente stupito e amareggiato, ad eccezione di qualche parlamentare, l’assenza della solidarietà umana e del supporto politico da parte del gruppo Parlamentare Alleanza Verdi-Sinistra (AVS), con quale sono stato eletto da indipendente -scrive tra l’altro il deputato-. Dopo un’attenta e sofferta meditazione sul piano umano e politico, ho maturato la decisione di aderire al Gruppo Parlamentare Misto, lasciando il gruppo AVS, per proseguire la mia attività di Parlamentare”.

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“Molti sono gli impegni presi con le persone che intendo onorare attraverso la più ampia condivisione, e nella convinzione che i valori e i principi che sempre hanno caratterizzato la mia attività sul campo restano le fondamenta del mio lavoro, dentro e fuori le Istituzioni. Per questo, trovo assurdo continuare a discutere dell’inesistente “caso Soumahoro”, come è avvenuto in questi ultimi due mesi: si deve rimettere al centro dell’attenzione le condizioni dei braccianti, dei poveri, dei dimenticati e degli invisibili che sono usciti dai radar, anche nella Legge di Bilancio recentemente approvata”.

Per il parlamentare abusivo, “chi ha montato il caso sapeva bene cosa stava facendo: questa vicenda non è accaduta a caso. Ora bisogna tornare a parlare di chi ha bisogno: io non mai smesso, non ho rallentato di un attimo le attività sul territorio anche durante questa aggressione verso la mia persona, e intendo intensificare ancora il mio impegno, lo devo innanzitutto ai cittadini che mi hanno votato”.

Maddalena Claudia Del Re, avvocato di Soumahoro, minaccia: “l’Onorevole ha rilasciato mandato per la tutela dei suoi diritti nelle competenti sedi giudiziarie, sia in relazione alla corposa rassegna stampa su carta stampata, online, TV e radio raccolta negli ultimi 2 mesi, sia per quelle che saranno le esternazioni giornalistiche successive”.




2 pensieri su “Soumahoro lascia il partito ma non il Parlamento e minaccia i giornali”

  1. Vi dovreste chiedere semmai
    perche e’ partito tutto questo putiferio mediatico

    Evidentemente ha calpestato i piedi a qualcuno.
    Altrimenti nessun giornale ne avrebbe parlato, pur se incarcerato e condannato all’ergastolo.

    Avreste solo visto qualche trafiletto su qualche giornale in ultima pagina,di cui nessuno avrebbe capito nulla
    esattamente come quando Berlusconi fu condannato per finanziamento alla mafia
    e di cui nessuno sa nulla.

    I leghisti conoscono i crimini di Berlusconi, per aver fatto festini con ragazze di 18 anni (e magari potevano farlo anche loro).

  2. particamente sto negro si è inculato a fratoianni , visto che se fosse stato il berluskoni si sarebbe stracciato le vesti per farlo cacciare dal parlamento cosi come è stato , ma visto che se esce il negro entra (dovrebbe entrare) la moglie il coglione comunista ritardato deve tacere, e quindi il negro si sta’ trombando la moglie senza neppure sfiorarla, coglione un vero e proprio coglione comunista!

I commenti sono chiusi.