Un altro crimine che nelle statistiche sarà ascritto agli ‘italiani’. Tornare allo ius sanguinis. E’ un’offesa che questi abbiano la cittadinanza italiana. Sentire definirli ‘cittadini italiani’ fa vomitare.
Nel piano sotterraneo della stazione Termini ha tentato di violentare una commessa, minacciandola con un bullone di ancoraggio dei convogli dei treni. La giovane, 24 anni, è riuscita a scappare, e durante la fuga si è imbattuta nei carabinieri che hanno arrestato il sospetto violentatore. Il tentativo di aggressione sessuale si sarebbe verificato nel tardo pomeriggio di sabato e a finire in manette è stato Daniel Sathasivam, 35 anni, italiano ma con genitori nati nello Sri Lanka.
Ieri al termine della direttissima il giudice ha disposto l’obbligo di presentazione ai carabinieri di Termini due volte al giorno. Il magistrato però non ha convalidato il fermo, ritenendo che quando sono scattate le manette non ci fosse la flagranza del reato. Il giudice ha anche disposto la scarcerazione di Sathasivam giustificando la decisione con l’incensuratezza dell’indagato. Tuttavia ha riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza, tanto da stabilire l’obbligo di firma. Ecco la cronaca di quanto sarebbe successo il 17 dicembre scorso. Verso le cinque di pomeriggio la commessa scende al magazzino per prendere della merce per il negozio dove lavora da poche settimane. Mentre sta spostando dei pacchi, si trova di fronte Sathasivam.
L’uomo è nudo dal ventre in giù, avendo i pantaloni del tutto abbassati. La giovane si spaventa. Accenna un urlo ma desiste subito. L’indagato, infatti, tira fuori un bullone di ancoraggio lungo diversi centimetri, con cui la minaccia. La commessa prima fa finta di arrendersi, poi, appena si accorge che Sathasivam ha abbassato la guardia, fugge. Imbocca le scale mobili per risalire al piano superiore, dove incontra una pattuglia dei carabinieri. Che la vedono sconvolta. La fermano, le chiedono il perché di tanto nervosismo e mentre lei racconta cosa le è accaduto compare Sathasivam.
Il 35enne nega l’approccio. Anzi si difende, spiegando che i pantaloni erano abbassati perché doveva fare la pipì. Parole poco convincenti per i carabinieri, che lo arrestano. Ieri in aula Sathasivam – difeso dagli avvocati Andrea Manasse e Ilaria Argentini – si è difeso riproponendo la stessa giustificazione, ma con l’aggiunta di un particolare: «Il bullone lo porto sempre dietro perché la stazione è piena di gente pericolosa». Giovedì inizierà il processo, nel quale Shatasivam dovrà decidere se chiedere l’abbreviato oppure optare per il giudizio ordinario.
Bengalese si abbassa pantaloni per stuprare vera italiana a Roma
Già l’attuale legge li rende tutti ‘italiani’ ai 18 anni. Meloni, che fai, dormi? Vi sembra che Meloni e il suo governo stiano agendo con l’urgenza che l’emergenza immigrazione e sostituzione etnica meriterebbe?
Questo, beccato con le braghe calate, ha 2 avvocati, niente carcere e tutte le attenuanti, Beccaglia nell’articolo sotto e’ rovinato x una pacca sul culo…15000 euro xche’ non si sa a che titolo ma deve risarcire pure delle associazioni piu’ spese legali e fedina sporca…ma lo stato punisce il razzismo, allora xche’ non si prende a frustate da solo(lo stato)?
“Vi sembra che Meloni e il suo governo stiano agendo con l’urgenza che l’emergenza immigrazione e sostituzione etnica meriterebbe?”: no, perché sono d’accordo pure loro col Piano Kalergi, l’agenda 2030 di Davos, ecc. ecc.