Croazia in Schengen: ora centomila islamici potranno marciare verso l’Italia

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Austria e Olanda bloccano l’ingresso di Romania e Bulgaria nell’area Schengen, l’area di libera circolazione. Durante il consiglio dei ministri Ue dell’Interno i due Paesi hanno posto il veto. Autorizzando invece la richiesta della sola Croazia. La riunione sta esaminando anche l’emergenza migranti. E la scelta di Vienna non è disgiunta dalle posizioni che dividono i 27 su questo dossier. Nela caso specifico ha infatti avuto un peso la rotta migratoria balcanica. E l’Austria teme che se eliminando i controlli alle frontiere rumene e bulgare, il cammino degli extracomunitari sia facilitato.

Croazia entra invece nello spazio Schengen. Ora, potranno arrivare fino alle città italiane anche i clandestini che arrivano in Croazia e che finora erano bloccati al confine.

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E se nel caso della Romania il problema sarebbe stato relativo – il vero problema sono i cittadini romeni e non i pochi moldavi che entrano lì clandestinamente – per la Croazia è una vera emergenza invasione.

Ad ammetterlo, piuttosto soddisfatta, è stata Silvia Maraone, rappresentante dell’associazione Ipsia. Quest’ultima è una delle ong operanti in Bosnia.

“Quello in corso – si legge nelle sue dichiarazioni – è un anno piuttosto strano. Da un lato registriamo un numero di arrivi più alto rispetto all’anno scorso, dall’altro la permanenza media in Bosnia è molto bassa. Ecco che i quattro campi profughi bosniaci non sono più pieni”.

I clandestini non rimangono più in Bosnia proprio perché non vengono più respinti in massa dalla Croazia. Zagabria, al contrario, dopo averli fatti entrare consegna loro un foglio di via. Un documento grazie al quale possono girare regolarmente in territorio croato per una settimana.

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Questo perché non dovrà più tenerli sul proprio territorio ma spingerli verso i suoi confini a nord. E poi fuori.

Ecco perché la Ue è una fregatura: meglio un confine e poi sei dentro, o decine di confini? Per un trafficante, clandestino o spacciatore meglio un confine solo.

Così facendo, i clandestini hanno il tempo di raggiungere una stazione di bus o di treni per continuare il viaggio ed entrare in altri Paesi Ue e dell’area Schengen. Un cambio di rotta attribuibile, secondo Tea Vidovic, rappresentante dell’Ong Centro studi per la pace di Zagabria, proprio alla prospettiva dell’ingresso della Croazia nell’Area Schengen.

Il comportamento croato è probabilmente tra i fattori che ha contribuito all’aumento degli ingressi nell’Ue dalla rotta balcanica. Il 2022 è un anno record: sono entrati dai Balcani almeno 130.000 migranti, il 168% in più rispetto al 2021.

Non è un caso che in molti si aspettavano un veto dell’Austria per l’ingresso di Zagabria nell’Area Schengen. Alla fine Vienna ha dato il suo via libera, limitandosi a bloccare Romania e Bulgaria. Forse il governo del cancelliere Karl Nehammer ha ricevuto da Bruxelles e dallo stesso esecutivo croato le necessarie garanzie. Ma è chiaro che dal primo gennaio i confini di Zagabria saranno confini non solo dell’Ue ma anche dell’area di libero transito e scambio.

L’Italia, che pure dalla Crozia dovrebbe anche avere indietro terre irredente, muta. Niente veto da parte di Roma.