Meloni: “Ai rimpatri ci deve pensare l’Europa”, aspetta e spera 🤡

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«L’Italia si fa promotrice di un piano Mattei per l’Africa, un approccio che prendendo esempio da un grande italiano come Enrico Mattei, non abbia una postura predatoria ma collaborativa. Rispettosa dei reciproci interessi. Fondata su uno sviluppo che sappia valorizzare le identità di ciascuno». Perché: «Una solida geopolitica del dialogo – ha precisato la premier – si può costruire e consolidare nell’area solo muovendo dalla consapevolezza delle nostre identità culturali e valoriali. Dalla constatazione che la nostra prosperità non è possibile se non c’è anche quella dei nostri vicini».

Tutto molto bello. Ma gli africani partono non perché poveri, altrimenti vedremmo sbarcare orde di centrafricani, partono i figli delle classi benestanti in cerca di qualcosa di più. E più finanzia l’Africa, più immigrati otterrai: non serve un Piano Mattei per l’Africa, serve una quarantena che la isoli dall’Europa. Questo lo ottieni collaborando con gli Stati del Nordafrica che vivono anche l’oro l’invasione subsahariana come un problema. Ci vuole un ‘muro’, del resto c’è il Sahara e con un sistema moderno si può creare un blocco totale all’immigrazione clandestina.

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«Il Tassello indispensabile dell’europeizzazione nella gestione dei rimpatri»
Pertanto, ha quindi aggiunto a stretto giro, «ci vuole più Europa sul fronte sud. Da soli non possiamo gestire un flusso con dimensioni ormai ingestibili – ha spiegato la Meoni –. Occorre che l’Europa realizzi con urgenza un quadro di cooperazione multilaterale, con un incisivo contrasto ai flussi illegali. Altrimenti – ha messo in guardia la premier – molte delle politiche europee rischiano di essere incomplete, se non collocate in una più ampia dimensione mediterranea». Considerazioni che hanno aperto ad un’altra prospettiva enucleata da Giorgia Meloni: quella del tassello indispensabile dell’«europeizzazione nella gestione dei rimpatri».

Sciocchezze. Quando un politico parla di ‘Europa’, sta per mettervelo dove non si dice. Significa che ha intenzione di fare nulla e allora chiama in causa qualcosa di totalmente inesistente: non è vero che l’Italia non può fare da sola. Se chiudi, come aveva già dimostrato Salvini, chiudi. Se vuoi rimpatriare, non serve fare accordi con tutti i Paesi dei clandestini: basta farlo con uno che se li prende tutti, come Israele fece con l’Uganda. Potremmo anche dare a questo Paese 1 miliardo di euro l’anno risparmiato dal business dell’accoglienza per toglierci dalle palle 100mila scrocconi l’anno.

Si può fare: ma si vuole fare?




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