Juve, 650 milioni sperperati sulla pelle degli operai e dei contribuenti italiani

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La vicenda che sta interessando la Juventus è triste, al di là degli aspetti sportivi e penali, perché dimostra l’enorme massa di denaro che viene letteralmente buttata nel calcio professionistico. Denaro che viene ricavato utilizzando il lavoro a basso costo di operai viene poi sperperato per pagare stipendi mostruosi a bidoni stranieri. In questo caso, denaro che la casa madre aveva evitato di pagare in tasse spostando la sede fiscale nei Paesi Bassi.

E la Juventus è solo una delle tante. Tutte le società calcistiche sono grandi inceneritori di denaro pubblico e privato.

Se questi seicento milioni di euro fossero stati investiti per fare ricerca su malattie o per aiutare malati che hanno bisogno, non sarebbe stato meglio?

Il calcio non è più uno sport e non è neanche un business, perché il business fa guadagnare, non perdere: è essenzialmente un circo e un veicolo di propaganda.

Alla Juventus sarebbe servito un aumento di capitale di 650 milioni e non di 400. Sono le riflessioni dell’amministratore delegato Maurizio Arrivabene e del Cfo Stefano Cerrato, come emerge dalle carte dell’inchiesta della procura di Torino sui conti della Juventus. “Ci sono alcuni giocatori […] nell’Under 23 che sono stati acquisiti a dei prezzi belli alti e che come ammortamenti ci cubano”, dice Cerrato. All’esito del confronto, Arrivabene osserva che “fatti i conti della serva noi dovevamo fare, per star tranquilli, un aumento di capitale di 650 milioni, non di 400 […] per sanare”. E Cerrato conferma: “Per sanare tutto in un’unica botta, sì”.

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La crescita dei costi (in particolare, degli acquisiti e degli stipendi dei calciatori tesserati), non è stata casuale ma una ben precisa scelta “aziendale”; parlando con il presidente Andrea Agnelli, da quanto emerge dalle carte, l’attuale direttore sportivo Federico Cherubini (non indagato) afferma: “Il progetto che è stato fatto quando abbiamo cercato di alzare il livello da Higuain […] era legato al fatto mi ricordo le valutazioni abbiamo una rosa della prima squadra che sta tendendo ad invecchiare: o facciamo un all in due/tre anni oppure questa rosa non reggerà”.

Proprio il concetto dell’all-in è ripetuto anche da Cerrato nell’ambito di due conversazioni consecutive avute con Cesare Gabasio e Roberto Spada (non indagato), rispettivamente General Counsel & Chief Legal Officer e presidente del collegio sindacale di Juventus F.C. (nominato il 29 ottobre 2021). Lo stesso Cerrato poi afferma che sono stati assunti “dei rischi economici in un momento sfortunato” in quanto “noi abbiamo fatto grossissimi investimenti, bilanci in utile fino al 2018, performance sportive eccellenti, poi nella 18/19 è stato fatto un all in con Ronaldo, De Ligt e così via e subito dopo è arrivato il Covid, quindi c’è stata una situazione che si son presi oggettivamente dei rischi”

Agnelli Andrea senza Marotta vale nulla. Appena si è montato la testa e ha voluto fare solo, ha mostrato le proprie capacità. Già chiare nel leggere i suoi comunicati piedi di inutili e stolti anglicismi. Tipici degli inetti globalisti.

Non solo. Il calcio italiano ha avuto l’ardire di andare in audizione al Senato per chiedere che la scadenza fiscale del 22/12 si possa rateizzare in 5 anni e senza interessi e che, in casi di ritardi non ci sia nessuna sanzione amministrativa o sportiva. Ladroni.




4 pensieri su “Juve, 650 milioni sperperati sulla pelle degli operai e dei contribuenti italiani”

  1. Il calcio professionistico è ormai una merda totale. Sono un ex tifoso che ha abbandonato tutto dopo l’ultimo Calciopoli. È stata una delle scelte più felici della mia vita. Non ho più dato mezzo centesimo a questo branco di imbecilli e di sicuro non ne sento la mancanza. Nel frattempo, leggendo queste notizie noto che tra Calciopoli e oggi non è cambiato niente.

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